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“E’ la stampa bellezza”. Il Gip archivia la querela-bavaglio: il giornalista deve criticare

Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021   18:54

AUGUSTA (redazione) -Il Giudice per le indagini preliminari di Siracusa, Anna Pappalardo, il 20 marzo ha emesso l’ordinanza di archiviazione sulla querela nei confronti del giornalista Massimo Ciccarello, presentata dall’ex consigliere grillino Teo Paratore per diffamazione a mezzo stampa. Il Gip riconferma l’orientamento della Cassazione espresso già nel 2007, secondo il quale “chi esercita poteri pubblici deve essere sottoposto a un rigido controllo sia da parte dell’opposizione politica che dei cittadini”. Il cronista aveva pubblicato su “La Nota7.it” un articolo sulla pesante strumentalizzazione di una giornalista maltese uccisa con un’autobomba. Se n’era reso autore il “portavoce” 5 Stelle noto per le suoi interventi social, molto fuori le righe contro la stampa locale.

“Querele temerarie insidia per principi costituzionali”.

“Soddisfazione per l’esito della vicenda” è espressa dall’Unione nazionale cronisti. Il fiduciario di Siracusa rileva che“ancora una volta un giudice ha sancito il valore assoluto della libertà di stampa”. Francesco Nania ricorda inoltre che “il frequente ricorso alle cosiddette querele temerarie rappresenta un’insidia per i principi ispiratori della Costituzione. Anche l’Associazione dei giornalisti radiotelevisivi e telematici sottolinea che “si è infranto fragorosamente contro l’articolo 21, il tentativo di abusare del codice penale, per condizionare il lavoro del direttore di Error404.online, già dirigente di Assostampa e componente del direttivo dell’Agirt”.

“Vicenda seguita con attenzione e preoccupazione”.

Il comunicato firmato dal presidente Pippo Cascio rivela che “l’Agirt ha seguito la vicenda con grande attenzione e preoccupazione, per gli inquietanti risvolti che facevano da sfondo a un palese tentativo di condizionare la libertà di informazione nella nostra provincia quando si occupa di settori ben precisi delle istituzioni“. Il documento evidenzia che pure “l’Unci se n’è occupata nel convegno “Cronisti minacciati in Sicilia: mai soli”, svoltosi lo scorso anno ad Augusta per fornire una scorta mediatica a quei colleghi maggiormente esposti alle intimidazioni“.

L’operazione politica dietro la querela-bavaglio targata 5 Stelle, illustrata dal cronista all’incontro-dibattito di Augusta. Raccontate anche le traversie giudiziarie della “Civetta di Minerva” per il suo lavoro d’inchiesta e del giornalista Gianni D’Anna, scomparso poco prima che la Cassazione riconoscesse il suo legittimo diritto di critica nel definire “vergognosa” l’archiviazione dell’inchiesta sull’inquinamento da mercurio nella rada.

M5S e stampa, Fnsi attenta al “laboratorio” Augusta.

Ma già nel dicembre 2017, il gruppo di specializzazione dei giornalisti professionisti ha acceso i riflettori sul caso. Nel corso del convegno nazionale “Giornalisti minacciati e libertà di cronaca” svoltosi a Palermo, Ciccarello aveva relazionato sull’escalation di attacchi arrivati dalla politica del #cambiamento. Un racconto sul “laboratorio” augustano, che ha ricevuto la stessa attenzione riservata alle storie dei colleghi nel mirino della mafia. “Scorta mediatica ai cronisti intimiditi: non vanno lasciati soli, non sono soli”, ha poi dichiarato al termine dei lavori Raffaele Lo Russo, segretario generale Fnsi.I

Autobomba a cronista “…e poi abbiamo eroi cittadini”.

L’archiviazione è stata chiesta pure dal pubblico ministero, Marco Di Mauro. Il quale ha motivato che il giornalista “ha esposto la sua opinione personale circa alcuni fatti che si sono effettivamente verificati”. Il riferimento è al post apparso il 18 ottobre 2017, sul profilo Facebook del grillino. In una “card”, equivalente social di un manifesto 6×3, aveva scritto:“Fatta saltare in aria a Malta Dafne Galizia, la giornalista dei Panama Papers…E poi abbiamo eroi cittadini”. Il cronista aveva ripreso la notizia, commentando che la reporter dilaniata “si è meritata il dovere di non farle un insulto alla memoria, con la strumentalizzazione di un consigliere comunale allergico al dissenso“. Il pezzo era stato titolato dalla direzione:“Post choc del consigliere Paratore (M5S):”Giornalista vero solo se salti in aria”. Come dire:”Se resti vivo sei falso giornalista”.

I giornali? “Fetenzia morale e bassezza d’animo”.

Proprio il virgolettato è stato contestato dall’avvocata Chiara Tringali, legale dell’ex “portavoce” e attuale referente del meet up Augusta5Stelle. Il suo assistito è rinomato per i post che verga contro la stampa locale. “Fetenzia morale e bassezza d’animo” è solo un esempio dei meno estremi. Eppure la professionista si è opposta all’archiviazione chiesta dal pm, scrivendo che il giornalista “ha di fatto attribuito l’esternazione di un concetto del tutto bieco e meschino, che non appartiene alla cultura e alla sensibilità morale e sociale della persona offesa”. L’avvocata grillina avrebbe poi corso con discreto successo alle “parlamentarie” 2018, sfiorando la nomination del Movimento per la Camera.

