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Ravello, in pensione Vincenzo Amato, lo storico giardiniere di Villa Rufolo

Ultimo aggiornamento mercoledì, 22 Marzo, 2017   13:22

I fiori di Villa Rufolo a Ravello li ha conosciuti uno ad uno. I colori e le sfumature, le varietà e finanche il profumo. E poi, le piante, che con il trascorrere degli anni sono diventate maestose.

Dopo più di 34 anni Vincenzo Amato, lo storico giardiniere di questo angolo immortalato dai più grandi scrittori e pittori, lascia i suoi attrezzi e va in pensione.

Il magico giardino di Klingsor perde così il suo più grande custode, ma non certo la sua storia che continuerà perenne.

Ho curato questo angolo di paradiso come se fosse stato mio, già all’età di 14 anni, sotto la direzione di Carlo Cicalese, figlio di Luigi – racconta con nastalgia Vincenzo – ne ho visti passare di visitatori illustri e gente semplice, che rimaneva semplicemente incantata da questo scenario, curato con amore e dedizione. Lascio sicuramente un pezzo di me in questi giardini che continueranno a far innamorare tante persone. E’ stato bello lavorare in questo paradiso magico”.Vincenzo Amato mentre cura il giardino di Villa Rufolo

Al suo lavoro, di esperto ed appassionato, si deve sicuramente la continuazione del progetto voluto dallo scozzese Francis Neville Reid, che comprò la villa dalla famiglia D’Afflitto, nel 1851.

Lui è un esperto botanico, tanto che fece arrivare da tutto il mondo le varietà più adatte (all’epoca sconosciute) al clima della costiera amalfitana, rendendo questo angolo tra i più belli e incantevoli. Luigi Cicalese, il giardiniere alle dipendenze del nobiluomo innamorato di questo luogo, ha poi materializzato il sogno, apportando la tecnica e le capacità di coltivazione.

E Vincenzo Amato è stato capace di essere l’erede di questa scuola che ha fatto proseliti nel mondo, con la sua passione e arte che continuerà ad appassinare migliaia di visitatori che arrivano da tutto il mondo.

L’antica tradizione dei giardini, che ha reso Ravello famosa, continuerà a lasciare traccia nella storia.

 

(Articolo tratto dal Ravello Time, periodico dell’Azienda di Soggiorno e Turismo di Ravello, num. 3 anno 2008)

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