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Augusta, pozzo “manomesso”: gente in piazza, fascicolo in Procura

Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021   01:10

AUGUSTA – Stavolta il pozzo alla Villa si è “sabotato” da solo. Neanche 24 ore dopo la scioccante denuncia dell’amministrazione comunale di Augusta, su una “verosimile manomissione” della pompa di sollevamento avvenuta nella notte fra il 18 e il 19 scorsi, il 22 febbraio la trivella ai Giardini pubblici ha nuovamente iniziato a sputare acqua e fango. Quando dai rubinetti dell’Isola usciva liquido giallastro già da diverse ore, e i social venivano inondati da fotografie inequivocabili, il Comune si è piegato ad ammettere il disservizio. E nella tarda mattinata ha diffuso un avviso a mezzo Telegram, dove parla di “previste operazioni tecniche nell’apparato elettrico di trasmissione, installato per monitorare il funzionamento e le operazioni di lavaggio”. Peccato che di queste “operazioni”, per quanto dichiaratamente“previste”, gli amministratori 5 Stelle non avessero fatto alcun cenno nell’ampia conferenza stampa a Palazzo di città, svolta il giorno prima proprio sull’argomento crisi idrica.

Trasmessa ai pm la denuncia sul sabotaggio.

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Non ne aveva fatto parola la sindaca, Cettina Di Pietro. E nemmeno la vicesindaca, nonché assessora ai Lavori pubblici, Roberta Suppo. Anzi, per l’ultimo distacco avevano addirittura prospettato un sabotaggio presumibilmente legato al clima elettorale. Un’accusa grave e inquietante, evidentemente espressa con cognizione di causa, considerato che nell’impianto manomesso non era stato riscontrato alcun segno di effrazione. Al punto che, il 21 febbraio, avevano formalizzato una articolata denuncia contro ignoti presso il locale commissariato. Corredata da una dettagliata relazione ricevuta dall’ingegnere capo dell’ufficio tecnico, Carmelo Bramato. Quell’esposto, com’è naturale che accada per segnalazioni di quella gravità, è stato trasmesso subito in Procura. E ora si attende di conoscere il nome del pm titolare del fascicolo. 

Crisi monitorata da prefettura e Palazzo di giustizia.

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Già dallo scorso novembre, comunque, la nuova procuratore capo era stata dettagliatamente “attenzionata” su quanto stava accadendo nel Centro storico di Augusta. Ma su una vicenda che all’epoca aveva solo i contorni della semplice “incapacità” amministrativa, Sabrina Gambino non aveva sovrapposto altre iniziative a quelle già adottate dalla prefettura. Un compito di monitoraggio che la prefetta Giuseppina Scaduto ha svolto con discrezione, ma puntuale costanza quotidiana. La denuncia penale presentata da sindaca e vicesindaca, adesso cambia tutto. Perché, agli evidenti problemi di ordine pubblico per una crisi idrica protratta da 4 mesi, si sono sommate le inquietudini per una effrazione che non ha lasciato tracce.

Le inquietudini sulla “manomissione” senza scasso.

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Manuel Mangano, esponente di Italia viva e presidente di Bella storia.
Copertina e sotto, la protesta per 4 mesi di crisi idrica.

Il sabotatore si è limitato a staccare la luce o si è spinto a qualcos’altro di più pericoloso, in un impianto che porta l’acqua nelle case di 9 mila residenti? Se lo è chiesto Manuel Mangano, parlando ai manifestanti che il 22 mattina si sono nuovamente radunati in piazza Duomo. Al megafono ha dato voce alle molte domande che la “torbidità” di questa storia si trascina dietro dal 25 ottobre, quando il Comune fu costretto a emettere il divieto di potabilità. Poi coraggiosamente revocato il 12 febbraio, nonostante la limpidezza non si fosse completamente stabilizzata. L’esponente di Italia viva ha espresso “preoccupazione” per quella denuncia dell’amministrazione 5S“perché non si sa se siano stati fatti controlli approfonditi nel pozzo”. Le analisi quotidiane, infatti, si focalizzano sui parametri fissati dalla legge. Per vedere se c’è qualcosa di “diverso”, occorre fare una ricerca mirata

Denuncia dopo i post su “complotti” contro i 5S.

