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Rapporto Agenas: quattro ospedali campani tra i peggiori d’Italia 

Ultimo aggiornamento martedì, 27 Giugno, 2023   16:32

Quattro ospedali campani: il Ruggi d’Aragona di Salerno, il San Pio di BeneventoSant’Anna e San Sebastiano di Caserta e il Luigi Vanvitelli di Napoli si trovano tra i dodici peggiori d’Italia, secondo il rapporto dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) che ha valutato le performance di 53 ospedali pubblici comparabili, di cui 30 universitari.

Per la prima volta l’Agenzia ha valutato, nell’ambito delle Aziende Ospedaliere, gli esiti delle cure e l’accessibilità ai servizi  coerentemente con le risorse disponibili. Successivamente la valutazione interesserà anche le Aziende sanitarie territoriali. Il Sistema di valutazione è previsto dalla legge 31 dicembre 2018 n. 145 (Art. 1 comma 513) che assegna ad Agenas la realizzazione di un sistema di analisi e monitoraggio delle performance delle aziende sanitarie, “con lo scopo di segnalare eventuali e significativi scostamenti relativi alle componenti economico-gestionali, organizzative oltre che della qualità, della sicurezza ed esito delle cure senza trascurare l’equità e la trasparenza dei processi”.

Tra i dodici ospedali peggiori d’Italia, quattro sono campani, compreso il Ruggi d’Aragona – denuncia Imma Vietri, deputata dei Fratelli d’Italia – da cui ogni settimana si apprendono le dimissioni di qualche illustre medico. L’Agenas paradossalmente oggi è guidata da Enrico Coscioni. Ci aspettiamo che, almeno all’ente presieduto dal suo fedelissimo, il presidente De Luca fornisca una risposta. Siamo certi che, però, anche in questo caso, il governatore della Campania preferirà nascondere il suo ennesimo fallimento nelle politiche di gestione della sanità campana”. 

Questa valutazione getta ancora una volta luce sulle difficoltà che affliggono il sistema sanitario campano sollevando preoccupazioni sulla qualità delle cure offerte alla popolazione.

La salute dei cittadini non può essere compromessa a causa di carenze strutturali e organizzative. È necessario un impegno deciso per garantire servizi sanitari di qualità e ripristinare la fiducia della popolazione nella gestione della sanità regionale. Sempre nello stesso rapporto però c’è anche un focus sula Campania che “risulta l’unica Regione in Italia nella quale dal 2019 al 2021 troviamo la più alta concentrazione di aziende in cui si verifica un passaggio ad una fascia più alta di performance (da bassa a media)”.

Ma quali sono gli ospedali migliori in Italia?

I dati sono stati presentati il 24 maggio a Roma, in un report nel quale è stato preso in considerazione l’anno 2021 (ancora influenzato dall’emergenza Covid-19). Il Dataroom del Corriere della Sera ha analizzato questi dati insieme a quelli del “Piano nazionale esiti”, valutando così quali siano i migliori e i peggiori in termini di performance.

Sei gli indicatori presi in considerazione

Tra questi ci sono le performance del Pronto Soccorso, valutando se è in grado di fornire l’assistenza necessaria entro le 8 ore; i tempi d’attesa, valutando se rispettano i termini indicati dalla legge; i tassi di ricoveri ad alto rischio di inappropriatezza; i bilanci in ordine; il numero adeguato o meno di medici e infermieri per posti letto disponibili; il livello di obsolescenza di macchinari e apparecchiature.

In base a questi parametri, a raggiungere livelli di performance alti su 53 strutture pubbliche esaminate sono solo 9. Tra gli ospedali universitari sono presenti in questa categoria Pisana, Careggi (a Firenze), Senese, Padova, Integrata Verona e Policlinico Sant’Orsola (a Bologna). Tra i nosocomi non universitari invece ci sono il Santa Croce e Carle (a Cuneo), Riuniti Marche Nord e Ordine Mauriziano (a Torino)

Dall’altra parte della classifica, sono 12 gli ospedali tra universitari e non che registrano un livello basso di performance: si tratta di quelli di Cosenza, San Pio (Benevento), Sant’Anna e San Sebastiano (Caserta), Riuniti Villa Sofia Cervello (Palermo), Ospedali Civico Di Cristina Benfratelli (Palermo), Cannizzaro (Catania), San Giovanni Addolorata (Roma), San Camillo Forlanini (Roma) Luigi Vanvitelli (Napoli), San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona (Salerno), Mater Domini (Catanzaro) e Policlinico Umberto I (Roma).

A metà strada tra i due poli opposti ci sono 32 strutture che raggiungono prestazioni medie. Ospedali sono dislocati in diverse Regioni, dalla Lombardia alla Campania, dall’Emilia-Romagna alla Sicilia 

Per quanto riguarda invece i macchinari più o meno obsoleti, dall’approfondimento del Dataroom risulta che i migliori ospedali in termini di apparecchiature sono il Cardarelli (Napoli), il Monaldi Dei Colli (Napoli) e il San Martino (Genova). I peggiori, invece, sono l’ospedale di Cagliari, il Mater Domini (Catanzaro) e il Riuniti Villa Sofia Cervello (Palermo).

E’ stato analizzato anche l’Indice comparativo di Performance, che misura a parità di gravità del caso la durata del ricovero: più è lungo più vuol dire che l’ospedale ha problemi organizzativi. E su questa specificità i tre migliori ospedali risultano essere gli Ospedali Riuniti Marche Nord, il Careggi (Firenze) e il Pisana (Pisa). I peggiori invece risultano essere il Policlinico Umberto I (Roma), il Cardarelli (Napoli) e il Civico di Cristina Benfratelli (Palermo).

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