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Prima l’italia, per Vinciullo e Augusta c’è tempo: Cafeo lancia la nuova Lega

SIRACUSA – Giovanni Cafeo presenta Prima l’italia ma l’altra gamba del progetto salviniano a Siracusa, Enzo Vinciullo, non c’è. Il deputato regionale elogia l’augustano Giuseppe Di Mare come “uno dei migliori sindaci” della provincia, ma non si fanno vedere i due assessori riferimento dei leghisti nella sua giunta, Concetto Cannavà e Angelo Pasqua. E dal santuario delle Lacrime si tiene alla larga anche il vicepresidente del consiglio comunale di Augusta, Biagio Tribulato, che i nuovi primatisti vorrebbero impegnare alle regionali ma forse naviga verso altri lidi. Spicca pure l’assenza del coordinatore degli augustani, Saro Salmeri, che diserta un battesimo del nuovo logo elettorale cui sarebbe tenuto per onore di firma. Dove presenziavano fra l’altro la senatrice Valeria Sudano e il primo degli eletti all’Assemblea siciliana, Luca Sammartino. Eppure c’era un interesse spicciolo a esserci, considerato che era il lancio di un programma espressamente “rivolto alla classe dirigente“. Quella degli altri, che i partiti allo sbando si stanno facendo scappare, e “con la quale costruire una casa dove ognuno ci mette un pezzo”. Il 9 aprile di pezzi ne mancano ancora tanti, compresi quelli che si riteneva già in magazzino. Ma chi “rappresenta all’Ars questo territorio in sinergia con gli altri territori, perché da soli non si va da nessuna parte”, l’esca l’ha lanciata. Proprio nello stagno centrista dove vogliono pescare i redivivi governatori emeriti Raffaele Lombardo e Totò Cuffaro, ritenuto la chiave di volta per chiunque voglia costruire il suo Palazzo dei Normanni.

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Debutto con assenze delle Lacrime: Vinciullo? Se uno è candidato non può essere segretario.

Giovanni Cafeo.

La grande sala convegni della Madonnina comunque è piena, malgrado il sabato pomeriggio sferzato dal soffocante vento africano. Nonostante le latitanze di chi doveva presenziare almeno pro forma, è palpabile la curiosità per la Lega new look. Il nuovo logo esordirà alle comunali e dovrebbe durare fino alle politiche. Nel mezzo però ci sono “le regionali siciliane laboratorio”, dove non ci sono rendite di posizione, proprio per fare spazio alle ambizioni di tutti. Ne ha fatto le spese Vinciullo, che ha lasciato la segreteria provinciale “perché chi vorrà condividere questo nuovo progetto politico, non deve trovare posizioni personali consolidate”. Più prosaicamente, commenta a margine Cafeo, “se uno è candidato non può essere coordinatore”. L’obiettivo è quello di drenare risorse elettorali al centrosinistra, dove “lo schema Pd-5S rende impossibile il cambiamento”. Proprio dai democratici provengono i tre relatori, arrivati nelle rispettive poltrone grazie a quelle liste, e approdati a Prima l’italia dopo un passaggio intermedio nei renziani di Italia viva. Naturale che ora cerchino la mission impossible, almeno sulla carta, di recuperare i vecchi elettori puntando sul nuovo oufit moderato indossato sulla logora felpa verde.

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Il deputato s’intesta i temi degli industriali: ora paghiamo i no a rigassificatore e grandi alberghi.

Il padrone di casa ce la mette tutta, a mandare i messaggi che deve mandare. “Non è il momento delle scelte comode”, dice Cafeo. Aggiunge che “c’è stata litigiosità enorme e incapacità di fare squadra“. Evidenzia la personale “base culturale cattolica, che la location prescelta dovrebbe sottolineare. Cita Sturzo, “che definì la prima seduta del parlamento siciliano come una assemblea costituente“. E puntualizza di “non essere uno yes-man, anche se qualcuno a Palermo è ancora convinto che i deputati sono numeri”. Afferma che la “debolezza delle politica è l’arroganza, ma il punto centrale del suo intervento riguarda la rappresentanza della zona industriale, che si è intestato d’ufficio come segretario della commissione Attività produttive. “In questi tempi di crisi internazionale stiamo scontando gli errori del passato, quali la mancanza del rigassificatore e il no ai grandi alberghi. Mi accusano che difendo gli interessi dei petrolieri, ma a pagare siamo tutti noi nelle bollette e ai distributori”. In sostanza agita lo spettro della recessione da sanzioni economiche contro la Russia, per riaprire i dossier già chiusi dalle scelte ambientaliste. Una visione che si sovrappone a quella di Assindustria, secondo la quale occorre rivedere al ribasso le politiche energetiche che penalizzano la zona industriale. Per il deputato regionale leghista non è una novità, aveva già difeso Lukoil in un momento difficile politicamente. Più sorprendente è il giudizio che esprime sul governatore sostenuto col suo voto d’aula.

