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Il porto s’allarga sulle saline, Italia nostra: continuate e si va in Procura

Ultimo aggiornamento martedì, 2 Marzo, 2021   20:42

AUGUSTA – A Italia nostra non basta affatto che il bando di gara per cementificare le saline del Mulinello sia stato “temporaneamente sospeso”, come ha assicurato l’Autorità di sistema portuale. Secondo la onlus per la protezione ambientale, quei lavori di “ampliamento piazzali” vanno proprio cancellati. Perché sono previsti sopra antiche vasche salinare, tutelate da una sfilza di normative europee, italiane e regionali. Perciò, con una lettera protocollata il 14 maggio ma diffusa alla stampa il 20, la sezione di Augusta ha avanzato formale istanza per l‘annullamento dell’appalto in autotutela.

Diffidati il ministero Ambiente e il Comune.

Aggiungendo un“espresso avvertimento che, in mancanza, si procederà a notiziare di tanto l’Autorità giudiziaria, affinché valuti l’eventuale rilevanza penale della condotta di colui o di coloro che non hanno adottato, ovvero non hanno ritirato l’atto di assenso”. La diffida è stata indirizzata al ministero dell’Ambiente e a un Comune di Augusta stranamente silente, considerato l’ambientalismo radicale esibito nei cortei di protesta (un po’ meno nei tavoli tecnici per le autorizzazioni).

Intimazione anche a prefetto, soprintendente e Regione.

Italia nostra coinvolge, “in via sostitutiva o surrogatoria”, pure la prefettura e la soprintendenza di Siracusa, oltre all’assessorato regionale dei Beni culturali. Intimando“ciascuno per quanto di propria scienza e competenza, a provvedere ad horas ad esercitare la propria potestà di controllo del contesto ambientale, storico-paesaggistico tutelato”, se non vogliono diventare i protagonisti di una denuncia che Italia Nostra è prontissima a presentare per presunta omissione in atti d’ufficio.

Jessica Di Venuta, presidente Italia Nostra sezione di Augusta
(foto copertina, fenicotteri rosa alle saline Regina ma avvistati anche al Mulinello)

“Ci opporremo ai lavori con ogni mezzo legale”.

Dopo la conferenza stampa in cui rivelava l’apposizione del vincolo da parte della Regione, svoltasi il mese scorso a palazzo San Biagio, l’associazione è andata avanti. Perché “salvaguardare le antiche saline del Mulinello significa riprendere contatto con l’eredità del nostro passato storico, genetico ed evolutivo”. Perciò, scrive Italia nostra, “intende opporsi, con ogni mezzo legalmente e costituzionalmente legittimo e democratico”. Anche perché su quei lavori a Punta Cugno per 65 milioni di euro,la onlus contesta“l’eccessivo dimensionamento” già fatto rilevare dalla Corte dei conti europea quando aveva negato i fondi comunitari.

L’Ue aveva già definito “sproporzionato” l’ampliamento.

Lavori costosi, a carico dell’erario italiano, e per giunta inutili persino per Bruxelles. Che li ha definiti “sproporzionati rispetto agli attuali e futuri flussi di traffico”. L’unico risultato che otterrà quell’ampliamento di 80 ettari per il porto commerciale, sarà la“massiccia cementificazione dell’area, il deturpamento del paesaggio pre-esistente, lo stravolgimento del panorama esistente”.Giuseppe Schermi, consigliere comunale e coordinatore regionale di Diem25, nonché ex assessore al Porto dell’attuale giunta grillina, aveva già diffidato l’Autorità portuale e il Comune a ritirare le autorizzazioni in autotutela. Ora gli dà manforte pure Italia nostra.

Annunziata, Adsp: iter sospeso per causa al Tar.

Perché l’unico a rispondere a quella richiesta di revoca era stato il presidente dell’Adsp, Andrea Annunziata. Con una lettera inviata il mese dopo all’ex vicesindaco 5 Stelle, dove “comunica che sta effettuando le opportune e necessarie verifiche degli atti vigenti e cogenti”. Parlando anche di un “contenzioso amministrativo innanzi al Tar“, che di fatto ha bloccato tutto. Un vero bizantinismo. Poiché aggancia lo stop alla gara d’appalto su una vicenda di rapporti interni all’Autorità portuale. I quali nulla hanno a che vedere con la tutela ambientale della vecchie saline, e della cementificazione che prevede di cancellarle.

Giuseppe Schermi, consigliere e coordinatore regionale Diem25

Appalto fermato solo da un licenziamento dubbio.

A complicare tutto l’iter della gara plurimilionaria, infatti, è stata l’improvvisa crisi che si è aperta col segretario generale Carlo Guglielmi. Che lo stesso Annunziata aveva prelevato dal ministero, per “comprovata esperienza nel settore degli appalti pubblici“.Salvo poi licenziarlo all’improvviso a fine aprile, quando era appena a metà mandato, lamentando inefficienze. Eppure, la sua capacità era stata ritenuta “necessaria a realizzare e sviluppare le opere di infrastrutturazione avviate e da avviare”. Una formulazione che sembra ritagliata proprio per l’appalto da 65 milioni a Punta Cugno.

L’ex segretario Adsp: ho assicurato la legalità.

L’ingegnere sollevato dall’incarico ha impugnato il licenziamento davanti i giudici amministrativi. Definendolo – secondo quanto ha lui stesso divulgato sulla stampa locale – “assunto sulla scorta di motivazioni infondate”. L’ex segretario Adsp si è pure spinto oltre nella difesa del proprio lavoro, con una formulazione che si presta a molte letture. Infatti ha evidenziato di “aver svolto la propria attività nel più stringente rispetto delle previsioni di legge; assicurando la legalità e la legittimità dell’operato dell’amministrazione, con riferimento all’espletamento di tutte le procedure di affidamento di appalti pubblici”.

Indagini della Finanza sulle mappe “falsate”?

La vicenda del contestato ampliamento di Punta Cugno ha pesato? E fino a che punto? Sono domande alle quali potrebbe dare una risposta la Guardia di finanza, sui cui tavoli sarebbero finite le documentazioni sulla gara andata avanti, nonostante le diffide. Schermi infatti, dopo aver lungamente atteso la documentazione richiesta con formale accesso agli atti, aveva finalmente ricevuto i fascicoli. Ed aveva trovato che tutti i nulla osta si basavano su cartografietaroccate“, dove le vasche salinare erano stranamente sparite. Mappe “falsate” che erano poi arrivate anche alla Commissione europea, come ha scoperto l’eurodeputata Elly Schlein quando ha avuto risposta a una sua interrogazione sullo scalo commerciale di Augusta. Che sempre più somiglia a un porto delle nebbie.

Cavaliere d’Italia, una delle specie rare che nidificano nelle saline intorno Augusta.
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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