Il “laboratorio” M5S augustano sulla delegittimazione della stampa illustrato da Massimo Ciccarello al convegno nazionale di Palermo con Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi (al centro) insieme al presidente dell’Ordine di Sicilia, Giulio Francese, a Leone Zingales, vicepresidente nazionale dell’Unci, e Alberto Cicero, segretario regionale dell’Assostampa.

Il giornalista sgradito “messo in mora” pubblicamente.

Quella querela, in realtà, non è mai sembrata originata dall’unidirezionale senso di Paratore per l’onore; ma piuttosto appare maturata in un ambito politico insofferente alle lenti di ingrandimento. Infatti 4 giorni dopo l’articolo, anziché una richiesta di rettifica, “il gruppo consiliare M5S indirizza una lettera aperta al giornalista”. In quell’editto, il cronista viene “messo in mora” per “il suo giornalismo spreg”. Accusato di fake news intrise di preconcetti”,è incolpato di aver scatenato un dibattito forte. Che mette sul banco degli imputati i pentastellati, per il loro modo aggressivo di gestire la comunicazione social. Per la squadra dei “portavoce” in consiglio comunale“tutto ciò rappresenta una deriva verso la celebrazione e l’esaltazione della deficienza collettiva”.

Unci e Assostampa in difesa del diritto di cronaca.

La pubblica gogna a un giornalista che segue le vicende di Palazzo, è senza precedenti in città. Unci e Assostampa prendono subito posizioni nette. Pure l’opposizione si muove in difesa del diritto di cronaca, e chiede un dibattito in aula che i 5 Stelle negano. “Fino a che punto garantiscono l’esercizio della democrazia quando diventano maggioranza?”, si interrogano tutti i capigruppo della minoranza. Poi, con tempi sorprendentemente rapidi per un articolo di opinione, parte l’iter della querela al giornalista. La Procura però riconosce che “nei confronti della persona offesa non ha proferito espressioni ingiuriose, offensive o denigratorie”. E ricorda “la libertà di manifestazione del proprio pensiero, nonché il diritto alla critica”.

Agirt: il giornalismo critico alimenta la democrazia.

Un’impostazione ribadita anche dal difensore del giornalista, Paolo Ezechia Reale. E rafforzata dal Gip nella sua motivazione di archiviazione. Dove richiama “la giurisprudenza di legittimità, nell’ottica di un condivisibile allargamento delle maglie della tutela penale della reputazione, in funzione di un più vasto e meno timido controllo democratico sul comportamento dei pubblici poteri”. L’Agirt definisce “triste che debba essere la magistratura a ricordare alla politica, come la democrazia si alimenti del lavoro critico dei giornalisti. Tuttavia è confortante constatare come la Libertà di stampa sia ancora robustamente garantita, nonostante i tentativi di neutralizzarla attraverso le querele-bavaglio o l’uso arbitrario delle proprie prerogative istituzionali”.

“E’ la stampa bellezza, e tu non ci puoi fare niente”.

estratto dell’ordinanza di archiviazione

LA NOTA (Massimo Ciccarello) – “E’ la stampa bellezza, e tu non ci puoi fare niente”. Se le sentenze fossero redatte come i giornali nel film Deadline, il Gip l’avrebbe sintetizzata così. Ma dopo 71 anni deve ancora ricordare la Costituzione, per ribadire che i giornalisti hanno il diritto-dovere di criticare chi esercita il Potere. “Un più vasto e meno timido controllo democratico sul comportamento dei pubblici poteri”, è stato costretto a scrivere il giudice. Richiamando quell’articolo 21 su cui si fonda la democrazia. In Italia questa libertà di critica ancora c’è. Ed è una libertà di tutti, non solo dei giornalisti.

La Cassazione ripete da anni che “chi esercita poteri pubblici deve essere sottoposto a un rigido controllo sia da parte dell’opposizione politica, che dei cittadini”. Opposizione e cittadini: due entità che sono temute solo dai regimi. Per zittire l’una e intontire gli altri cercano di imbavagliare i giornali, e chi li redige. La querela “temeraria” può nascondere lo strumento per erodere i principi della Carta costituzionale. O per imporre su un territorio il dominio incontrastato di poteri opachi. Per questo, oggi, Unione cronisti e Giornalisti telematici esprimono una “soddisfazione” che suona come un sospiro di sollievo.

Lentini 6 Aprile 2019 – Incontro-Dibattito organizzato dall’Ordine dei Giornalisti – FNSI e UNCI su ‘Verifica delle notizie e rapporto con le fonti’. Reportage di Nello La Fata, direttore di “La Notizia Tv”. Le assoluzioni a D’Anna e Ciccarello discusse al corso per la formazione professionale continua dei giornalisti
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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