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Acqua, 5 Stelle barricati a Palazzo fra i “vergogna” e 87 mila euro di danni

AUGUSTA – Una “vergogna” dell’amministrazione comunale, che al Comune di Augusta può costare almeno 87 mila euro di danno esistenziale da risarcire. Perché, mentre alcune centinaia di augustani arrabbiati esprimevano il loro inappellabile giudizio sulla sindaca Cettina Di Pietro, durante il sit in organizzato il 13 dicembre in piazza Duomo per protestare sull’acqua torbida, negli uffici municipali veniva formalmente notificata la class action per i risarcimenti della crisi idrica. Una cinquantina di utenti del centro storico, ma il numero appare destinato a crescere sensibilmente, ha diffidato l’Ente a indennizzare ciascuno con 35 euro, per ognuno dei 53 giorni di non potabilità dell’acqua. Una“messa in mora” che si fonda su una serie di sentenze di condanna a pagare per il disagio sopportato dai privati. Alla quale potrebbero aggiungersi in fase di possibile giudizio gli importi per lavatrici e scaldabagni, andati alla malora per il liquido fangoso distribuito dall’acquedotto. Nonché il danno emergente e lucro cessante che alcune attività commerciali iniziano diligentemente a conteggiare, per eventualmente contestarlo in blocco dopo le feste.

La sindaca evita la piazza per incontrare i contestatori.

Manuel Mangano, foto Fb

Dopo il “terremoto dei silenzi“, il giorno di Santa Lucia sarà probabilmente ricordato ad Augusta come la ricorrenza che ha seppellito definitivamente la credibilità dei 5 Stelle al potere. Il “moVimento” che si vantava “noi stiamo in mezzo alla gente e non abbiamo bisogno di scorte”, si deve asserragliare nel Palazzo municipale per non affrontare la piazza arrabbiata. Sindaca, assessori e consiglieri grillini chiedono all’organizzatore del sit in, Manuel Mangano, di “avere garanzia di essere trattati con rispetto”. Al che, il presidente di Bella storia fa notare che la sicurezza la garantiscono le forze dell’ordine. La diretta Facebook dell’incontro col giovane dirigente di Italia viva e alcuni consiglieri d’opposizione, mostra l’avvocata Di Pietro tesa e preoccupata. Per tentare di fermare l’intuibile marea di risarcimenti che si abbatteranno sulla casse comunali, cerca di stroncare sul nascere il boom richieste con argomenti che fanno storcere il naso a più di un collega. Non solo sotto il profilo etico.

Di Pietro tenta bluff bollette per schivare la class action.

“Quanto a queste paventate class action da chi, evidentemente, specula anche per avere un po’ di lavoro, la nostra Carta dei servizi già prevede questa attività risarcitoria“, dice la sindaca grillina. Anche se è specializzata in penale, si tratta di un vero infortunio professionale confondere la riduzione della bolletta con il risarcimento del danno esistenziale“. Perché lo sconto del 50 per cento nelle fatture dei prossimi anni, è semplicemente un bilanciamento con il servizio non prestato. Cioè il Comune non può fare pagare a tariffa piena ciò che invece fornisce solo a metà, trattandosi di acqua non potabile. Il danno esistenziale che una già nota avvocata specializzata in diritti civili – che vive del suo lavoro senza aggiungervi cariche politiche e relative indennità – ha contestato per conto dei suoi clienti, è invece il risarcimento del disagio. Mentre il danno patrimoniale che altri si appresterebbero a chiedere, sono i costi dimostrabili derivati da una fornitura idrica fuori norma, come il rifornimento con autobotti o l’acquisto di depuratori casalinghi.

Sentenze sommano i “danni esistenziali” a sconti tariffe.

Non si tratta solo di dottrina giuridica, ma c’è una giurisprudenza costante. Dalla Cassazione in giù, l’interruzione della fornitura o la distribuzione di acqua non potabile generano un danno risarcibile da chi eroga il servizio. Il tribunale di Bari, applicando il codice civile e negando le scappatoie del diritto amministrativo, ha sentenziato “la condanna dell’Ente al risarcimento dei danni causati” a chi presenta istanza. Il giudice di pace di Reggio Calabria ha stabilito che si “ha diritto, oltre alla riduzione del canone nella misura del 50 per cento, anche al risarcimento del danno patito per il parziale inadempimento dell’Ente”. Il magistrato di Nocera Inferiore ha puntualizzato che le carenze idriche “fanno riconoscere il risarcimento del danno esistenziale, il quale può essere provato anche con presunzioni o attraverso il ricorso a fatti notori”.