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Prima l’ha osteggiato in aula, poi sostenuto, adesso “Musumeci non è stato all’altezza”.

Valeri Sudano e Luca Sammartino.

Nello Musumeci non è stato all’altezza della Sicilia, il bilancio politico deludente è frutto del suo atteggiamento autoreferenziale“. Insomma, per Cafeo non merita un’altra chance. Gli tiene corda Sudano:“Abbiamo un presidente della Regione che non lotta per nostra terra”. Se Prima l’italia ha una alternativa all’uscente che non merita l’appello, al momento la tiene coperta. La senatrice catanese si limita a dire che “siamo abituati a fare politica facendo squadra”. Ed è lo stesso messaggio che il compaesano Sammartino lancia a Cateno De Luca, “un amico che riempie le piazze, ma ora non è tempo di avventurieri simpatici”. Il deputato regionale sottolinea che “la Sicilia ha bisogno di collegialità“. Per cui un eventuale sostegno all’aspirante governatore populista, deve passare da un registro diverso dalla sua attuale campagna elettorale “contro la banda Bassotti“. Il collega siracusano all’Ars sgombera anche il campo dalla ipotesi primarie, agevolmente frequentate ai tempi del Pd, “perché qui votazioni con le schede già imbucate non ce ne sono”. Cafeo perciò taglia subito corto:“Le nostre primarie saranno le elezioni“. Ottime intenzioni, ma chi andrà a riempire le liste?

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Carta si rassegna al bis da sindaco ma resta in Fi “solo se la lista Ars la fa Prestigiacomo”.

Selfie con Peppe Carta.

Con le coalizioni impantanate nei veti incrociati, un seggio all’Ars è in salita per tutti. Ne è prova Peppe Carta, che dopo averne accarezzato la candidatura in tutti i modi e con qualunque geometria, alla fine ha deciso di tentare il bis da sindaco di Melilli. L’8 aprile ha inaugurato la sua sede elettorale, con un inequivocabile “sono più attaccato alla mia città che all’ambizione”. Dovrà affrontare una campagna dove gli avversari gli rinfacceranno la sua affermazione sui “16 milioni di tasse non pagate per le difficoltà causate dalla pandemia, senza che abbiamo fatto una sola azione di recupero per dare più tempo alle famiglie di mettersi in regola”. Intanto se la deve già vedere con le polemiche per i “22 mila euro di uova di Pasqua comprati dal Comune per regalarli ai bambini delle scuole, come segno che la vita continua”, nonostante Covid e guerra in Ucraina non inducano ancora l’ottimismo sperato. Le imminenti comunali non sono comunque estranee alle più distanti regionali. A margine della gremita apertura del comitato, il primo cittadino melillese avverte che manterrà collocazione in Forza italia, “dichiarata da tempo e mai abbandonata, se la lista siracusana la gestisce Stefania Prestigiacomo: altrimenti saremo da un’altra parte”. Tuttavia, non è solo la deputata berlusconiana ad avere un suo uomo alle amministrative.

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Endorsement per Loreto ad Avola e per Di Mare ad Augusta, “sindaco fra i migliori”.

“Appoggio Corrado Loreto ad Avola, annuncia Cafeo dal palco siracusano. Lancia qualche stoccata ai suoi avversari Luca e Rossana Cannata, alludendo a “sindaci che passano il testimone alla sorella o qualcun altro del giro stretto”. Parlando dello sventato terzo mandato sindacale proposto all’Ars, chiede retoricamente se “si voglia trasformarli in baronetti“. E racconta come esempio che già “ci sono Comuni in cui ci si spaventa a mettere un like su Facebook, se no arriva la telefonata del sindaco“. Una prassi che l’opposizione talvolta rimprovera a Di Mare, per il quale invece il deputato regionale leghista stravede. “La sua amministrazione è un giusto equilibrio fra attenzione al territorio e apertura alla discussione politica: sta facendo un ottimo lavoro”. Il fatto che in quella giunta ci sono due assessori d’area risultati latitanti, quando c’è stato di metterci la faccia all’esordio di Prima l’italia, viene liquidato col fatto che “ad Augusta purtroppo non abbiamo ancora avuto modo di fare sinergia“. Chissà, magari al loro posto gliela avrà assicurata “il sindaco tra i migliori”.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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