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Augusta, in Consiglio porte chiuse e niente stampa: ma l’aula fa “fetere”

Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021   01:22

AUGUSTA – Fuori i giornalisti dal consiglio comunale di Augusta. Se il provvedimento delle “porte chiuse” abbia poi attinenza con l’asserita emergenza Coronavirus, è poi tutto da dimostrare. Fatto sta che la seduta del 6 marzo si è svolta tenendo fuori la stampa, oltre che lo sparuto pubblico. L’unica testata online ammessa a palazzo San Biagio per regalare lo streaming all’amministrazione, Webmarte.tv, ha disertato i lavori per solidarietà con i cronisti lasciati fuori dalla porta. Per l’ennesima volta da quando i 5 Stelle hanno occupato il Palazzo, l’Associazione siciliana della stampa è stata costretta a intervenire per difendere la libertà d’informazione. Con un comunicato diffuso nella tarda serata, la segreteria provinciale ha fatto sapere che “sin dalla mattinata abbiamo richiesto alla Presidente, con nota scritta inviata per conoscenza anche alla stessa prefettura e alla segreteria regionale Assostampa, di recedere da questa indicazione e ammettere i colleghi per garantire il diritto di cronaca”. Ma Sarah Marturana è stata irremovibile, comandando i vigili urbani di impedire l’accesso in sala all’inviato di 4 testate.

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La grillina ha ignorato la corposa documentazione inoltrata dal rappresentante dei giornalisti siracusani, Prospero Dente. Il quale, già dalla sera prima, “grazie all’immediato impegno del segretario regionale Roberto Ginex“, aveva “inviato il quesito alla Federazione nazionale della stampa a Roma”. Dove chiedeva lumi sulla corretta interpretazione del Decreto Conte, riguardante le riunioni in luogo pubblico. La risposta del direttore Tommaso Daquanno ha ribadito che “nel pieno rispetto del Dpcm, nello specifico lettera b dell’Art.1, come nell’All.1 lettera d, l’accesso dei giornalisti è consentito purché venga rispettata la distanza di almeno un metro”. Cosa che chiunque tifoso può constatare, perché negli stadi i giornalisti entrano regolarmente per raccontare la partita. E, a maggior ragione, devono poterlo fare per raccontare come vengono prese le decisioni che riguardano tutta la città.

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La lettera di Dente a Marturana, riprende la nota esplicativa della Fnsi. E ribadisce che “questo sta avvenendo in diversi consigli comunali e/o consigli regionali dove i lavori vengono svolti senza la presenza del pubblico, ma assicurando il diritto di cronaca e trasparenza con la presenza dei giornalisti“. Fra l’altro palazzo San Biagio è dotata di una tribunetta stampa sopraelevata, e separata dal resto del salone. Nessun tipo di difficoltà logistica avrebbe impedito di ammettere i cronisti, rispettando la distanza di prossimità. La replica della presidente grillina è stata però singolare. “Si comunica che la chiusura della sala consiliare al pubblico non va in contrasto con il diritto di cronaca, in quanto il consiglio comunale garantisce da qualche anno, un sistema di registrazione in streaming ufficiale e una testata giornalistica privata accreditata (trasmissione video in streaming e in scala nazionale anche sui social media)”.

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Puntualizzato che prodezze del #cambiamento augustano le vede mezzo mondo, Marturana insiste ad affermare che “altri Comuni in Italia hanno operato tale scelta, che potrà essere modificata qualora gli Enti preposti decidano nello specifico diversamente”. Quali siano questi “Enti preposti” però non lo spiega. Non è il governo, poiché la Fnsi ha chiarito i termini del decreto dopo le presumibili interlocuzioni col Dipartimento stampa ed editoria di Palazzo Chigi. Potrebbe allora essere la Regione, che in Sicilia ha le competenze specifiche dello Statuto autonomo. Ma il 5 marzo, con protocollo 3944, il presidente Nello Musumeci ha inviato una nota a tutti gli uffici che dipendono da Palazzo dei Normanni. Comprese le Asp, sentinelle mediche sul territorio. La disposizione dice che “le amministrazioni pubbliche non soggette a misure di contenimento e gestione dell’emergenza, continuano ad assicurare la normale apertura degli uffici pubblici e il regolare svolgimento di tutte le proprie attività istituzionali“.

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Quella circolare del governatore sull’“ordinario svolgimento dell’attività amministrativa”, poi indica una serie di cautele da prendere, come aerare bene, evitare affollamento e abbondare in pulizia e disinfettanti. Invece la presidenza del consiglio di Augusta si è solo premurata di lasciare fuori il pubblico. E, non a caso, i giornalisti. Infatti è toccato al consigliere Giuseppe Schermi sobbarcarsi il compito di informare, attraverso un video postato durante i lavori, sull’evidente sporcizia che stava dietro il suo banco. Nessuna pulizia straordinaria, e nemmeno ordinaria, era stata effettuata secondo le disposizioni governative e regionali. Eppure la solerte grillina era stata sollecitata dallo stesso esponente Diem25, con una pec del 5 marzo inoltrata pure alla prefettura, a provvedere “alla sanificazione dell’aula“. Una procedura resa ancora più necessaria dall’auto-quarantena che un collega 5S, Uccio Blanco, aveva interrotto il 3 marzo quando si era presentato a San Biagio. Nonostante il 26 febbraio avesse comunicato alla presidenza, che poi l’ha inoltrata a tutti gli altri 28 consiglieri, l’assenza di 14 giorni per isolamento volontario. Che si era coscienziosamente imposto, appena rientrato da una permanenza di 10 giorni nella “zona gialla” di Milano.

