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Augusta, “Carta” sbagliata: Fi e un pezzo di 5S puntellano Di Mare

AUGUSTA – Arriva Forza italia a puntellare la maggioranza di Augusta, insieme a un pezzo del gruppo 5 Stelle. E l’amministrazione Giuseppe Di Mare supera in surplace il primo appuntamento in consiglio comunale, dopo i rivolgimenti delle regionali. Se i brutali voltafaccia della campagna elettorale dovevano scatenare un terremoto a Palazzo San Biagio, alla fine l’hanno provocato solo nell’opposizione. Che alla conta del 6 ottobre, dove il sindaco si è presentato schierando la giunta al completo, si è sfaldata sulle variazioni di bilancio. Approvate già alla prima convocazione, grazie al numero legale assicurato dalla coppia di consiglieri forzisti e dal grillino fresco di seggio. Si è squagliato invece il fronte attribuito al primo cittadino di Melilli, Peppe Carta. Il neo deputato regionale Mpa voleva dare una lezione al collega augustano, e invece ne ha ricevuta un’altra. La prima gli era stata impartita durante la corsa per l’Ars, quando aveva fatto conto su un politico che per gli impegni rimangiati ha perso molti sostenitori della prima ora. Un errore pagato col sovrapprezzo dei capi elettori che l’alleato – solo di nome ma non di fatto – gli ha disinvoltamente sfilati, per dirottarli verso il concorrente Fdi Carlo Auteri. Il secondo smacco è arrivato quando è rimasto a casa uno soltanto dei suoi consiglieri di riferimento, Roberto Conti. Mentre gli altri hanno bellamente ignorato l’ordine di scuderia. Compresi l’assessore Giuseppe Tedesco e il vicepresidente del consiglio, Biagio Tribulato. Il quale non è rimasto leale nemmeno a Massimo Carrubba, nuovo capo di gabinetto a Melilli. Eppure l’ex sindaco di Augusta l’aveva portato sul palco come futuro assessore, aiutandolo poi a diventare il più votato alle comunali.

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A vuoto sabotaggio dell’aula ordito da Melilli, sindaco esulta: oggi è festa per le persone perbene.

Giuseppe Di Mare e Marco Stella.

“Oggi è un giorno di festa per le persone perbene“, ha esultato Di Mare, quando è riuscito a portare a casa il risultato con 11 voti favorevoli e 3 astenuti. Al terzetto di oppositori che gliel’ha permesso, piantonando in solitaria i banchi desertificati dal resto della minoranza, il sindaco ha espresso “l’augurio che sia l’inizio di un percorso”. Quale possa essere, è tutto da capire. Per il momento, il sostanziale appoggio esterno di Forza italia è mascherato da “opposizione responsabile”. Corrado Amato l’ha presentata in questo modo, quando ha annunciato la sua intenzione di soccorrere la maggioranza in temporaneo deficit di numeri, insieme alla collega Mariangela Birritteri. Nonostante avesse a che lamentarsi col presidente del consiglio, Marco Stella, su alcune sue interrogazioni per l’accessibilità estiva nelle zone balneari, che in pieno autunno sono ancora senza risposta. Il forzista inoltre ha puntualizzato che “è mia intenzione continuare a fare il consigliere di opposizione. Ma, evidentemente, solo quando non può nuocere all’amministrazione. “Ho compreso che avete problemi nella maggioranza”, perciò “diamo i numeri per far passare il provvedimento”, ha sottolineato. Lodando il primo cittadino “per la sua indipendenza, senza meglio precisare da cosa. E avvisando il sindaco-deputato del Comune confinante, “che non ti puoi permettere di mettere i bastoni fra le ruote al mio sindaco”.

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Gruppo grillino si spacca: il nuovo consigliere torna in aula coi forzisti per tenere il numero legale.

Corrado Amato, Mariangela Birritteri e Federico Palazzotto nei bachi dell’opposizione.

Invece nessuna spiegazione è arrivata in aula dal grillino dissociatosi dal suo gruppo, per aiutare i berlusconiani a puntellare la maggioranza. Fra l’altro, Federico Palazzotto era consigliere comunale solo da un’ora scarsa. Dopo le dimissioni a sorpresa di Marco Patti, il più votato della lista 5 Stelle, doveva subentrare Aurora Di Grande. E così è stato in apertura di seduta, ma solo per qualche minuto. Perché la prima dei non eletti ha subito dato le dimissioni, senza nemmeno entrare in carica. Spiegando al consiglio che rinunciava perché non poteva garantire assiduità, a causa dei suoi prossimi impegni fuori sede. Il pentastellato successivo in graduatoria l’ha sostituita seduta stante, iniziando il mandato all’insegna dell’indipendenza dal suo gruppo consiliare. In un primo momento si era allineato, quando le due colleghe 5S avevano abbandonato l’aula per sabotare la seduta. Poi ci ha ripensato, ed è tornato indietro aggregandosi alla coppia di Forza italia. Insieme a loro si è astenuto sui punti all’ordine del giorno che premevano all’amministrazione, ma contribuendo a farli passare grazie alla garanzia del numero legale. Ora resta da vedere se questa convergenza coi forzisti proseguirà nel futuro, e in che forma. In altri tempi il Movimento avrebbe reagito duramente a simili gesti di autonomia. Ma oggi l’espulsione ne comporterebbe la cancellazione come gruppo autonomo, che richiede un minimo di 3 componenti. Nè i berlusconiani danno mostra al momento di volersene creare uno proprio, scaricando il capogruppo renziano Manuel Mangano per imbarcarsi la matricola M5s.

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“Amministrazione Fdi dopo risultato Auteri? Resta civica ma è protagonista a Roma e Palermo”.

il sindaco fra Manlio Messina e Carlo Auteri (foto Fb).

L’impressione è che buona parte del consiglio, sia nella maggioranza che all’opposizione, resti in attesa degli eventi a Palazzo di città. Mangano, che si era candidato all’Ars col Terzo polo, insieme a Milena Contento e Giancarlo Triberio ha provato a stanare Di Mare sull’inevitabile appartenenza partitica prossima a venire. Punzecchiando sul sostegno esibito ad Auteri, coi buoni uffici del suo sponsor in Fdi, Manlio Messina. Ma il sindaco non si è sbilanciato, confermando il carattere civicodella sua giunta. Almeno per il momento, dato che ha assicurato l’intenzione di “voler essere protagonisti a Roma e a Palermo“. Rimarcando che “vogliamo stare accanto a chi governa”, sia alla Regione Siciliana che in Parlamento. Evita comunque di negare che la sua amministrazione abbia sostenuto in larga parte il meloniano Auteri, rivendicando anzi un’elezione all’Assemblea siciliana che l’ha visto “il più votato in città”. Tuttavia aggiunge che “dobbiamo fare squadra con chi ha sostenuto i vari candidati”. Solo che il “protagonismo” nella stanza dei bottoni è una pia intenzione, senza aderire apertamente a un partito del centrodestra vincente. E altrettanto difficili sono le “sinergie” con i deputati che contano nel collegio, se al momento delle puntate si è giocato tutto su un solo cavallo. A meno che non abbiano assicurata voce in capitolo dentro il Comune, coloro che dovranno fare sponda nei Palazzi importanti. Quali assessori oggi si sentono tremare la poltrona?

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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