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Augusta, il Muscatello a zero ricoveri Covid fa salire la febbre elettorale

Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021   14:00

AUGUSTA – Zero ricoverati nei 2 reparti Covid del Muscatello, un solo positivo ufficialmente censito ad Augusta, e una quarantena preventiva ospitata a Città della notte. E’ rimasta la politica, l’unica cosa che il Coronavirus sembra ancora contagiare in città. Perché improvvisamente sono usciti dal letargo quanti finora erano rimasti silenti, come il circolo di Fratelli d’italia e l’ex sindaco Massimo Carrubba. O addirittura hanno fatto una radicale inversione di marcia, come i 5 Stelle. Che sono passati dal fideistico “fidatevi e affidatevi” sulle scelte dell’Asp, alla minaccia di una “mobilitazione” cittadina come ai vecchi tempi del gazebo. Ora che l’epidemia sembra aver allentato la presa, almeno nella comunicazione delle “fonti ufficiali”, la questione ospedale è diventata campo di battaglia in vista delle amministrative d’autunno. Ognuno richiama le responsabilità di qualcun altro, ma nessuno appare focalizzarsi sui fatti. I quali parlano di medici e infermieri “bloccati” in corsie vuote, quando le altre attività ospedaliere viaggiano a regime ridotto.

L’arresto del Covid-manager: ombre sull’epidemia?

I sismografi hanno poi ricordato che il Muscatello “presidia” una bomba ambientale. La scossa di magnitudo 5,5 registrata alle 1,43 del 21 maggio, al largo fra Creta e Sicilia, è stata infatti avvertita distintamente nell’hinterland Petrolchimico. Il sisma ha però sollevato meno domande di quello arrivato poche ore dopo con le agenzie stampa, che raccontavano di arresti eccellenti a Palermo. Dove un’inchiesta della Finanza ha portato allo scoperto un presunto giro di corruttele, legato al commissario straordinario chiamato dalla Regione a gestire l’emergenza pandemia nell’isola. I domiciliari inflitti al manager sanitario Antonio Candela, coinvolto insieme ad altri 9 su sospette mazzette per le forniture di beni e servizi alle Asp, con il Covid-19 sembrano al momento non entrarci nulla. Ma sono i metodi rivelati dalle intercettazioni, che gettano una luce obliqua su alcune scelte illogiche operate in Sicilia. E quelle prese per il Muscatello potrebbero far parte di questa lista, meritevole di seri approfondimenti.

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Art1 e 5S: il governatore spieghi i criteri per le Asp.

Pippo Zappulla

“Nessuna strumentalizzazione ma non c’è alcun dubbio che tra i soggetti coinvolti ci sono personalità di primo piano nominate dal presidente Nello Musumeci e dal suo governo”, notano Pippo Zappulla e Maria Timbro. Il segretario regionale e la responsabile antimafia di Art1 la definiscono “una vicenda sconcertante, che ripropone l’annosa questione della selezione delle nomine e degli assetti di competenza della Regione”. Il loro comunicato conclude con la richiesta, estesa all’assessore Ruggero Razza, di “spiegare in aula e nella società i criteri di selezione utilizzati nelle loro scelte”. Magari si potrebbe comprendere meglio perché Palazzo d’Orleans difende a oltranza Salvatore Ficarra, alla controversa direzione generale dell’Asp siracusana. “Assistiamo a direttori generali che vediamo recitare sempre negli stessi ruoli o, peggio, essere promossi a ruoli migliori per poi finire sotto la lente di ingrandimento della magistratura“, scrivono in un comunicato collettivo “i deputati del Movimento 5 stelle all’ArsChiedendo che “si apra immediatamente una riflessione in parlamento“. 

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I sospetti del Pd sulla gestione emergenza Coronavirus.

Anthony Barbagallo (foto Fb)

Anche se la scelte sulla pandemia e l’inchiesta “Sorella Sanità non hanno alcun legame, la politica d’opposizione i dubbi li coltiva. “Abbiamo ritenuto più volte assolutamente inadeguata la gestione dell’emergenza Covid da parte del governo regionale, che oggi si condisce di un ulteriore elemento ombroso e negativo”, scrive Antohny Barbagallo, deputato regionale e segretario Pd in SiciliaUnendosi a chi vuole “che il presidente Musumeci riferisca in aula su quello che sta avvenendo nella sanità siciliana”. Cosa accade da sempre in questo sottobosco della Regione, lo hanno capito tutti da un pezzo. Semmai la “curiosità” è su chi mette il robusto ombrello para-grandine sopra i manager sanitari, quando urbi et orbi non si dimostrano all’altezza. Per esempio nella vicenda giudiziaria c’è finito indagato Carmelo Pullara, vicepresidente della commissione regionale Sanità. Secondo l’accusa, il deputato di Popolari e autonomisti avrebbe chiesto favori illeciti per il suo appoggio alla designazione del direttore generale Asp a Trapani.

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Fdi: già chiesto all’Ars il ritorno dei reparti sospesi.

Elvira Amata, in blu al centro, durante una visita al Muscatello (foto Fdi)

Insomma, sulle nomine dirigenziali nelle Aziende provinciali sembra esserci un “metodo” consolidato, a prescindere da quelle che poi finiscono sui registri degli indagati. “I reati contestati ai vertici della sanità siciliana che, in piena emergenza Covid-19, pensavano a intascare tangenti e mazzette sono gravissimi e dimostrano che il sistema è marcio fino al midollo”, scrive l’eurodeputato grillino Ignazio Corrao. In realtà le vicende contestate dai pm sembrano essere antecedenti al Coronavirus, ma il fatto che ne siano protagonisti figure in prima linea nella gestione dell’epidemia, inquieta non poco. Come continua a inquietare il perdurante silenzio sul ritorno del Muscatello alla sua vecchia operatività. Persino chi aveva sfidato l’impopolarità per difendere “patriotticamente” la scelta tutta politica di un Covid-center al posto di Chirurgia e Medicina, ora comincia a sentirsi “fregato”. Fratelli d’italia l’ha girata sotto forma di “due mesi di vigilanza silenziosa”. Rivelando, in un comunicato del 20 maggio, che “attraverso la capogruppo all’Ars Elvira Amata, di concerto con Rossana Cannata, è stata richiesta lo scorso 13 maggio all’assessore Razza la piena riattivazione dei reparti”. 

