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Porto Augusta, Di Sarcina: i container treno perso, futuro nelle pale eoliche

AUGUSTA – Movimentazione container, “un treno ormai passato”. Via della seta, “come sopra”. Traffico petrolchimico, “un declino nella natura delle cose”. Per il porto di Augusta, “il futuro ora si chiama nuove energie”. A vedere Punta Cugno come l’hub siciliano per la componentistica del green power e non solo, è Francesco Di Sarcina, presidente di fresca nomina all’Autorità di sistema del Mare di Sicilia orientale. Il debutto pubblico dell’ingegnere che guida la Port authority in coabitazione con Catania, è arrivato il 27 maggio nel salone nobile del Palazzo di città. Dove è stato invitato dall’amministrazione comunale non per parlare di portualità, avendone già ampiamente discusso il giorno prima direttamente con gli operatori del settore, convocati nell’aula consiliare. Bensì per discettare di letteratura, come autore del romanzo auto-finanziato Marsili“. La presentazione della sua prima e “sicuramente unica” opera letteraria, ispirata alle eco-mafie e scritta nell’arco di un decennio in cui ha pure dipinto una ventina di quadri, è stata occasione per sondare gli indirizzi della nuova governance portuale. Che “non intende cancellare quanto avviato dalla precedente”, ma nemmeno forzare i tempi per dilatare il perimetro delle sue competenze fino a Capo Santa Croce.

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Il presidente-scrittore conquista gli amministratori: tutti in fila per una dedica su “Marsili”.

L’intervista è concessa a margine di una presentazione impeccabilmente condotta dal giornalista Silvio Breci, e trasmessa in diretta streaming, dove ha raccolto consenso unanime per schiettezza intellettuale e umana simpatia. Poi materialmente concretizzatesi nella vendita seduta stante di tutte le dieci copie portate al Maggio dei libri, nonché nella fila di amministratori che si sono messi in coda per farsi dedicare il volume dal costo abbordabile di 5 euro, diligentemente raccolti dal sindaco in persona. “Mi piace il clima che c’è ad Augusta”, dice il manager portuale, sottolineando “l’accoglienza straordinaria” ricevuta dopo la sua tribolata nomina all’Autorità portuale. Il suo esordio al vertice di una Adsp è infatti arrivato dopo un’aspra lotta fra politica locale e partiti nazionali, che ha bruciato un candidato dietro l’altro. Scontro conclusosi con la scelta del cinquantaseienne ingegnere civile nato a Gaeta, figlio di un capitano dei traghetti Siremar nella rotta Milazzo-Napoli, che a Messina ha conseguito laurea e competenze nella Port authority. A Punta Cugno però è arrivato via La Spezia, dove era direttore generale del porto, nonché instancabile trekker sulle Apuane “patrimonio Unesco”. Un approccio al contesto ambientale, che nella rada Megarese ha subito tradotto in un programma di aree verdi, che farà “rimettere a posto con la lingua” a chi le manda in malora. “Perché perdere la bellezza significa far avanzare il degrado”, spiega dal tavolo presidenziale dove siede l’assessore alla Cultura, Pino Carrabino.

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Ridimensionati obiettivi per intercettare traffico container, Gnl appeso a scelte della politica.

Per chi ha la determinazione di affrontare “5 ore e mezza di cammino fra le nevi perenni”, e raggiungere “il rifugio più alto d’Europa solo perché si è prefissato di farlo, i porti gemellati di Augusta e Catania sono una sfida da affrontare con lo stesso piglio. “Solo con le decisioni forti si cambiano le cose”, dice Di Sarcina al pubblico in sala. Al taccuino del cronista spiega meglio che in concreto significa abbandonare le seducenti chimere, per un bagno di realtà. “Si è persa l’occasione sul mercato dei container nel Mediterraneo; il transhipment “ancora si farà, ma con volumi più bassi”. Piazzare Punta Cugno come terminal per le giramondo, dove “rompere” il carico da redistribuire su navi più piccole, “è più difficile di 10 anni fa”. Inoltre “anche la Via della seta è persa”, a prescindere dalle implicazioni geopolitiche legate agli accordi marittimi privilegiati con la Cina. Nemmeno sui traffici petroliferi c’è da fare affidamento più di tanto per il futuro, “considerato il progressivo abbandono delle fonti fossili“. Il quale si tira dietro anche il contestato deposito galleggiante di Gnl, progettato per essere modulare e facilmente ampliabile semplicemente aggiungendo bettoline. La risposta sul tema la considera “implicita” nel ragionamento verso le rinnovabili, anche se appare un po’ evasiva. E’ infatti un dossier dove l’amministrazione comunale vuole dire la sua, sia per le prospettive imprenditoriali legate al retrostante polo del gas, sia per le ricadute occupazionali prospettate dal consigliere Ciccio La Ferla quando è uscito polemicamente dalla maggioranza.

