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Augusta2020 e la “stangata” elettorale nelle firme per restituire l’ospedale

Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021   13:56

AUGUSTA – La fase 2 non è ancora per il Muscatello. Sono risultate senza fondamento le voci su una imminente riapertura di Chirurgia, già dal 18 maggio. Nonostante nel Covid 1 sia rimasta da giorni una sola degente, come se fosse messa lì più a “presidiare” che occupare un reparto da 14 posti letto, e il Covid 2 da 18 posti continui a essere vuoto, nessun ritorno alla normalità è stato comunicato al personale sanitario. Il futuro continua a restare appeso alle decisioni dell’assessorato regionale alla Sanità, che a sua volta cerca lumi nelle indicazioni ministeriali sul dopo lockdown. Almeno ufficialmente, perché tutto sembra piuttosto dipendere dal rimpasto in giunta siciliana legato all’ingresso della Lega. E mentre dalla nebulosa palermitana si aspetta la nuova rotta per l’emergenza Coronavirus, è la politica locale che entra in fibrillazione sul nosocomio. Finora, sia pure con tempi e sfumature diverse, l’opposizione in cerca di visibilità ha avuto gioco facile contro l’acquiescenza della grillina Cettina Di Pietro. A rompere l’incantesimo di una opposizione aliena dai calcoli della campagna per le comunali, il 16 maggio è arrivato il documento di 5 consiglieri di minoranza. Dove “invitano” la sindaca “a rivolgersi ai vertici dell’Asp, affinché si adoperino per restituire agli usi legittimi un ospedale ricadente in area ad alto rischio di crisi industriale”. Un’iniziativa banale, sotto il profilo formale e sostanziale. Diventata però un “caso”, per il fatto che a firmarla era tutto il quartetto di Augusta2020. Più Vanessa Fazio, che con quel progetto politico non aveva nulla da spartire fino a quel momento.

Fazio firma col gruppo avverso:”Non è scelta di campo”.

La nota “incriminata” sul Muscatello.
copertina: in basso, il gruppo Augusta2020,
da sin. Errante, D’Onofrio, Niciforo, Canigiula.
in alto da destra, Fazio con Triberio.

E, probabilmente, non avrà niente da condividere nemmeno dopo. Almeno stando ai chiarimenti forniti dalla neo-consigliera con pochi mesi di esperienza nella carica, dopo quel suo autografo dalla lettura politica così suggestiva. “Non c’è nessun legame con le prossime amministrative“, puntualizza Fazio. Confermando la sua “permanenza del gruppo Misto“, nonché “una propensione” verso la ricandidatura a sindaco di Massimo Carrubba. La consigliera precisa di “aver solo condiviso un’iniziativa in favore dell’ospedale, che in origine voleva essere un testo inviato da ognuno dei 13 consiglieri d’opposizione”. Così invece non è stato, e il suo nome è addirittura finito in cima alla lista dei firmatari. “Solo un gesto di cortesia”, l’ha definito Marco Niciforo. Ma l’esperto capogruppo di Augusta2020 sa pure che tutto avrebbe provocato una interpretazione più “ampia”. Alle strette, conferma che si tratta di una iniziativa estemporanea. Però da buon architetto, di professione e in politica, lascia i pennarelli per far finire ad altri il disegno che ha in mente.

Niciforo: solo continuità con le azioni già condivise.

Marco Niciforo

“È il momento di pianificare il ritorno alla normalità”, premette Niciforo. Aggiungendo che “i consiglieri di A20, unitamente alla collega con cui sono state condivise le recenti iniziative politiche sul Muscatello, abbiamo inviato una nota al Sindaco chiedendole di attivarsi per la riapertura dei reparti ‘temporaneamente’ sospesi di Medicina e Chirurgia“. Il capogruppo-architetto continua dicendo che “pertanto, in continuità con le ultime uscite sui social e sulla stampa del gruppo consiliare e di Fazio, mi aspetto che l’obiettivo venga raggiunto nel più breve tempo possibile”. Conclude affermando che “bisogna essere consapevoli che questo argomento deve essere messo al primo punto dell’agenda dell’amministrazione. Ora attendiamo i fatti”. Ma per quanto riguarda i fatti di sua più stretta competenza, si nota una difesa dell’ospedale che Augusta2020 ha limitato a qualche casareccio video su Facebook. Non proprio il massimo per una lista civica che punta al ballottaggio, riesumando il radiologo Pippo Gulino dai “ruggenti” anni Novanta. Fra l’altro l’ex sindaco del secolo scorso, onorando il passato consiliare democristiano, nel primo e ritardato intervento sulla questione Covid-center era stato accomodante con Di Pietro. A tenere in piedi la battaglia più dura per l’integrità del nosocomio era stato Enzo Canigiula, lasciato solo per un bel po’ dai suoi compagni d banco a San Biagio.