Carrubba all’attacco: o conniventi o chiedete dimissioni.

Massimo Carrubba

“Chi esprime dissenso sulla gestione della sanità ad Augusta e oggi si mostra critico nei confronti dei vertici Asp, deve essere consequenziale e coerente, altrimenti appare loro complice o connivente”, liquida corto Carrubba, in un post apparso il 21 maggio. Suggerendo ai critici dell’ultima ora che dovrebbero ritenere “necessario che debba seguire la richiesta di dimissioni, o di rimozione, dell’intera governance dell’Azienda”. L’ex sindaco finora era stato in silenzio sul Muscatello, forse temendo di diventare nuovamente un parafulmine. “Ricordo bene gli assembramenti sotto casa, gli scampanellii di notte, i ‘garbati’ inviti a uscire, i danneggiamenti all’auto, la scorta nei giorni più caldi di fine maggio 2011”. Ma si è rassicurato quando ha visto che qualcuno di quel “manipolo di spregiudicati personaggi, tutti politicamente ambiziosi, che sobillava strumentalizzando la preoccupazione per i tagli, oggi ricoprono le più importanti cariche pubbliche in città”. E da quella comoda posizione si è distinto nell’avallare scelte un tempo contestate.

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Sfida a Pisani: l’ospedale non merita un’interrogazione?

Pisani e Di Pietro (foto Fb)

“In questo frangente, aiuterebbe sapere se il silente senatore intende presentare una interrogazione per perorare la causa del nostro ospedale”, scrive Carrubba. Stuzzicando il grillino Pino Pisani, ex primario del nosocomio e “bandiera” dei vecchi cortei di protesta. Nei giorni caldi delle polemiche sul Covid-center, che “azzerava” il presidio ospedaliero di prossimità in caso di incidente ambientale nella zona industriale, se n’era uscito con un sorprendente “fidatevi e affidatevi”. A sostegno del loro parlamentare pro-Ficarra erano poi scesi in campo la sindaca Cettina Di Pietro, e il gruppo consiliare 5S“A nostro parere la scelta dell’Asp di destinare e convertire il nostro ospedale alla cura dei contagiati meno gravi, può essere solo condivisa proprio per il senso di responsabilità e per l’impegno civile che contraddistingue la nostra comunità”, avevano scritto in un post del 16 aprile. Un mese dopo, però, hanno cambiato idea.

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Grillini bifronte: prima fidatevi ora pronti alla piazza.

“È giusto sapere ed è giusto che eventuali riorganizzazioni della rete ospedaliera siano prontamente portate all’attenzione dell’opinione pubblica a cui ne va spiegata la ratio”, scrivono i consiglieri 5 Stelle, il 17 maggio. Scoprendo quello che già a marzo i loro colleghi Enzo Canigiula e Vanessa Fazio avevano disperatamente segnalato, con interrogazioni cadute nel vuoto. A scoppio ritardato i grillini si accorgono che “l’emergenza sanitaria ha, di riflesso, pesantemente colpito tutti coloro i quali hanno bisogno di cure speciali, osservando un generale ritardo nella diagnostica e nelle terapie per i malati, primi fra tutti gli oncologici che, purtroppo, ad Augusta sono una realtà importante”. Fino a qualche settimana prima, bastava una semplice richiesta di deroga alla clausura in casa per i bambini con disabilità, che Di Pietro metteva nero su bianco come la minoranza “non fa altro che accrescere il malcontento”. Ora i pentastellati agitano addirittura la piazza. “Altrettanto chiaramente vogliamo dire che, se dovesse esistere una manovra per penalizzare il nostro ospedale approfittando del Covid, la nostra risposta sarà la mobilitazione ed è quella che chiederemo a tutti gli Augustani”.

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Voto d’autunno, inizia il duello fra gli ex sindaci.

Post del gruppo 5S del 16 maggio

“Invocano la mobilitazione della città dopo aver avallato per 5 anni, con imbarazzante servilismo istituzionale, ogni atto della governance dell’Asp”. Anche se l’opinione di Carrubba sulla “loro consueta faccia di bronzo” è ormai ampiamente condivisa e consolidata, pure fuori dai corridoi di Palazzo, il commento sul dietrofront grillino è certamente quello di un avversario in campagna elettorale per tornare a fare il sindaco. Tanto che se la prende pure con Augusta2020, nonostante una timida posizione contro l’Asp l’avevano presa mentre lui taceva. Ora però li accredita d’un “filo diretto” con le stanze dei bottoni sanitari. Attribuendogli un’intesa politica con Salvo Madonia, ex manager Asl strettamente legato all’ex governatore Raffaele Lombardo. Un siluro che poco c’entra col futuro del Muscatello e molto con la corsa elettorale contro un altro ex sindaco, Pippo Gulino. Ne è venuto fuori uno scontro social col gran ciambellano di quest’ultimo, il capogruppo Marco Niciforo, a base di “tirapiedi” e altre simili amabilità. Un termometro che segnala come, oggi, l’unica febbre a salire sia quella del voto d’autunno.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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