Magliette bianche per la bonifica, Di Pietro maglia nera su referendum gnl ERROR404.ONLINE di Massimo Ciccarello Scritto lunedì, 23 Dicembre, 2019 02:30 Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021 00:37 AUGUSTA – “I cittadini sono il punto primo delle istituzioni, poi vengono chi li rappresenta”. Don Palmiro Prisutto torna nuovamente in strada per far sentire la voce di tutte le famiglie rimaste vittima del cancro. Lo fa il 22 dicembre sera, nella piazza Duomo di Augusta, insieme alle “Magliette bianche” che chiedono di far partire subito le bonifiche. E’ la seconda manifestazione nel giro di pochi mesi, che la rete di comitati ecologisti ha organizzato in tutte quelle città d’Italia dichiarate Siti di interesse nazionale. O che si apprestano a diventarlo, perché raramente la necessità di lavoro riesce a non far pagare un duro prezzo all’ambiente. Complice un vento sferzante e la domenica natalizia, che si sommano a indifferenza mista a diffidenza, anche stavolta non sono in molti a indossare una t-shirt candida. Magliette bianche, poca gente ma vanno sui tg Rai. Pure nelle altre Sin sono poco più che drappelli, ma stanno come una bandiera piantata per risvegliare le coscienze. Anche attraverso toccanti testimonianze, come quella dell’augustano Carmelo Patanè davanti lo striscione di Stop veleni. Dove i partecipanti non riescono ad avere il pubblico che meriterebbe la questione sollevata, suppliscono i tg Rai nazionali. Che ancora una volta danno una copertura tanto ampia quanto insolita, per il genere di manifestazione. E per il fatto che nei servizi non viene interpellato alcun esponente di governo, in grado di dare una qualche risposta. Scelte editoriali del servizio pubblico tutte da decifrare, come i segnali dai palazzi romani. Che non sono incoraggianti, per le notizie che arrivano da Taranto. E l’arciprete spiega perché al megafono. Don Prisutto: mai chiesta chiusura Petrolchimico. Padre Palmiro dice chiaramente che lo preoccupa quanto sta accadendo intorno l’acciaieria pugliese. Dove c’è il rischio di “barattare la salute con posti di lavoro“. Ricorda che nei forti al centro della rada megarese c’è una lapide in latino col motto “la salute del popolo è legge suprema”. E questa viene prima di tutto. Sottolinea inoltre di non aver “mai chiesto la chiusura Polo petrolchimico”, consapevole che l’economia della zona vi ruota intorno. Però ricorda anche di aver “chiesto una moratoria al ministro dell’Ambiente“, Sergio Costa, col quale si è incontrato faccia a faccia lo scorso novembre. E rivela di aver avanzato alla presidenza della Repubblica la proposta di conferire “un’onorificenza al gonfalone della città”, per il prezzo pagato alla necessità di lavoro. L’arciprete: chiedere sempre parere popolazione. Carmelo Patanè, al secondo Magliette bianche per le bonifiche.Copertina; don Palmiro Prisutto parla al sit in di piazza Duomo. Don Prisutto ribadisce che “bisogna chiedere sempre il parere della popolazione“. Perché “non può essere che a Roma o a Palermo decidano su di noi”. E se c’è una cosa “che abbiamo capito, è che tutto ciò che altri non vogliono viene fatto qua”. Non indica specificamente come, e per cosa, bisogna consultare i residenti. I quali, teoricamente, dovrebbero essere rappresentati da chi hanno eletto. Specialmente se la tematica portata nelle proteste di piazza è un cavallo di battaglia del loro programma. Il sacerdote si ferma lì, solo a ribadire un concetto. Ma è ancora aperta la ferita del referendum consultivo sui nuovi depositi di Gas naturale liquefatto. Una proposta che ha spaccato il fronte ecologista, alimentando un dibattito dove si è registrato qualche tono sgradevole. Il referendum sul Gnl bocciato da amministrazione 5S. La mozione per la consultazione referendaria era stata presentata il 5 dicembre da Giuseppe Schermi, consigliere Diem25 già assessore M5s al Porto. Ed era stata sostenuta da Decontaminazione Sicilia ma non da Stop veleni, nonostante le due associazioni avessero sottoscritto l’esposto in procura insieme a Natura Sicula e al Comitato Bagali. Una frattura consumata inutilmente, dato che l’amministrazione comunale ha bocciato