Tu sei qui
Home > ERROR404.ONLINE > Sonatrach Augusta, Algeri: l’Interpol arresti il Ceo che comprò da Esso

Sonatrach Augusta, Algeri: l’Interpol arresti il Ceo che comprò da Esso

AUGUSTA – Ora è un ricercato dell’Interpol il protagonista dell’affaire Augusta“, come la stampa nordafricana ha battezzato l’acquisto Sonatrach della vecchia raffineria Esso in Sicilia. Contro l’ex presidente dell’azienda di Stato algerina, Abdelmoumen Ould Kaddour (nella foto in copertina), è stato infatti spiccato un mandato di cattura internazionale per presunto abuso di funzioni e sperpero di denaro pubblico. A darne notizia il 24 febbraio è stato il primo ministro dell’Algeria, Abdelaziz Djerad, durante un discorso a Laghouat per il cinquantesimo anniversario della nazionalizzazione degli idrocarburi. Parlando agli operai che festeggiavano pure i 65 anni di fondazione dell’Unione generale dei lavoratori algerini, ha rivelato che a chiedere l’arresto “contro l’autore principale dell’acquisto” è stato il pool giudiziario per i reati economici e finanziariContinueremo a perseguire tutti i responsabili implicati nei casi di corruzione e nei tentativi di attentare all’economia nazionale“, ha detto il premier, senza tuttavia nominare espressamente l’ex Ceo della multinazionale statale. Anche se i giornali nazionali hanno subito collegato il riferimento al discusso manager, riparato all’estero subito dopo la sua brusca rimozione nell’aprile 2019. Il suo più stretto collaboratore nella compravendita dello stabilimento augustano, Ahmed Hashemite Amazighi, lo scorso luglio era già stato raggiunto da un ordine di custodia cautelare in carcere.

PER APPROFONDIRE: Algeri, arresti a Sonatrach per l’acquisto Augusta: troppo cara per i vincoli

Inchiesta pure sui contratti di Kaddour con Hulliburton.

Secondo il giornale Observe Algerie, l’ex direttore generale Kaddour “si trova attualmente in Francia, dove gestisce fiorenti affari immobiliariAnche se negli ambienti siracusani gira voce che continuerebbe comunque la sua attività di consulenza nel settore petrolifero, con una clientela di multinazionali Usa. D’altronde, colui che è stato presidente Sonatrach fra il marzo 2017 e l’aprile 2019, con gli americani ha sempre avuto dimestichezza sin dal master al prestigioso Mit di Boston. Contatti che poi sono tornati utili nel 1993, quando diventa presidente della “Brown & Root Condor“, una compartecipata dove l’azienda di Stato detiene 51 per cento. Il partner è invece una controllata di Halliburton, gigante nei lavori pubblici e nello sfruttamento petrolifero che opera in 120 paesi. Fra i suoi manager c’è stato Dick Cheney, vicepresidente di George Bush junior durante la seconda guerra del Golfo, oggetto di polemiche al Congresso per appalti di favore in Iraq dati alla sua vecchia società. In base a quanto riportato dalla stampa locale, anche la magistratura algerina vuole vederci chiaro sulla partnership con quegli americani. Nell’inchiesta in corso “il secondo dossier è legato a contratti over-the-counter, concessi a condizioni sospette a BRC“. Si tratta operazioni fuori dai circuiti regolamentati, sui quali gli inquirenti sospettano “astronomiche fatturazioni”. Un’indagine, ricorda il prestigioso quotidiano El Watan, aperta nel 2006 e rimasta a “languire per anni”. Tanto che l’indagato, riabilitato dopo un arresto per “spionaggio” avvenuto nel 2007, era poi tranquillamente arrivato al vertice dell’azienda di Stato.

PER APPROFONDIRE: Dossier Sonatrach Augusta, i media arabi: fare pulizia su vicenda opaca

I dubbi della Schlumberger sui costi occulti di Augusta.

Nel fascicolo giudiziario su Kaddour, però, i faldoni più pesanti sono quelli dell’affaire in Sicilia. Quando il Ceo oggi ricercato si insediò alla guida di Sonatrach Spa, fra i suoi primissimi atti ci fu la trattativa con Esso per rilevarne le attività in Italia. Un contratto concluso a tempo record nel 2018, riguardante anche i depositi costieri di Napoli e Palermo. L’obiettivo dichiarato era quello di rifornire con prodotti raffinati in proprio, la crescente domanda di carburante della madrepatria. In quel momento ad Algeri c’era un assetto politico diverso dall’attuale. E l’operazione da 720 milioni di dollari venne applaudita, nonostante le voci dissenzienti. Fra loro c’era quella di Hocine Nasser Bouabsa, già direttore generale di “Schlumberger North-Africa“, costola della “più grande società per servizi petroliferi al mondo”. Nel maggio 2018, su Algeriepatriotique, il manager scriveva:“Non comprate la raffineria di Augusta!”Chiedendo di fermare l’operazione “prima che sia troppo tardi”. L’articolo ricorda che “l’esperto ha inoltre evidenziato ramificazioni che determinano un significativo fattore di costo aggiuntivo a discapito della redditività e del trasferimento da parte di molti dei principali attori della raffinazione, come ExxonMobil e Total, delle loro attività al di fuori dell’Europa“. 

