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Amalfi, quando gli ex conventi portarono il Grand Tour 

La carenza di alloggi ad Amalfi ha preceduto la nascita e la diffusione del termine gentrificazione, coniato nel 1964 dalla sociologa tedesca marxista Ruth Glass. Chi scrive ricorda di aver ascoltato, già qualche decennio fa, l’accorato sfogo di una persona invitata a partecipare ad una tornata elettorale amministrativa, la quale obiettava: “Ma chi ci vota? Gli Amalfitani non votano più qui. Se ne sono andati a Pontone, Scala, Agerola, Minori, Tramonti… là dove è possibile trovare casa, e a prezzi più convenienti” 

La gentrificazione dall’inglese gentry = “piccola nobiltà” (e per estensione “alta borghesia”) indica il “progressivo cambiamento di un’area urbana da proletaria a borghese a seguito dell’acquisto di immobili e loro rivalutazione sul mercato, da parte di soggetti abbienti”.

Ad Amalfi a nobilitare le zone centrali ci aveva pensato il turismo

Gli Alberghi storici

All’inizio dell’Ottocento il Grand Tour faceva affluire i viaggiatori da tutta Europa e dall’America: Alloggiavano all’Hotel Cappuccini e all’Hotel Luna dai magnifici chiostri medievali. Erano gli ex conventi, soppressi e confiscati con le leggi eversive postunitarie del 7 luglio 1866 e del 15 agosto 1867. I turisti, come si cominciava a chiamarli, si fermavano a gustare l’ottima cucina di “Zì Ninetta” in quella locanda che diventerà in seguito l’Hotel Riviera

Gli ex conventi erano l’ideale come alberghi; non avevano bisogno di adeguamenti: le celle dei monaci diventavano ipso facto le camere per i turisti, il refettorio la sala da pranzo, la biblioteca il salotto e la spaziosa cucina della comunità monastica ben si confaceva a cucinare i pasti della clientela di un albergo. Oltre al chiostro, non mancavano altri spazi aperti. C‘era la chiesa ed erano circondati da giardini e boschi. 

A poco a poco, però, la necessità di una maggiore ricettività alberghiera, di più posti letto, faceva nascere nuovi alberghi, pensioni e ristoranti che assottigliarono le disponibilità abitative degli Amalfitani e, a causa degli esodi, i politici avevano perso parte del loro elettorato.

L’ex Hotel Cappuccini, dato in locazione dal Comune, proprietario dello storico edificio, prima alla Nh Framon Italy Hotels, è stato riaperto nel 2009 dopo un intervento di recupero, oggi è gestito dal gruppo alberghiero Anantara, specializzato nel segmento dell’ospitalità di lusso.

All’annuncio della riapertura, scrisse su éCostiera cartaceo il giornalista Sigismondo Nastri, memoria vivente di quasi un secolo di storia della Costiera: “Era ora che il più celebrato albergo di Amalfi, rientrato nella disponibilità del Comune, recuperasse il ruolo di biglietto da visita della città. Purtroppo non si chiamerà più “Cappuccini”, ma semplicemente “Grand Hotel Convento” e questo mi dispiace. Penso che a livello di immagine, rappresenti una perdita non irrilevante”. Ex convento di San Pietro della Canonica, era stato rilevato dalla famiglia Vozzi nel 1826. Vi alloggiò nel 1827 il poeta e drammaturgo tedesco August von Platen (Ausbach 1896 – Siracusa 1935) che dedicò ad Amalfi la sua lirica La gita meravigliosa.

Oggi è L’Anantara Convento  di Amalfi Grand Hotel. Un ricco album di foto d’epoca illustra la sua storia realizzata dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana. “Tutto inizia da una piccola grotta per poi passare ad essere un istituto nautico e un lussuoso albergo. Questa splendida struttura vanta un percorso di vita affascinante: è stata un luogo di preghiera e scoperta, una dimora di limoneti e viste mozzafiato sul Mediterraneo, oltre ad aver ispirato per centinaia d’anni artisti e viaggiatori da tutto il mondo. 

Nell’XI secolo la semplice Chiesa di San Pietro de Tczolo fu costruita dentro la grotta per la silenziosa contemplazione degli Asceti Cristiani. Nel 1212, il cardinale amalfitano Pietro Capuano costruì il suo monastero accanto alla chiesa”. Molti ricordi nostalgici fanno rinascere la foto dell’ascensore di ferro cigolante sospeso nel vuoto che portava all’albergo.

L’Hotel Luna Convento, ex convento, fu fondato nel 1222 da San Francesco d’Assisi, venuto in Costiera per imbarcarsi sulle navi amalfitane alla volta di Gerusalemme. Fu prima Locanda poi, nel 1821, trasformato in albergo. Da allora è stato sempre gestito dalla famiglia Barbaro, per ben cinque generazioni. Albergo storico, ha ospitato il fior fiore delle celebrità internazionali. Tra i suoi habitué il drammaturgo norvegese Henrik Ibsen (Skien, 20 marzo 1828 – Kristania, 23 maggio 1906), che qui scrisse Casa di bambola, il suo capolavoro. Nell’antico chiostro due artistiche gigantografie riproducono autografi, giudizi, versi e disegni tratti dai “libri d’oro” degli ospiti: celebrità del clero, della cultura, dell’arte, della politica dell’aristocrazia, provenienti da tutti i continenti. Ricerca storica realizzata dal giornalista Angelo Tajani e curata per la parte grafica e fotografica dal fratello Claudio. 

Tanti i personaggi famosi che l’Hotel Luna di Amalfi ha ospitato nel corso degli anni

Hotel Santa Caterina, sulla Strada statale Amalfitana (SS 163), nel tratto ora Via Mauro Comite, Hotel a 5 stelle Lusso. Si presenta così: “Attraversando più di un secolo di storia, dal Gran Tour alla tradizionale villeggiatura fino alla moderna vacanza esperienziale, l’Hotel Santa Caterina ha accompagnato ed incarnato la storia dell’ospitalità in Costiera amalfitana, che ha fatto innamorare il mondo con la sua Dolce Vita”.

Una prima immagine pubblicitaria dell’hotel Santa Caterina di Amalfi

Durante la Seconda Guerra Mondiale, questi alberghi hanno ospitato prima i militari tedeschi di stanza qui, poi quelli alleati con la funzione di rest camp per il lungo periodo della battaglia di Montecassino. Anch’essi hanno celebrato e divulgato la bellezza della Costiera amalfitana.

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