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Palio Ars, sindaci al galoppo: Gianni su Lega, Carta su Pd, Di Mare al palo

AUGUSTA – Il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, candidato (forse) alle regionali con Prima l’italia, lista comune fra la sua Udc e la Lega. Il sindaco di Melilli, Peppe Carta, che scarica Forza italia per il Pd accarezzando (forse) la candidatura all’Assemblea siciliana, intanto garantendo (probabilmente) i voti alle primarie per l’asfittica Caterina Chinnici. Il sindaco di Augusta, Peppe Di Mare, che riceve al Muscatello il sottosegretario Andrea Costa, ma deve cancellare la programmata accoglienza a Palazzo di città perché l’esponente di Noi con l’italia ha altri impegni. Tre amministrazioni, una zona industriale in comune, e prospettive diverse di protagonismo nei Palazzi che contano. E’ stato un 15 luglio tellurico anche nel Siracusano, il primo venerdì del post sfiducia a Mario Draghi. Il governo di unità nazionale che i 5 Stelle hanno mandato gambe all’aria, portando il Parlamento a un passo dallo scioglimento anticipato, ha fatto precipitare la situazione anche in Sicilia. Dove per il centrodestra ora è una corsa contro il tempo per chiudere le liste, e trovare un presidente che sbarri la strada all’insidiosissimo “sCateno De Luca“. E il centrosinistra deve fare i conti con un Campo largo che adesso sta molto stretto tanto ai grillini che ai democratici. “A nessuno venga in mente di scaricare sulle primarie siciliane le tensioni e le divisioni nazionali”, avverte Pippo Zappulla, quando Articolouno ha già organizzato alla Fontana il banchetto per spingere le iscrizioni.

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Primarie centrosinistra fra rischio flop, ritiro 5S e manovre centriste. Zappulla: resti Campo largo.

sopra e copertina, banchetto pro-Fava per spingere le primarie del centrosinistra.

La piazza augustana è una delle sole 3 in tutta la provincia, dove il 23 luglio sarà possibile votare fisicamente in un gazebo, ma solo previa registrazione online da effettuare nei giorni precedenti. Quando il segretario regionale di Art1 “rivolge un appello alla mobilitazione e alla partecipazione”, i nomi augustani nel database elettronico avrebbero già superato il centinaio. In tempi normali, un numero solo da rimpolpare per blindare Claudio Fava, i cui sostenitori sono gli unici a mostrare un certo attivismo in città. Ma le scelte romane di Conte, il quinto Giuseppe protagonista di questo week end di paura elettorale, rischiano di sparigliare tutti i calcoli della vigilia. Con un Pd magari più interessato a pescare fra i centristi di qualunque colore e storia politica, piuttosto che impiccarsi a un progetto nazionale che non c’è più. “Rivolgo un appello alle donne, agli uomini, ai giovani progressisti e di sinistra affinché scelgano di iscriversi, superando pur legittime riserve e scetticismi”, scrive Zappulla in comunicato. Dove conclude che “la destra siciliana non si sconfigge con i politicismi e i tatticismi”.

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Carta si sposta sul Pd per aiutare Raciti nei gazebo in favore di Chinnici, poi sarà in lista?

L’invito-svolta di Carta.

L’allarme dell’ex deputato siracusano è palpabile. “A nessuno, ovunque si trovi, venga in mente di scaricare sulla Sicilia le divisioni nazionali: sarebbe questo un atto di irresponsabilità letale per il centro-sinistra e il M5s siciliano”, dice nel documento, diffuso quando anche la politica provinciale è entrata in fibrillazione. Mezz’ora dopo, infatti, nelle redazioni arriva l’invito a una conferenza stampa che Carta terrà il giorno dopo insieme al deputato dem Fausto Raciti. E’ la conferma che il sindaco di Melilli sarà in campo nelle primarie per Chinnici. Nonostante ad aprile avesse parlato di “collocazione in Forza italia dichiarata da tempo e mai abbandonata, se la lista siracusana la gestisce Stefania Prestigiacomo”. La chiosa “altrimenti saremo da un’altra parte”, dovrebbe far pensare che adesso l’ex ministra berlusconiana ha perso la gestione del partito. O più probabilmente che dopo il plebiscito melillese con cui è stato rieletto a giugno, la precedente assicurazione di “essere più attaccato alla mia città che all’ambizione”, gli ha fatto vedere il suo “attaccamento” come possibile pure sotto forme diverse.

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Gianni e la foto di gruppo con la comitiva leghista in visita da Giorgetti per lanciare la lista.

da sinistra Pippo Gianni con Enzo Vinciullo e Giovanni Cafeo (primo da destra) col ministro Giorgetti (al centro).