Blanco entra nella seduta del 3 marzo interrompendo l’auto-quarantena.
Copertina, Marturana mostra il suo carattere (repertorio).
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Blanco ha poi precisato in un post che “sono perfettamente asintomatico e ho rispettato la misura di sicurezza (un metro) prevista nel decreto governativo, infatti mi sono seduto all’ultimo posto facendo allontanare per precauzione i colleghi vicini”. Con palese riferimento a questo giornale, che ha raccontato della pec di Schermi approfondendo le ragioni della sua richiesta di sicurezza sanitaria, ha commentato che “invece di darmi dell’untore i tizi in questione dovrebbero riflettere sul loro ennesimo e becero tentativo di ‘sporcare’ la politica e dialettica giornalista locale”. A sostegno è arrivato un intervento social del suo capogruppo, Mauro Caruso.“Sappiamo tutti che nessuna testata vuole avere a che fare con questi soggetti malefici prontamente cacciati e rilegati (sic) in anonime pagine online perché palese è stata la linea adottata sin dall’inizio, quella dell’odio personale verso noi e il M5S accusati di essere il male di questa città invece di informare correttamente la cittadinanza di ciò che realmente è successo. Così sfogano la propria frustrazione inventando situazioni e stravolgendo la realtà per interessi molto chiari”.

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Una traccia di questa verve, riesumata da quando imperversavano sui social contro “i pennivendoli asserviti al Potere di turno”, si trova pure nella sorprendente corrispondenza di Marturana con Dente. La presidente del consiglio ha scritto al segretario dell’Assostampa che “lo stesso giornalista che lei rappresenta non é mai stato sempre presente durante tutte le attività consiliari eppure ha sempre operato il suo ruolo seguendo anche le dirette streaming, e scrivendo articoli in merito alle attività del consiglio comunale, nei giorni successivi”. Dopo aver esposto il suo personale “registro delle presenze”, nonché su come, quanto e quando deve seguire i lavori, aggiunge che “pertanto la richiesta, in questa occasione, di essere fisicamente dentro l’Aula consiliare, appare strumentale e poco coerente con le abitudini dello stesso giornalista”. Si è dimenticata dell’Amuchina e di far pulire San Biagio, però non si scorda che “all’interno del civico consesso le responsabilità permangono in capo alla sottoscritta che non gradisce strumentali prese di posizione che non ledono alcun diritto di critica“.

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Ovviamente, fra le “responsabilità” si incorpora anche quelle di stabilire, in assoluta autonomia e discrezionalità, cosa è “strumentale”. Insomma, se proprio deve criticare, il giornalista lo faccia comodamente da casa senza venire a San Biagio con la sua macchina fotografica. Perché, forse, proprio in questa “sindrome da fotoreporter” si potrebbe racchiudere il senso di una decisione apparentemente insensata. Il segretario Assostampa cerca pazientemente di spiegare, in una nota successiva, che “la cronaca non è soltanto l’ascolto pedissequo di una diretta streaming che non fa percepire al video-spettatore cosa accade in aula, quali sono le reazioni a questa o quell’altra proposta”. Niente da fare. La presidente del Consiglio insiste, e allarga il campo. Inducendo a dedurre che nella questione “porte chiuse” il Covid-19 c’entra poco. “Personalmente non condivido i metodi polemici in cui si deve presenziare per forza nonostante 2 dirette streaming messe a disposizione. Spesso il privato autorizzato ha immortalato bei primi piani dell’Amministrazione e dei Consiglieri, lasciando spesso e volentieri alla stampa, la divulgazione anche di foto poco cortesi dei soggetti immortalati”.

Marturana si esibisce come cantante dal balcone di casa durante la Festa della Musica.

La grillina si spiega meglio, sulla questione “foto di cortesia” a chi sta al Potere. “Ognuno ha dei parametri differenti di stile e molti trovano piacere nell’umiliare l’aspetto esteriore per accentuare quello caratteriale, da giovane donna delle Istituzioni lo trovo molto sessista e poco professionale”. Cioè, pubblicare un’istantanea che metta in rilievo il “carattere” di una presidente che approfitta dei suoi studi da soprano per sgridare i consiglieri su come la stiamo portando a fetere“, anziché immortalare l’accurata mise esibita per l’importante performance vocale sul palcoscenico di San Biagio, è considerato “sessista”. Sulle eventuali foto “caratteriali” agli amministratori uomini, invece, non ha nulla da ridire o insegnare. Chi è arrivato fino alla fine di questo lungo articolo di cronaca mancata, ora vorrà sicuramente essere informato pure su cosa è poi accaduto nella seduta a “porte chiuse“. Ma per quello c’è lo streaming, collegatevi.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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