“D’Onofrio, Errante e il capogruppo aggregati solo dopo”.

Di quel documento “senza fronzoli”, inviato per pec alla “gentile signora sindaca”, Canigiula in realtà sarebbe stato ispiratore e artefice. Almeno questo è quello che traspare dalle sue spiegazioni, nonostante il nome figuri in coda persino dopo l’ultima arrivata Gianna D’Onofrio, e l’evanescente Salvatore Errante“Siamo partiti insieme con Fazio, con cui abbiamo condiviso moltissimo in queste settimane di battaglie per il Muscatello, poi si sono aggiunti gli altri 3 di Augusta2020“, racconta il consigliere proveniente da Forza italia. In sostanza, sull’ospedale ha trovato sponda convinta in una potenziale avversaria alle comunali, mentre i compagni di cordata si mostravano alquanto tiepidi. Ora nega di aver tirato un trappolone alla consigliera ancora spratica delle sottigliezze di Palazzo, e giustifica l’attivismo a scoppio ritardato dei suoi. “Hanno capito che stavamo andando verso la giusta direzione”, e poi si sarebbero messi in pari. Ma la dura realtà è che lui ci ha messo la faccia per tutti, e ora tutti si rifanno il look usando il suo make-up. Come d’altronde sta accadendo, per ragioni diverse, anche per gli altri competitor alle amministrative.

Triberio, Canigiula e l’ingrato compito del “cireneo”.

Quando a Marghera è andato a fuoco un impianto, Giancarlo Triberio ha preso subito la palla al balzo. Sottolineando nuovamente i rischi che corre il Petrolchimico senza un ospedale di prossimità. “Anche al tempo del Covid-19 possono accadere incidenti nelle zone industriali”, ha scritto il capogruppo del Centrosinistra, in un post del 15 maggioRicordando che “da sempre, anche nella commissione consiliare di qualche giorno fa, ho sostenuto che essendo in area Sin e in zona altamente sismica, il Muscatello doveva essere lasciato alle proprie funzioni”. Perciò si chiede “cosa aspettano a restituirlo”. Ancora più graffiante è stato Canigiula, che su Facebook ha constatato che “purtroppo non siamo alle Maldive né a Cervinia. Sappiate, cari, che un minuto in più o in meno può valere una vita umana”, ha aggiunto, rivolgendosi alla direzione dell’Asp. Fra l’altro non è stata l’unica occasione che i due consiglieri, pur su fronti opposti, hanno trovato convergenza sulla questione nosocomio cancellato per Coronavirus. Come cirenei, hanno portato la croce al posto dei leader silenti. E come accaduto per l’ex Fi con l’ex Dc Gulino, anche l’ex segretario del Pd ha dovuto battagliare nel silenzio assordante dell’ex Ppi Carrubba. 

Muscatello: il coro muto Fdi mentre Di Mare gira clip.

Comunque sempre meno assordante dei Fratelli d’italia, partito che vuole esprimere la sindacatura ma è stato muto sulle decisioni della giunta regionale amica, senza spendere nemmeno un comunicato in difesa dell’integrità del Muscatello. Per amore di un’investitura sindacale tutta sua, la Lega aveva poi trovato una singolare convergenza sulle tesi del gruppo consiliare 5S. Il quale aveva persino evocato un patriottismo da radiogiornale Eiar, orgoglioso di avere un Covid-center all’ultima moda dove prima c’era solo un “normale” ospedale. La tesi leghista secondo cui “non è il momento delle polemiche campanilistiche”, e quindi zitti e mosca su Chirurgia spostata a Lentini anziché attrezzare l’ex Villa Salus, all’inizio aveva contagiato pure Peppe Di Mare. Quando il capogruppo di #perAugusta s’è però reso conto che si stava schiacciando, sulle stesse posizioni di aree incompatibili con la sua campagna a sindaco trasversale, ha aggiustato il tiro con un garbato esposto alla Procura contro le scelte Asp. E poi con una propria nota inviata direttamente all’Azienda, opportunamente annunciata il 15 maggio a mezzo videoclip Facebook di 93 secondi. Introducendo un tocco di veltroniano “ma anche”, in una corsa alle amministrative già con molte maschere e pochi volti.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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