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Enzo Sellerio, lo sguardo di un fotografo su una Sicilia in trasformazione

Enzo Sellerio

Per chiunque ami la fotografia, la cultura siciliana e il potere narrativo delle immagini, quella su Enzo Sellerio al museo Gam di Palermo, è una mostra antologica da non perdere perché non è solo una celebrazione della fotografia, ma un invito a riflettere sul valore della memoria, sull’identità culturale e sull’arte di raccontare storie attraverso immagini. È un’occasione per scoprire il mondo attraverso lo sguardo unico di uno dei più grandi fotografi italiani. 

Guardando le foto di Enzo Sellerio ci si rende subito conto come ha saputo catturare l’essenza della Sicilia, documentandone la vita quotidiana, le tradizioni e le contraddizioni con un occhio attento ai dettagli. Le sue immagini raccontano un’isola che oscilla tra modernità e arcaicità, tra bellezza e difficoltà. Per il centenario della sua nascita (1924 – 2012) una mostra antologica alla Galleria d’Arte Moderna (GAM) di Palermo, che rimarrà aperta fino al 16 febbraio 2025, racconta questo suo lungo percorso di fotografo (ed editore), noto per i suoi reportage che hanno raccontato la Sicilia del XX secolo.

La mostra antologica su Enzo Sellerio, cent’anni del fotografo editore

I contrasti e i giochi di luce e ombra

Le sue fotografie in bianco e nero sono caratterizzate da un forte contrasto che enfatizza i giochi di luce e ombra. Questo stile dona una dimensione atemporale alle sue immagini, rendendole potenti e a tratti poetiche. Sellerio non era solo un fotografo, ma anche un osservatore della cultura e della società siciliana, e lo dimostra in molti dei suoi scatti che rivelano un interesse per le persone, i riti e i simboli culturali, documentando con sensibilità le trasformazioni sociali dell’isola, l’emigrazione che ha reso più povere le aree interne.

Preferiva cogliere l’umanità, non il sensazionismo. La naturalezza delle persone e dei luoghi, costruendo storie visive che invitano lo spettatore a riflettere, anche dopo molto tempo che ha visto quella “scena” fermarsi grazie al suo obiettivo. Sellerio che era anche un editore, collaborava con intellettuali come Leonardo Sciascia, e questo legame con la cultura letteraria sicuramente ha avuto un percorso narrativo anche nelle sue immagini, che spesso sembrano illustrare racconti o poesie.

Gli indizi narrativi

Visitatori alla mostra antologica sui 100 anni di Enzo Sellerio

Le sue fotografie spesso includono soggetti simbolici: bambini, contadini, pescatori, donne in abiti tradizionali, inserendo nelle sue fotografie dettagli che diventano metafore visive: un panno steso al vento, un’ombra che attraversa una strada. 

Enzo Sellerio, processione ad Alcamo

Coglie nel mondo che ha davanti indizi narrativi: ad esempio, cosa starà dicendo al bambino che cinge per la spalla l’incappucciato durante la processione ad Alcamo? Così come il gruppo di giovani donne a Polizzi Generosa? Cosa sta pensando la donna con il suo bambino in braccio, in attesa di salire sul treno Palermo-Milano, che con la sua famiglia e con le sue poche cose, la porterà lontana dalla sua città?

Enzo Sellerio. Palermo, 1960

Sin dagli inizi i bambini sono tra i soggetti preferiti, spesso colti nel momento del gioco. Anche nel suo libro “Inventario siciliano” del 1977, Enzo Sellerio dedica una parte significativa alla rappresentazione dei bambini e del loro mondo ludico. Le sue fotografie catturano momenti di gioco spontaneo, evidenziando l’innocenza e la creatività dell’infanzia siciliana del dopoguerra. Così come la scena che vede bambini intenti a rappresentare una fucilazione alla Kalsa, o che tengono un palloncino o rincorrono una pallina, e anche il bambino e il ragazzino più grande che portano in bilico sulla testa le sedie da consegnare al cliente. E poi gli scatti “rubati”  – quelli che oggi chiamiamo street photography – che immortalano una discussione animata tra un uomo e una donna al mercato di Ballarò.  E poi i tanti volti nei luoghi di una Palermo che cambia lentamente, in base agli sguardi di chi la guarda, in una topografia dell’immaginazione cittadina che si trasforma. 

Nelle sue fotografie il mondo invisibile delle tradizioni

Sellerio non era un antropologo o un sociologo nel senso accademico del termine, ma il suo lavoro ha avuto una profonda componente narrativa e culturale, e lo si legge in quasi tutte le sue fotografie. Attraverso le sue immagini, è riuscito a raccontare e a portare fino ai nostri tempi, non solo una realtà visibile, ma anche il mondo invisibile delle tradizioni, delle emozioni e della memoria collettiva. 

Sellerio non si limitava a documentare, ma trasformava la realtà in una narrazione visiva. L’ “anziana” che si affaccia dalla finestrella o i “muri a secco” non sono solo dettagli estetici: sono frammenti di storie che parlano di un passato ricco di significato, di una sapienza antica radicata nei gesti quotidiani. Questa capacità di rendere il quotidiano straordinario è ciò che rende il lavoro di Sellerio tanto potente e indimenticabile.

Autore

Maria Rosaria Sannino
Giornalista professionista, cronista, reporter di viaggi, appassionata di fotografia e reportage.
http://www.twitter.com/mrsannino

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