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Ovviamente è solo un’ipotesi teorica, quella della “manomissione” che si è spinta oltre il banale intervento “abusivo” su un interruttore. Però, quando si è esasperati da disagi lunghi un’intera stagione astronomica, ogni pelo diventa una trave. Specialmente se gli amministratori ci mettono del loro. Rendere pubblica quella denuncia sul sabotaggio, magari compromettendo le indagini in corso della polizia, ha alimentato preoccupazioni. Egualmente accompagnate da “velenosi” sospetti, considerato che da qualche giorno circolavano in rete post di noti militanti grillini, dove si ventilava un “complotto” contro la loro amministrazione. Un po’ come accaduto con Virginia Raggi a Roma, dove impiegati collusi col malaffare sabotavano di proposito le scale della metropolitana.

Giallo sulla documentazione tecnica assente in archivio.

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Ad Augusta comunque la rete idrica si è “sabotata” da sola, in molti anni di mancata manutenzione. Di nuovo c’è che il Comune ha scoperto di non avere in archivio tutta quanta la documentazione tecnica riguardante le 2 trivellazioni alla Villa. Non c’è mai stata perché all’epoca non era richiesta dalla legge, o è sparita proprio ora? Oppure qualcosa sulla vecchia conduttura collassata si trova negli schedari di Sai 8, società di gestione dell’acqua pubblica finita in un pozzo molto più torbido di quello ai Giardini comunali? Sono domande alle quali solo un’inchiesta giudiziaria può dare compiuta risposta. Le domande alle quali gli amministratori sono in grado di rispondere, invece, riguardano i risarcimenti agli utenti. Ma il Palazzo occupato dagli installatori di gazebo in piazza, non ci sente neppure da questo orecchio.

Comune ignora richieste incontri da Federconsumatori.

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I “portavoce dei cittadini” hanno rifiutato persino un’interlocuzione con la Federconsumatori“Ho più volte chiesto appuntamento ma nemmeno mi rispondono”, conferma Lorena Crisci. La Camera del lavoro che dirige come segretaria, comunque, in collaborazione con l’Auser continua ad accogliere i legali dell’associazione specializzata in class action. Sono già una sessantina le pratiche istruite, grazie anche a tariffe di iscrizione promozionali, introdotte per venire incontro alle fasce deboli della popolazione. E’ loro prassi che trovino intese con il Comune, per risparmiare a tutti tempo e soldi di spese legali. Ma con le amministrative fissate a maggio, e il chiaro di luna che si prospetti un bis 5 Stelle con gli stessi numeri del 2015, i grillini di Palazzo lasciano ai successori l’acqua bollente dove mettere il dito. E naturalmente disertano il faccia a faccia, cui Mangano e i giovani di Bella storia li avevano pubblicamente invitati, per un confronto aperto sulla crisi idrica.

Commercianti assenti in piazza ma non al Carnevale.

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Peccato, sarebbe venuta fuori una loro diretta Facebook utile per tutti, anche per la troupe di Rai3 venuta a girare un servizio. Fra l’altro i manifestanti non erano tanti, e neppure particolarmente esagitati. “Stranamente mancano proprio gli esercenti, i più colpiti dalla crisi idrica”, fa notare la sindacalista Crisci. La maggior parte, con un fiume che tira pietre da un bel pezzo, ha preferito non sprecare nemmeno questa mezza mattinata di sabato. Qualcun altro magari era impegnato a organizzare qualcosa per portare un po’ di gente in Centro, nella speranza di staccare qualche scontrino in più. D’altronde a che serve scendere in strada, se ci si può solo parlare addosso? Quando il Telegram dei Lavori pubblici ha confermato che si torna alle autobotti, l’assembramento si è sciolto, più sconsolato che arrabbiato. Riconsegnando la piazza alla sfilata di Carnevale patrocinata dal Comune.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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