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World press freedom day: a Siracusa la scuola insegna l’informazione web

SIRACUSA – Giornalisti e lettori, il pericolo viaggia in Rete. Giornata mondiale della libertà di stampa, giornalismo sotto assedio digitale” è infatti il tema del World press freedom day 2022. Il 3 maggio l’Unesco accende i riflettori sulle intrusioni informatiche, che mettono nel mirino reporter e fonti, se non addirittura gli stessi lettori dell’online profilati sui loro orientamenti. Una nuova emergenza per la libera informazione, che si somma alle campagne di delegittimazione condotte a colpi di hate speech e fake news. Spesso orchestrate da fabbriche di troll, finanziate da multinazionali spregiudicate e regimi autoritari. Le prime interessate a confondere sulle tematiche che interferiscono con i loro profitti, come il global warming. E i secondi impegnati a destabilizzare i sistemi democratici, alimentando complottismi e xenofobie che minano la coesione sociale. I risultati sono sintetizzati nell’ultimo rapporto World trends in freedom of expression and media development. Che ha rilevato come “più di 5 persone su 6 in tutto il mondo, vivono in un Paese che ha subito un calo della libertà di stampa negli ultimi cinque anni”. Un arretramento globale della libertà di espressione, parallelo alla globalizzazione della digitalizzazione. La quale “ha messo gli operatori dei media e le loro fonti a maggior rischio di essere presi di mira, a causa dello spyware e della sorveglianza digitale”, scrive il Audrey Azoulay, direttore generale Unesco. A Siracusa, dove da pochi giorni la Regione ha cancellato dal video 3 telegiornali locali su 4 per far spazio alle frequenze del 5G, ora anche le scuole riflettono sulle alternative ai tigì che finisce nei loro smartphone.

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“Articolo 21, istruzioni per l’uso”: Assostampa, Ordine e Università Messina diventano tutor.

da sinistra: Giuseppe Prestifilippo, Maria Greco, Salvatore Di Salvo, Massimo Ciccarello, Francesco Di Parenti.
(copertina: gli studenti nell’auditorium dell’Einaudi. Sopra e seguenti, foto di Giuseppe jr. Ferraro).

Lo fanno soprattutto 250 studenti di 7 istituti superiori siracusani. Con rara lungimiranza, il Comune li ha coinvolti nel progetto Articolo 21: istruzioni per l’uso”. Un’iniziativa svolta in collaborazione con l’omonima associazione, l’Ordine dei giornalisti, l’Assostampa e l’Università di Messina. Che ha il momento conclusivo nell’auditorium dell’Einaudi, proprio durante la giornata Onu. Sono analizzati lavori collettivi che “offrono diversi punti di vista sul tema della libertà di manifestazione del pensiero, e sul modo più efficace per contrastare fenomeni come la disinformazione e l’hate speech “. A coordinare la presentazione due ex cronisti di lungo corso. Aldo Mantineo, tutor della ricerca e divulgatore sulle tematiche del giornalismo. E Francesco Di Parenti, dell’ufficio stampa comunale, che focalizza “l’auto censura che talvolta si impone il giornalista per non diventare strumento di altri fini”. Salvatore Di Salvo, tesoriere dell’Ordine, sottolinea “la minaccia per la democrazia derivante dal tentativo in corso di imbavagliare la stampa”. A rappresentare l’amministrazione c’è Giuseppe Prestifilippo, che ricorda di appartenere “a una generazione più fortunata dal punto di vista dell’informazione”, per la maggiore pluralità delle testate in edicola. E della maggiore propensione dei lettori a comprarle per informarsi. Massimo Ciccarello, fiduciario provinciale dell’Unione cronisti, invita gli studenti “a leggere molto e formarsi una robusta cultura extrascolastica come migliore strumento per distinguere l’attendibilità di una informazione”. Un concetto ripreso dall’assessore Fabio Granata, che puntualizza sulla differenza fra “giornalisti onesti e no”. La dirigente scolastica Teresella Celesti, infine, considera l’iniziativa come la ”conclusione di un percorso intelligente in tempi di giornalismo fazioso”.

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Responsabilità di politica e giornali negli hate speech, e i ragazzi poco considerati vanno in Rete.

Fabio Granata e Teresella Celesti.

Dagli studenti esce la radiografia dei rischi legati al web. La Quarta Cs dello Scientifico Corbino, ad esempio, nota che “alcune forze politiche si servono di stereotipi e incitazioni all’odio per fare propri i diffusi sentimenti populisti, identitari e xenofobi, promuovendo la diffusione di un linguaggio incendiario, divisivo, che discrimina anziché promuovere l’uguaglianza”. Ma nota pure che “la narrazione giornalistica di un certo stampo orienta il pensiero degli utenti social. Quindi se diminuiscono gli articoli su temi suscettibili di produrre nei lettori reazioni razziste, sessiste, xenofobe, islamofobiche, omofobiche, si riducono i commenti di odio”. La Quinta B del Classico Gargallo osserva che “i ragazzi non si sentono rappresentati dall’informazione più classica, sia per tipologia di contenuti che per stili di comunicazione”. Giornali e tigì sono definiti “obsoleti, meno attraenti e si riconoscono di più nei prodotti informativi legati alla rete. Questa chiusura nel mondo di internet, unico mezzo in grado di dare voce alle esigenze dei ragazzi, comporta alcune problematiche. Una di queste è la frattura generazionale nell’accesso all’informazione. I giovani consumano un diverso tipo di notizie rispetto alle generazioni più grandi. La riflessione finale è che “bisogna educare alla qualità dell’informazione come alla qualità del cibo e dell’aria”.

