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Augusta, enigma Tripoli: lascia il consiglio e rafforza l’avversario elettorale

AUGUSTAAlessandro Tripoli molla il consiglio comunale di Augusta. L’unico consigliere che si richiamava esplicitamente alle posizioni del Partito democratico, ha improvvisamente gettato la spugna il 24 febbraio. Per lasciare San Biagio non ha atteso che scorresse l’ultimo mese utile di lavori consiliari, prima della definitiva chiusura per conclusione del mandato quinquennale. La rinuncia al seggio è stata spiegata con un lungo e indecifrabile post su Facebook, dove annuncia pure che non si presenterà alle amministrative del 24 maggio“Continuerò con forza e convinzione il mio impegno nel Pd e per il centrosinistra di Massimo Carrubba“, spiega al telefono l’esponente politico di estrazione Cisl. Ma non c’è dubbio che la sua uscita, di fatto, diventa un bastone fra le ruote per la stessa area che sostiene. E ridisegna in parte uno scenario che appariva già cristallizzato, dandogli tratti che sembrano più ombre che sfumature.

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Subentra Gianna D’Onofrio, passata ad Augusta2020.

Tripoli era arrivato a Palazzo con Nessun dorma. Dalla lista allestita intorno la disastrosa candidatura a sindaco di Marcello Guagliardo aveva poi preso le distanze, quando due anni fa il compianto tenore aveva spostato a centrodestra il suo movimento. Adesso nell’aula consiliare gli subentra la prima dei non eletti, Gianna D’Onofrio. Che nel frattempo si è imbarcata da tempo in Augusta2020, lanciata dal capogruppo Marco Niciforo. Questo progetto fondato sul civismo senza simboli di partito, impegnato nel riportare a galla l’ex sindaco Pippo Gulino, ora diventa la forza più numerosa a San Biagio dopo i 5 Stelle. In questa manciata di settimane che mancano alla chiusura lavori, non avrà grandi occasioni per sfruttare questa inaspettata posizione. Ma resta comunque un colpaccio sotto il profilo psicologico, in un momento in cui il clima delle intese pre-elettorali ingigantisce tutto.

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Si è speso inutilmente per ridare centralità al Pd.

Tripoli già da tempo aveva mostrato problemi di “tenuta”, ma allo stesso tempo si era speso parecchio per ricostruire un Pd allo sbando dopo la scissione di Articolouno. Fino all’ultima estate ha tenacemente cercato di ricostruire intorno il partito un’area di centrosinistra, che non riconosceva più come ago della bussola quei democratici senza capo né coda. Sia alle regionali che alle europee, quando gli scissionisti si sono impegnati hanno superato i candidati dell’apparato “cugino”. Però il consigliere non ha mai mollato il protagonismo nel partito, anche se per l’Assemblea siciliana si era sganciato puntando sulla candidata di un’altra lista. La rinuncia alla comunali di primavera era nell’aria da mesi, ma l’addio alla poltrona ha spiazzato tutti coloro che gli sono stati politicamente vicini in questi anni.

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“Motivazioni di natura esclusivamente politica”.

Nel suo lungo post, tiene “a precisare che tale decisione ha motivazioni di natura esclusivamente politiche“. E cerca di spiegare che “a determinare e accelerare la mia decisione ha contribuito l’ultimo consiglio comunale: l’attuale modo di intendere la politica e le frizioni avute in questi anni con alcuni consiglieri, divenute incompatibili con i miei modi di fare, ne hanno reso impossibile la convivenza”. Ma in questa seduta consiliare, dove si dibatteva sulle nubi nere che dall’Algeria si stanno allungando sul futuro della raffineria Sonatrach, Tripoli non c’era. Così come era assente anche in quelli precedenti, con le spinosissime discussioni sui bilanci “imperfetti” poi approvati dalla sola maggioranza 5 Stelle. L’ormai ex consigliere iscritto al Pd dice che “l’incarico è divenuto giorno dopo giorno sempre più pesante, fino a lasciare spazio a un sentimento di rigetto verso questa politica e alcuni suoi interpreti locali”. Richiesto di spiegazioni, precisa che non si riferisce ai suoi colleghi d’opposizione.