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Competenze Adsp dilatate a Xifonio e Faro:”Non butto quanto fatto però sento territorio”.

Il nuovo presidente Adsp ci tiene “ad ascoltare il territorio“, non solo sulla questione del gas naturale liquefatto per rifornire navi e autotreni. Così non si sbilancia nemmeno sul nuovo piano regolatore portuale, che la precedente gestione di Andrea Annunziata aveva gonfiato fino al golfo Xifonio e alle coste del Faro, con la complicità dell’amministrazione grillina e la contrarietà degli ambientalisti. Sostenuti dall’intera opposizione consiliare, dove all’epoca spiccava come capogruppo l’attuale sindaco Giuseppe Di Mare. Ora la nuova giunta deve ancora capire che posizione prendere. Da un lato ha una governance portuale amica, che le consentirebbe di influenzare le scelte imprenditoriali sul demanio marittimo, senza pagare pegno alle forze politiche presenti in consiglio. Ma dall’altro lato il Comune si priverebbe dei lauti introiti derivanti da un litorale, che il progettato depuratore farebbe diventare balneabile e appetibile per gli investimenti nel turismo. Perciò Di Sarcina prende tempo, confermando che “non intendo buttare ciò che è stato fatto” sul nuovo prg dell’Autorità portuale. Ma puntualizzando che “ancora deve compiere tutto il suo iter”, quindi c’è tempo perché la Regione esprima un decisivo parere contrario. Considerando che il governatore Nello Musumeci è in scadenza, fa capire che tutto sarà rinviato alle scelte del successore. Fermo restando comunque “l’ascolto” degli orientamenti a Palazzo di città.

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Punta Cugno terminal siciliano dei project cargo per gli impianti del green power: e non solo?

sopra, Francesco di Sarcina; precedenti, momenti della presentazione col sindaco Di Mare e l’assessore Carrabino.
copertina, pale eoliche a Monte Lauro.

Nonostante il presidente Adsp sia schietto sui sogni di gloria destinati a fare i conti con le difficoltà del mercato marittimo, per Augusta vede prospettive incoraggianti. “L’opportunità arriva dalle nuove energie“, annuncia Di Sarcina. E soprattutto da queiproject cargo che servono per produrle”. Si tratta di “un settore articolato e complesso, che si caratterizza per la movimentazione di carichi pesanti o fuori sagoma, di interi stabilimenti industriali o impianti estrattivi”, spiega l’azienda specializzata Savino Del Bene. Il sito societario aggiunge che “tali situazioni necessitano di soluzioni logistiche innovative e personalizzate, dove la competenza tecnica, la conoscenza ingegneristica, la valutazione dei rischi rappresentano elementi cruciali per il buon esisto del trasporto, e per la salvaguardia dei beni e delle persone coinvolte”. A Punta Cugno l’Autorità portuale vuole far arrivare i componenti per la produzione delle rinnovabili, “da assemblare poi in impianti localizzati nell’entroterra siciliano“. In sostanza la rada Megarese diventerebbe “uno dei terminal della Sicilia“, per quanto riguarda le pale eoliche. Ma non solo loro, evidentemente, visto che il manager portuale parla di offerta diversificata“. Le trattative sono in corso, quindi è naturale che ulteriori dettagli non vengano forniti. Devono quindi aspettare le curiosità sulla “componentistica” che approderà al porto commerciale. Perché potrebbe non essere solo quella destinata a sfruttare sole e vento.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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