Tu sei qui
Home > VIAGGI > La seconda vita di Bilbao: chiudono le industrie apre la cultura

La seconda vita di Bilbao: chiudono le industrie apre la cultura

La seconda vita di Bilbao: chiudono le industrie apre la cultura

Ultimo aggiornamento venerdì, 6 Dicembre, 2019   23:38

Bilbao, capitale dei Paesi Baschi, in Spagna, vive una seconda vita grazie all’attrattore culturale che si è creato con il Museo Guggenheim aperto nel 1997. Con la crisi economica della metà degli anni ’70 che mise in ginocchio la sua industria navale e siderurgica, questa città che vive intorno al fiume, per anni è stata l’immagine del degrado e dell’abbandono.

Inside (Guggenheim Bilbao)

A post shared by Maria Rosaria Sannino (@mrsannino) on

Il fiume Nerviòn era in uno stato di contaminazione: qui avevano sversato per anni le industrie. Poi arrivò l’alluvione nel 1983. E fu proprio il momento in cui la città si interrogò su quale fosse il suo futuro: se perire nella forte disoccupazione o darsi una seconda chance con nuove opportunità. Allora iniziarono le bonifiche e una razionalizzazione degli spazi: spostata la zona industriale, il fiume è rinato con una serie di attività private lungo le sue sponde. Certo c’è stato un movimento culturale e d’associazionismo (come “Bilbao Metropoli 30” nata nel 1991) che ha spinto verso questo cambiamento. Il pubblico e il privato si sono incontrati ed hanno lavorato insieme.

El Museo! (#Bilboa #guggenheimmuseum)

A post shared by Maria Rosaria Sannino (@mrsannino) on

Fino ad arrivare alla costruzione della scultura avveniristica del museo di arte contemporanea Guggenheim realizzata dall’architetto canadese Frank O. Gehry. Dal 1997 si è spalancata per la città tutta una serie di opportunità. Un museo nel museo: 33 mila scaglie di titanio (estratto in Australia ed assemblato a Milano) rivestono la struttura. All’interno una serie di spazi su tre piani, che creano effetti di sorpresa per il visitatore che si sposta tra le varie gallerie che ospitano volta per volta varie mostre di artisti anche sconosciuti. Tanto i visitatori ci entreranno ugualmente. Visto dal fiume, il museo sembra avere la forma di una nave. Un omaggio al suo passato. Da questo tratto in poi, la città è che come se avesse avuto una spinta di vitalità: son sorti negozi, ristoranti, nuovi alberghi, quartieri avveniristici come quello che ospita la Torre Iberdrola pregettato da Cesar Pelli e che ospita uffici. Nuovi ponti attraversano il fiume Nerviòn.

Zubizuri, Calatrava bridge (#Bilbao)

A post shared by Maria Rosaria Sannino (@mrsannino) on

Il più famoso è il “Puente Peatonal del Campo de Volantín” noto come Zubizuri ideato da Santiago Calatrava. Di notte è molto suggestivo con le luci che riflettono sul suo pavimento di cristallo (che non poche polemiche ha suscitato per la pericolosità per i pedoni). L’esempio di riconversione di Bilbao parte un po’ alla volta e si dirama anche nella stessa urbanistica. E’ oggi una città vitale, anche se si guarda nel suo “passato”: nel Museo de Bellas Artes de Bilbao che ha più di cento anni di storia, e tra le stradine del casco antiguo con la plaza Nueva e la cattedrale in stile gotico. Grazie a Bilbao, anche le altre città basche hanno avuto una seconda vita. Perché la cultura, se inserita in una progettazione complessiva, crea lavoro, indotto e turismo per tutte le stagioni.

Maria Rosaria Sannino
Giornalista professionista, cronista, reporter di viaggi, appassionata di fotografia e reportage.
http://www.twitter.com/mrsannino

Lascia un commento:

Top