l’ipotesi di consultare gli elettori. Il “no” è arrivato ufficialmente con un documento firmato dalla sindaca Cettina Di Pietro, e trasmesso solo alla presidenza del consiglio comunale. Per la grillina sono bastati 7 giorni per voltare le spalle a una delle problematiche che lo stesso don Prisutto aveva sottoposto al ministro Costa. Di Pietro: materia non è competenza del Comune. La lettera datata 12 dicembre inizia con la solita girandola di riferimenti regolamentari, utilizzata dal Palazzo 5 Stelle per dare l’idea di essere obbligato a scelte che invece sono squisitamente politiche. Un modo per giustificarle, tipo “vorrei ma non si può fare”, senza necessità di prendere esplicita posizione. Il punto forte del lungo preambolo è che, secondo lo statuto del Comune, “in materia di esclusiva competenza locale è ammesso il referendum consultivo”. E’ il solito equivoco sui termini. Perché, stando alla lettera, di “esclusiva competenza locale” ci sarebbe ben poco per cui vale la pena indire una consultazione referendaria. Invece in Puglia l’hanno fatto eccome, il referendum comunale sui depositi di gas. Ma a Manfredonia si è fatto sul maxi-deposito Gpl. A Manfredonia è stata una battaglia che nel 2016 si è intestato lo stesso sindaco, che la Regione aveva isolato in sede di Valutazione di impatto ambientale. Nel comune foggiano il progetto riguardava un deposito di Gpl considerato il più grande d’Europa, che Energas voleva costruire in quella che il Fatto quotidiano definisce la “Seveso del Sud, a causa dei gravi incidenti del petrolchimico di Stato Ex Enichem”. I serbatoi di Gnl ad Augusta, invece, sono più piccoli e si rendono necessari per alimentare le navi secondo le nuove normative internazionali. Solo che l’Autorità portuale li vuole costruire dentro Punta Cugno, un’area circondata dalle fiaccole delle raffinerie. I progettisti escludono un effetto domino in caso di perdite. Il professore di Chimica industriale che presiede Decontaminazione Sicilia, Luigi Solarino, invece lo ritiene un rischio possibile. E ne propone la costruzione in mare aperto, fuori dalla rada. La sindaca: collocazioni in aree di competenza Adsp. In pochi hanno sfidato le sferzate del vento e la shopping-mania natalizia. Di tutto questo dibattito, Di Pietro se ne lava le mani. Nella sua lettera cita tutta una serie di enti competenti alle autorizzazioni, per supportare le tesi che l’amministrazione comunale non ha “competenza esclusiva“, e quindi il referendum non può farlo neanche volendo. Poi mette in mezzo l’interesse nazionale, scrivendo che “i depositi di Gnl sono funzionali alla sicurezza e alla resilienza del sistema energetico nazionale”. Infine liquida la questione dicendo che l’Adsp intende solo “conoscere e valutare possibili collocazioni all’interno della propria circoscrizione territoriale”. In poche parole, è casa d’altri e il Municipio non ci può mettere becco. Schermi ha chiesto pareri contrari da amministrazione. Ma il quesito che Schermi voleva far votare agli augustani, dopo aver raccolto le adesioni in consiglio necessarie a “impegnare il sindaco a indire referendum consultivo“, chiedeva espressamente se “ritenete che il Comune debba rilasciare parere contrario alla realizzazione per tutto quanto di propria competenza“. Anche se l’Ente non avesse una competenza sufficiente a esprimere un parere discrezionale, e si dovesse limitare sono ad attestazioni come accaduto per il fiordo di Brucoli, secondo il consigliere Diem25 la consultazione referendaria non sarebbe comunque inutile. Almeno, a Manfredonia non lo è stata. Todde, 5S: Mise tiene conto della consultazione cittadini. Un’interrogazione sul Gpl nel Foggiano, il 29 ottobre scorso ha ricevuto risposta scritta dal ministero dello Sviluppo economico. “Voglio ribadire ancora una volta che ogni tipo di determinazione politica sarà basata sul contemperamento di due interessi: rispettare il territorio interessato e tutelare i cittadini di quel territorio; e non potrà prescindere dall’esito contrario del referendum consultivo che si è svolto sul tema”. A metterci la firma è stata il sottosegretario al Mise, Alessandra Todde. Una 5 Stelle, come Di Pietro.