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“Un organo di controllo su fake news e cyberbullismo? Troppi rischi, meglio educare all’uso”.

Aldo Mantineo.

Le quinte del Tecnico Insolera riflettono sul fatto che “in un mondo dove le notizie corrono a una velocità prima impensabile diventando subito virali, la maggior parte delle persone tendono alla superficialità e non verificano le fonti“. Insieme con cyberbullismo e discorsi d’odio, le fake news hanno spinto gli studenti a chiedersi “se la libertà di espressione debba essere limitata in virtù di una tutela delle persone e della verità, e se sia necessario un organo di controllo. Ci abbiamo pensato e riflettuto a lungo. L’inserimento di un organo di controllo preventivo andrebbe però contro tutti quei principi che i costituenti hanno strenuamente difeso, e potrebbe diventare una minaccia per la democrazia“. Perciò fra i rimedi, oltre la “capillare diffusione di smentite” e “l’introduzione di sanzioni severe”, preferiscono “l’azione educativa che insegni un utilizzo corretto di questa importante libertà che ci viene riconosciuta”. Invitano tutti a “pensare prima di condividere”. Perché “è importante conoscere, gestire e selezionare i contenuti che si intende diffondere”. Infatti, ricorda che “nella post-verità la notizia viene percepita e accettata come vera dal pubblico sulla base di emozioni e sensazioni, senza alcuna analisi concreta della effettiva veridicità dei fatti raccontati”.

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“In anni difficili il giornalista è riferimento come l’insegnante: aiuta nella giungla informazione”.

In un presente già dominato dagli opachi algoritmi di Google e Facebook, i ragazzi delle Terze dell’Einaudi si interrogano anche sul futuro prossimo venturo. “Non possiamo escludere che un giorno possiamo discutere e comunicare con delle intelligenze artificiali. Sarà necessario tenere d’occhio il loro processo di evoluzione, in quanto potrebbe svilupparsi una situazione pericolosa nel caso in cui non dovessero essere controllabili dall’uomo”. Quasi a dimostrazione dei coetanei, le Quinte del Polivalente Quintiliano presentano un video coinvolgente, dove riflettono col linguaggio della tivù d’intrattenimento che “non tutto è come appare”. Quarte A e B dell’Alberghiero Federico Secondo ammettono che “dire quello che pensi può molto spesso danneggiarti”, ma riconoscono che “la libertà di parola è ciò che più vale”. Una libertà che non è uguale per tutti. Le Quarte At e Bt del Tecnico Rizza si sono accorte che “una stampa libera viene considerata un lusso di cui possono godere solo alcuni Paesi occidentali. Abbiamo fatto un breve giro del mondo per capire la vera condizione dei giornalisti, e quella che è apparsa è davvero una condizione di difficoltà e di grandi restrizioni”. Alle latitudini più vicine, “negli ultimi anni abbiamo vissuto momenti difficili e sconosciuti alle nostre generazioni, ciò ci ha resi ancora più vulnerabili nella selezione delle notizie e ci siamo fidati di ogni informazione anche cattiva. Il lavoro di selezione è diventato per noi lettori sempre più complesso, e per i giornalisti fornire notizie attendibili e farle emergere fra le mille false ma più sensazionali, è diventato un lavoro sempre più difficile”. Gli studenti arrivano alla conclusione che, nel bailamme, “il giornalista è per la società quello che per noi è l’insegnante in classe; ovvero un punto di riferimento per districarci nella giungla dell’informazione”.

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Allarme Unesco su intrusioni informatiche a giornalisti e fonti, rischio schedature per i lettori.

Solo che il lavoro d’informare, sempre più misconosciuto e malpagato, diventa parallelamente ancora più rischioso. Al rischio economico delle querele temerarie, e a quello delle minacce virtuali leste a trasformarsi in reali, si è aggiunto il controllo informatico. “Poiché poche di queste tecnologie sono regolamentate in modo trasparente e responsabile, gli autori di violenza operano impunemente, spesso senza lasciare traccia”. Per l’Unesco “questo deve finire”. Azoulay scrive che “i progressi tecnologici devono essere sostenuti dal rispetto della libertà, della privacy e della sicurezza dei giornalisti“. Il direttore generale avverte che “i social network devono in particolare fare di più per contrastare la disinformazione dilagante e l’incitamento all’odio, proteggendo nel contempo la libertà di espressione”. Il messaggio per la Giornata mondiale per la libertà di stampa è perentorio. “Invito gli Stati membri, le società tecnologiche, la comunità dei media e il resto della società civile a unirsi per sviluppare una nuova configurazione digitale, che protegga sia il giornalismo che i giornalisti”. Una protezione che la diffusione delle testate online ormai rende necessaria per difendere dalle schedature digitali gli stessi lettori.

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Siracusa Einaudi Giornata mondiale della libertà di stampa 2022
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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