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Comunali Augusta 2020, torna il centrodestra dei partiti coi gattopardi

Ultimo aggiornamento martedì, 2 Marzo, 2021   20:55

LA NOTA – Ad Augusta torna il centrodestra dei “gattopardi”. O almeno, ci prova. Perché l’operazione di rimettere in piedi una coalizione fotocopia del bel tempo (berlusconiano) che fu, sembra ancora arrancare. Nonostante gli sforzi di un pezzo da 90 come Paolo Amato, nuovamente sul campo di battaglia dopo qualche anno di profilo basso. L’ex consigliere provinciale forzista sta apparecchiando un tavolo dove far sedere, accanto alla sua Forza Italia, pure l’Udc, Fratelli d’Italia e la Lega. L’obiettivo è ricreare un polo di attrazione che conta tanto sull’appeal dei simboli, come sull’esperienza dei dirigenti. In modo da dire tutti insieme la propria, sulle prossime candidature a sindaco.

Forza Italia vuole rilanciare il centrodestra dei partiti.

Amato viene allo scoperto, facendo filtrare la notizia sulla sua iniziativa, dopo che la federazione #perAugusta ha accelerato la spinta sul suo capogruppo Peppe Di Mare. E il centrosinistra si è finalmente deciso ad accantonare momentaneamente i feroci distinguo interni, specialità della casa, per cominciare a discutere su cosa vuole fare da grande. Le leggende metropolitane che animano l’ultima estate prima delle comunali 2020, raccontano di una riunione carbonara dove Niky Paci avrebbe brillato per l’opportuna assenza. Arrivata, pare, dopo l’invito forzista a guardare dal lato politico dell’emiciclo dove è stato sempre seduto. E dove il Pd si sarebbe presentato con una pluralità di rappresentanti, nemmeno esaustivi di tutte le correnti che agitano quel partito.

Paolo Amato: alla Provincia è stato realizzato tanto.

Amato quell’iniziativa la vuole smontare, prima che inizi ad arruolare pezzi di ceto politico affatto intenzionati a confluire su Di Mare. Perciò boccia subito il capogruppo Marco Niciforo, che punta a coagulare una coalizione intorno Augusta 2020. “Ha sempre guardato al centrosinistra, non c’entra nulla con Forza Italia che non ha mai amministrato questa città. Nè con un centrodestra che alla Provincia ha realizzato tanto”. Solo che il leitmotiv sui partiti del “fare” può non bastare, a convincere elettori che nelle urne dimostrano memoria cortissima. Perciò il forzista insiste a “distinguere fra europee e comunali, che non sono affatto la stessa cosa”.

Bocciato il civismo: serve solo a mimetizzarsi.

In sostanza spera che i simboli, accanto i nomi giusti, possano ancora avere un peso nelle cabine elettorali. “Il civismo serve solo a mimetizzarsi”, sentenzia Amato. Bocciando anche il progetto Di Mare, tutto sbilanciato verso questa prospettiva. Al punto da mettere in discussione una candidatura già lanciata, sottoponendola eventualmente al rischio primarie pur di allargare la coalizione dei movimenti. Il referente forzista vuole insinuare una terza forza, fra le due alleanze che iniziano a comporsi. Ma nomi da contrapporre ai due capigruppo consiliari non ne fa. Parla di “priorità al programma, e successivamente di individuare qualcuno per realizzarlo che abbia “una mente serena, e sia uno pratico”.

Avviso alla Lega: il candidato sindaco deve aggregare.

Amato spiega che “in una città complessa e complicata come Augusta occorre un sindaco con le collaudate capacità del manager e dell’imprenditore”. Ma soprattutto, e questo è il punto dolente del suo progetto, “che abbia capacità di aggregare“. Una caratteristica, quest’ultima, che sembra un siluro confezionato su misura per le aspirazioni del leghista Massimo Casertano. Il gattopardo forzista è parecchio freddo sulle potenzialità del neo salviniano, di cucire una coalizione con chance di vittoria. Perciò fa capire che a quel tavolo del centrodestra siederanno anche il dissidente interno Saro Salmeri, che agita il dopo-voto nel circolo della Lega. Il che non appare il modo migliore per iniziare a porre le basi di un percorso comune.

Forzisti alle prese con l’immagine del dopo-Timmoneri.

Intanto, però, Amato dice di aver già trovato interlocutore interessato in qualche dirigente padano a livello nazionale. Sarà, ma la quinta colonna di Forza Italia in via Bellerio dovrà scontrarsi con logiche di governo difficili da prevedere. Inoltre FI non si presenta nel modo migliore, dopo la voragine che l’ha inghiottita alle ultime europee, anche in città. Dove è fortemente arretrata rispetto le regionali. Quando, cioè, il circolo era affidato ad Andrea Timmoneri

Le rovine del circolo lasciate da Edy Bandiera.

Il disinteresse dell’assessore regionale Edy Bandiera per le vicende augustane ha fatto allontanare questo volto nuovo, sul quale il partito aveva puntato per darsi una patina di rinnovamento. L’operazione aveva avuto un discreto successo sul piano dell’immagine, e dei risultati per l’Assemblea siciliana. Poi la rottura consumata nel silenzio, che ha portato alla chiusura della sede e alla fuga del consigliere Enzo Canigiula verso Augusta 2020. Pare che Timmoneri adesso che stia mettendo in piedi una sua lista con i delusi dell’esperienza forzista.

“Col programma solido è facile la scelta del sindaco”.

Il peso elettorale di Forza Italia ricade perciò tutto sulle spalle di Amato, con un seguito collaudato ma non più sufficiente a dettare l’agenda nelle coalizioni già in corsa. Così cerca di metterne in piedi una, marchiata coi loghi del centrodestra. Affidandosi ai vecchi gattopardi che li detengono. Un’operazione rischiosa, se il “civismo” partorisse liste robuste a sostegno di uno o due candidati ben identificati e identificabili. Il “programma” che il forzista ritiene prioritario, invece, rischia di arenarsi sulle aspirazioni di quanti vogliono la candidatura a Palazzo. Il berlusconiano di ritorno, però, dissente. “Una volta elaborato un programma solido, persino le primarie sarebbero superflue: il sindaco potremmo anche sceglierlo a sorteggio“.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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