Schermi: risarcire subito per evitare pure spese legali.

Oggi i cartelli in piazza, domani le ingiunzioni in tribunale? (foto Fb)

In sostanza, per essere risarciti non servono scontrini o psicologi che attestino lo stress sopportato. Basterebbe produrre le ordinanze sindacali, i messaggi Telegram o i semplici articoli di giornale (il che spiega in parte perché si cerca sempre di imbavagliarli). Per le casse comunali pronte a uscire dal dissesto, il potenziale risarcimento “esistenziale” alle migliaia di utenze colpite dal disservizio pende come una spada di Damocle. L’ex assessore alle Finanze, Giuseppe Schermi, sembra averlo capito prima di chi occupa ancora la stanza dei bottoni. Presentando un’interrogazione in cui chiede a sindaca e giunta di agire in autotutela, distribuendo apposita modulistica per il risarcimento dei danni mediante bonifico in acconto, al fine di limitare la mole del contenzioso con aggravio delle spese legali”.

Faccia a faccia coi manifestanti, i 5S: solo al Municipio.

I risarcimenti lampo con domandina al Comune appaiono però destinati a restare lettera morta. Quando c’è stato da “contendere” in tribunale, nonostante le difficoltà di cassa sconsigliassero spese legali non attentamente ponderate, l’amministrazione 5 Stelle non si è tirata indietro nemmeno in casi davvero proibitivi. La propensione al “litigio” facile, però, la mostra anche quando c’è da affrontare la contestazione di piazza. Alla fine Di Pietro acconsente al faccia a faccia con i manifestanti, ma solo dentro le sicure mura del Palazzo di città e spalleggiata da assessori e consiglieri 5 Stelle. Dalla poltrona presidenziale occupata come un trono racconta la sua verità, infarcita delle solite colpe affibbiate agli altri e di “indirizzi politici posti in essere”.

Il “Castello” dei grillini non intimorisce i senza-acqua.

La sindaca però non ha tenuto in conto che il salone di rappresentanza non è l’aula consiliare a San Biagio, dove c’è una presidenza grillina che mette a tacere l’opposizione appena la stringe all’angolo. Al Municipio non si può esibire indisturbata e non contraddetta, nelle sue sceneggiate oratorie. Stucchi e gonfalone imperiale non intimidiscono gente esasperata da quasi due mesi di fango nei rubinetti. Le contestano tutto. Dai silenzi nel diffondere i dati, alle ambiguità dei messaggi d’avviso. Dal non aver usato la somma urgenza per i lavori, a non aver pensato di affidarli con la clausola dei turni 24 ore su 24. Di fronte alla dimostrazione concreta che gli augustani non sono quelli delle associazioni compiacenti, e che non sono affatto sprovveduti anche se nelle urne i 5 Stelle sono il primo partito, Di Pietro è andata in affanno.

Di Pietro torna da Milano:”Al Nord pagano tasse, qui no”.

“Voi non potete conoscere la macchina amministrativa”, cerca di spiegare la grillina, tentando il solito giochetto dell’avvocato competente che di fronte ad “analfabeti” del diritto si accinge a insegnare paziente. Veramente proprio paziente, no. Perché, quando una manifestante si alza dal pubblico dicendo “vengo dal Nord, mi sono trasferita qua e questa è un’indecenza“, la sindaca punta sul vivo tira fuori la sua opinione sul popolo che amministra:“Ha ragione, è un’indecenza. Perché al Nord i cittadini le pagano le tasse, qui il 65 per cento non le paga”. Affermarlo in faccia a contribuenti che si sono appena salassati col saldo dell’Imposta municipale unica, mentre dai rubinetti usciva brodaglia, fa esplodere la sala. Un muro di poliziotti e carabinieri evita che a qualcuno venisse in mente di mostrarle i versamenti della famigerata Imu, mettendoglieli direttamente sotto gli occhi. Parte un coro di “vergogna”, che sotto quelle volte affrescate appare come la constatazione che ormai “il re è nudo”.

In primo piano, da sinistra Mangano e Cettina Di Pietro.
Copertina, l’incontro con i manifestanti per la crisi idrica.
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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