PER APPROFONDIRE: “Augusta in perdita e strapagata”, lo scandalo Sonatrach scuote l’Algeria
PER APPROFONDIRE: Scandalo Sonatrach Augusta, Algeri assicura: andiamo avanti. Davvero?

La Raffineria annuncia ai sindacati nuovi investimenti.

A gravare occultamente sui conti, secondo la tranchant analisi del manager ripresa da Algeriepatriotique, sarebbero state le relazioni sindacali e il contesto ambientale “inquinato” da contaminazioni ecologiche e criminalità organizzata. Un giudizio forse influenzato dal processo per infiltrazioni mafiose al Comune, che non si era ancora concluso col riconoscimento della inesistenza di condizionamenti. Affermazioni accompagnata inoltre dalla nota che “l’ubicazione della raffineria è in una zona fortemente inquinata e la reazione dell’opinione pubblica locale, che chiede la chiusura definitiva della raffineria per motivi ecologici“. Le forzature dell’ex manager concorrente Bouabsa, riproposte dalla stampa algerina nonostante la sostanziale assenza di riscontri, sono indicative del clima che in Algeria avvolge l’inchiesta su Kaddour. Il gruppo Sonatrach rappresenta il 35 per cento del Pil algerino, e vale il 95 per cento delle esportazioni. E’ evidente che intorno l’azienda di Stato si gioca una partita ben più ampia della semplice inchiesta giudiziaria. La quale arriva in un momento in cui la multinazionale nordafricana fa i conti con la crisi mondiale da Covid, che già a fine 2020 le facevano stimare in 10 miliardi di dollari la perdita di fatturato rispetto al 2019. La spirale inflazionistica prevista dal governo al 5 per cento per il 2021, e il mezzo milione di posti di lavoro persi lo scorso anno a causa della pandemia, sono uno scenario che per questioni di politica interna forse induce Algeri a letture eccessivamente “negative” su quanto accade in Sicilia. Dove invece la direzione della raffineria ha incontrato nei giorni scorsi i sindacati, per annunciare un importante progetto di investimenti nella logistica.

PER APPROFONDIRE: Nubi nere su Sonatrach, ecologisti Augusta e Melilli in consiglio comunale
PER APPROFONDIRE: Sonatrach Augusta non c’è al consiglio sulla bonifica, ira ecologista sui 5S

Agenzia Ita: conti in rosso e boom di spese personale.

Le “ottime notizie” rimbalzate da fonti sindacali interne, insieme a una vistosa attività di sponsorizzazione sul territorio augustano, dovrebbero fugare molti timori. La cui genesi però non affonda negli sviluppi della tangentopoli algerina, seguita in Sicilia con distacco. A dare corpo alle paure locali è piuttosto un lancio della “Italian trade agency“, gestita dai nostri ministeri degli Esteri e dello Sviluppo economico. Il 18 novembre, questa “agenzia di commercio e investimento” titolava Sonatrach: conti in rosso per la raffineria di AugustaIl report spiegava che “evolve così contro corrente rispetto agli obiettivi fissati al momento della sua acquisizione”. Infatti “le spese del personale della Raffineria Italia Sonatrach sono passate da 673 milioni di dinari nel 2018, a 10.140 miliardi di dinari nel 2019; mentre gli oneri finanziari hanno totalizzato 659 milioni di dinari durante lo stesso esercizio, si legge nel bilancio 2019 del gruppo”. Inoltre “lo stesso bilancio segnala una perdita di 1,274 miliardi di dinari sul valore di mercato della raffineria nel 2019 rispetto al 2018, data della sua acquisizione da ExxonMobil“. Il rapporto ricorda che “l’acquisizione era costata al gruppo quasi un miliardo di dollari. E che “poco dopo l’acquisizione Sonatrach aveva preso in prestito 250 milioni di dollari da un istituto finanziario saudita, per le esigenze della manutenzione e dell’approvvigionamento di petrolio della raffineria vecchia di 70 anni. Un affare apparso subito traballante agli esperti del settore, che il mandato di arresto internazionale rischia di trasformare in un caso da antologia per le tangentopoli di tutto il mondo.

PER APPROFONDIRE: Sonatrach e Sasol regalano un pozzo per l’isola di Augusta in crisi idrica
PER APPROFONDIRE: Economia coronavirus: Pmi in rosso, Sonatrach Spa dimezza investimenti
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

Lascia un commento:

Top