Pure il vicino priolese Gianni, dopo aver cincischiato su nomi da sponsorizzare nella corsa all’Ars, alla fine è venuto allo scoperto. Quando tutto è precipitato a Roma, si è fatto immortalare nella delegazione dei leghisti siracusani in pellegrinaggio dal ministro Giancarlo Giorgetti. Un appuntamento al buio cui ha fatto da chaperon il segretario della Lega Sicilia, Nino Minardo. Ma dall’incontro con la montagna con numero 2 della Lega, apparentemente è stato partorito un topolino. Il resoconto del sempre prodigo segretario provinciale, Enzo Vinciullo, dice solo che “ci saranno degli incontri a livello tecnico per poter applicare delle misure a sostegno della zona industriale”. Insomma ordinaria amministrazione per lo Sviluppo economico, di straordinario invece c’è la foto di gruppo che immortala il sindaco di Priolo insieme alla comitiva. E’ l’unica amministrazione comunale del Petrolchimico presente, e in tempi di regionali l’istantanea viene recepita dagli addetti ai lavori come il santino elettorale di Prima l’italia.

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Sottosegretario Costa visita il Muscatello ma diserta l’incontro con l’amministrazione al Comune.

Il sottosegretario Andrea Costa col direttore sanitario Salvo Madonia e il sindaco Peppe Di Mare.

Con Carta che si accasa da Enrico Letta, dopo aver dato spazio a un assessore indicatogli dal più inossidabile dei dem siracusani, Bruno Marziano. E con Gianni che fa combriccola col club di Matteo Salvini, resta aperto solo il quesito sul terzo dei Giuseppe sindaco nella zona industriale. Di Mare guida il Comune più importante dopo il capoluogo, eppure sembra guardare dalla tribuna una partita che l’accoppiata regionali-politiche fa diventare una finale di campionato. Una scossa al calcio-mercato sembrava arrivare dalla visita annunciata di Costa all’ospedale di Augusta, cui “seguirà un incontro con l’amministrazione comunale presso il salone di rappresentanza di questo Palazzo di città. Alla fine il sottosegretario alla Salute è arrivato, ma in compagnia del Peppe di Solarino. Cioè quel Germano che il mese scorso ha vinto le comunali, ricevendo il sostegno esplicito del primo cittadino augustano, e del suo gruppo politico. Ma quest’ultimo, esattamente, quanto pesa in queste fasi finali delle candidature regionali? E, soprattutto, dove vuole andare?

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La coalizione Di Mare e quel nodo alleanze alle regionali che non si è sciolto, né forse lo sarà.

La prima e unica conferenza stampa del coordinamento liste del sindaco.

La distribuzione dei seggi in consiglio comunale hanno costretto Di Mare a un’amministrazione civica, che gli ha sfasciato la coalizione vincente del 2020, ma gli ha consentito un cabotaggio senza scossoni. Il prezzo è stato prima una rinuncia ad aspirazioni regionali per il suo play maker Marco Stella, che i numeri del ballottaggio rendevano più che legittime, e poi una navigazione a vista per un candidato di bandiera. Sfumata l’ipotesi di una candidatura femminile, dove far confluire il consenso sopravvissuto alla fine della canonica luna di miele goduta da ogni nuova sindacatura, resta in piedi la soluzione di convergere su qualcuno dei locali già in corsa. Alle aspirazioni del vicepresidente del consiglio, Biagio Tribulato, sembrano dare abbastanza corda. Ma sanno pure che con mister preferenze di Attivamente rischiano di restare col cerino in mano, vista la naturale propensione al “passo di lato” della sua storia politica. Con l’ex assessore Cosimo Cappiello i rapporti sono freddi fin dal rimpasto appreso dai giornali, e poi non si sa ancora in quale lista eventualmente correrebbe. Ancora una volta si profila la soluzione di un papa straniero, che cavi le castagne dal fuoco. Solo che una giunta dove ogni assessore ha un riferimento diverso, rischia di squilibrarsi se il sindaco scende in campo. E se non lo fa, poi pagherebbe il prezzo del flop, dentro e fuori città. Una domanda su “con chi state alle regionali”, lo scorso novembre mise in crisi l’intero coordinamento rinnovato della federazione perAugusta. Dopo 7 mesi non ha ancora trovato una risposta, sempre se sia mai stato riunito per cercarla. Forse perché alla fine, in assenza di un candidato di gradimento in zona, sarà meno problematico lasciare tutti liberi di regolarsi come si crede. Così, fra l’altro, gli eventuali vuoti nelle urne non si vedono.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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