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Sopra, Alessandro Tripol:i
Sotto, molto attivo nelle primarie Pd.
Copertina, in primo piano durante l’Aventino per l’assenza di democrazia in consiglio.

“Oggetto di pregiudizi e attacchi violenti” impuniti.

Tripoli afferma di avercela con i grillini, “che con giustizialismo, isterismo, presunzione ed ipocrisia hanno creato forti contrasti, sfociati spesso in una aggressività verbale che mi ha lasciato sgomento”. Ma in aula non si ricordano scontri fuori le righe nei suoi confronti, a differenza di quelli subiti da alcuni colleghi di minoranza più attivi. Ricorda di essere stato “oggetto di pregiudizi e di attacchi violenti: difficile dimenticare il video del famoso Anonymus, nonché altre affermazioni inopportune e squallide come chi le ha fatte”. Ma si tratta di roba vecchia, a inizio mandato, quando i social erano infestati da bande di fake che “manganellavano” gli avversari dell’amministrazione pentastellata con calunnie, minacce e diffamazioni di ogni tipo. Nessuna delle denunce sporte dalle vittime è mai andata in porto, e questo è uno tanti dei buchi neri di un #cambiamento che si sta lasciando dietro molte delusioni. E tanti, forse troppi, “misteri“.

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Pur competitivo, non si presenta neppure alle comunali.

“Se questo è il clima che si sta profilando per la campagna elettorale, io sinceramente sono veramente preoccupata, aveva detto la sindaca Cettina Di Pietro, appena pochi giorni prima in conferenza stampa. Parlava di una “verosimile manomissione” al pozzo che rifornisce l’Isola, ma quelle parole adesso assumono una sfumatura particolare riguardo il contesto in cui ci si sta avvicinando al voto di primavera. Ora Tripoli scrive che “con l’attuale clima politico e con le nuove elezioni ormai alle porte, posso sinceramente e consapevolmente ammettere di non esser propenso ad altre esperienze di questo tipo, e il secondo passo è quello di non candidarmi alle prossime amministrative”. Ma a quale “attuale clima politico” si riferisce un esponente del Pd, che rinuncia d’emblée al seggio e a una candidatura concordemente ritenuta competitiva?

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Incolpa i grillini ma poi gli “rivolge un saluto” cordiale.

Certamente non allude ai grillini di Palazzo, visto che “un saluto lo rivolgo anche alla maggioranza e all’amministrazione sebbene con questa non abbia instaurato un particolare feeling”. E nemmeno ai grillini da social, diventati tutti più “sostenibili” da quando i 5S stanno al governo. Nel suo chilometrico post, dove dice molto senza spiegare niente, Tripoli spera “che il cammino e il lavoro del futuro Consiglio sappia tenere alti i temi della trasparenza e della lealtà nei confronti degli elettori, facendo in modo di recuperare i rapporti con i cittadini e tra colleghi consiglieri, nell’intento di buttarsi alle spalle questa disastrosa, almeno in termini di rapporti umani, esperienza”. Ma quali sono stati questi rapporti umani così disastrosi?

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Sostiene Carrubba ma il passo indietro rafforza Gulino.

Se questo di Tripoli è un addio alla politica, o solo un arrivederci al prossimo giro, si vedrà dal prossimo congresso Pd. Quando si capirà se alza il dito per la segreteria cittadina, o se ci leva mano anche lì visti i risultati del tesseramento. Dove molti dei nuovi iscritti fanno riferimento alle posizioni di Augusta2020, nonché al suo progetto di tornare ai “fasti” di Gulino anni Novanta, quando c’era una piazzetta per tutti. Il consigliere dem dimissionario è sempre rimasto nel Misto, senza entrare in quel gruppo Centrosinistra che sarebbe stata la sua collocazione naturale dopo l’addio consensuale a Nessun dorma. Con la rinuncia alla poltrona, adesso va a rafforzare proprio l’unica forza politica in grado di indebolire il progetto Carrubba che invece lui sostiene. E anche questo è uno dei misteri che si sta portando dietro una campagna elettorale sempre più “strana“.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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