Augusta, troppa schiuma sottocosta: i diportisti fanno le sentinelle del mare ERROR404.ONLINE di Massimo Ciccarello Scritto martedì, 27 Luglio, 2021 23:30 Ultimo aggiornamento giovedì, 29 Luglio, 2021 12:03 AUGUSTA – Troppe scie di schiuma a ridosso delle coste, come non se ne vedevano ormai da decenni: i diportisti di Augusta si trasformano in sentinelle del mare. Sono decine i natanti che si sono mobilitati per sorvegliare il fenomeno inquinante, apparso durante la “zona arancione” della pandemia e che si è protratto con l’arrivo della stagione balneare. L’allarme fra i marinai della domenica è scattato quando alla densa spuma, sempre più spesso incrociata durante le escursioni in barca, si sono aggiunte esalazioni maleodoranti. Qualche circolo nautico del Golfo Xifonio ha fatto presto a trasformarsi in un centro di coordinamento, dove far confluire segnalazioni e filmati raccolti dai soci lungo le usuali rotte da diporto. Questa sorta di report sulla salute delle acque marine, è frutto di oltre un mese di “pattugliamento” a ridosso della diga foranea. Il sospetto è che la bava chimica sia originata da qualche nave di grosso tonnellaggio, quando si trova ancora fuori dal porto Megarese. Il dossier tuttavia non sarebbe ancora stato formalizzato in un esposto. Prima di mettere in moto le “Autorità”, infatti, cercano di avvicinarsi il più possibile alla probabile fonte dello sversamento. Che potrebbe essere anche più di una. Indiziati senza prove i mastodonti da crociera e i traghetti quarantena. I maggiori indiziati sono i mastodonti delle crociere che transitano in rada senza turisti, e i grandi traghetti impiegati per le quarantene dei migranti. Un sospetto che però è basato soltanto su mere coincidenze. Una è la corrispondenza del nuovo fenomeno inquinante con la loro inusuale presenza nelle acqua augustane. Poi ci sono i filmati dei diportisti che mostrano scie di schiuma accanto le navi passeggeri, ma anche questa può essere una pura casualità. Così come può risultare un mero caso, l’attenuazione del problema in concomitanza con la diminuzione di quel particolare naviglio. Allo stesso modo non c’è prova di una correlazione, che qualcuno di quegli appariscenti natanti venga visto uscire dal porto sul far della notte, per ritrovarvelo poi al sorgere del sole. I circoli nautici continuano comunque la loro sorveglianza ecologica, sperando di beccare prima o poi qualche inquinatore con la “pistola fumante” in mano. Una similitudine che potrebbe rivelarsi persino calzante. PER APPROFONDIRE. Cgil “basita” su depuratore e bonifica stadio. Di Mare: tutto sotto controllo I dubbi sulla depurazione dei fumi nelle grandi navi passeggeri. Nave da crociera nel Golfo Xifonio.copertina: schiuma inquinante al Faro. “Alcune grandi navi da crociera usano gli scrubber per depurare i loro fumi“, spiega Enzo Parisi, portavoce di Legambiente. Aggiungendo che “si tratta di un lavaggio delle emissioni, al termine del quale si hanno delle acque acide“. Nel porto petrolifero i controlli anti-inquinamento sono molto serrati, e viene considerata impossibile una “pirateria” delle sentine. “Le quali possono essere scaricate in mare solo oltre le 20 miglia, ma è improbabile che da quella distanza se ne vedano gli effetti sulla costa“, puntualizza l’ambientalista. Il monitoraggio ai sensi di legge è organizzato e rodato da anni, eppure qualcosa sembra sfuggire da diversi mesi. Sempre se la schiuma non abbia una origine “terrestre”, ancora sconosciuta pure sotto il profilo della semplice ipotesi. Il paradosso è che la “spumeggiante” polluzione si registra proprio quando Goletta verde promuove, per il terzo anno, la spiaggetta delle Grazie. Si tratta di un pezzo di costa in pieno centro abitato, affacciato su quel Golfo Xifonio dove vige il divieto di balneazione per i numerosi scarichi fognari. PER APPROFONDIRE: Augusta, il depuratore va avanti: ma resta “indietro” sullo scarico nel porto Goletta verde promuove le Grazie nonostante il divieto di balneazione. “Le analisi hanno riscontrato che il campione rientra entro i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione“, dice il comunicato conclusivo di Goletta verde. Un monitoraggio svolto da “un team di tecnici e volontari, che hanno effettuato i campionamenti e le analisi microbiologiche sulle coste della regione. L’ufficio scientifico di Legambiente si è occupato della loro formazione e del loro coordinamento, individuando laboratori certificati sul territorio. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nello stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici”. Se la schiuma che ha investito il litorale a nord di Punta Izzo ha lambito pure quel tratto dell’isola di Augusta, non ha lasciato tracce scientificamente apprezzabili. Potrebbe essere una buona notizia, che fa il paio con le orme di tartaruga fotografate sull’arenile dopo il passaggio del veliero ecologista: se non fosse che l’assenza del depuratore per i reflui urbani fa rientrare tutto nella pura casualità. PER APPROFONDIRE: Augusta, Rolle e il “finto” depuratore rifilato alla Commissione d’inchiesta Depurazione, “3 commissari in 6 anni e nemmeno un progetto esecutivo”. Spiaggetta delle Grazie (foto Lagambiente). “Quel tratto di mare rimane ancora non idoneo a causa del generale divieto di balneazione, principalmente dovuto alla mancanza di sistemi di depurazione”, polemizza Legambiente. “Non è superfluo ricordare che sono trascorsi oltre 6 anni dalla nomina del primo commissario di governo (adesso siamo al terzo) senza che finora sia stato reso noto il progetto esecutivo“. Il documento aggiunge che “a questa situazione incresciosa di cui nessuno ammette mai le proprie responsabilità, si somma anche lo scandalo della progressiva privatizzazione di ampi tratti della costa balneabile“. Avvenuta con tutte le carte in regola, grazie a “concessioni rilasciate fuori da un quadro certo di programmazione, a causa dell’assenza del Piano di utilizzo del demanio marittimo“. PER APPROFONDIRE: Augusta, Faro e Xifonio all’Adsp: alt di Legambiente al colpo di mano 5S Legambiente: coste privatizzate o interdette, anche col depuratore sarà isola senza mare, A fare di Augusta una “isola senza mare“, si aggiungono “recinzioni e divieti illegittimamente frapposti dai privati“, oltre alla “carenza del trasporto pubblico e di idonee aree di parcheggio“. Sono “tutti elementi che – unitamente ai vincoli militari e industriali nonché ai fenomeni di erosione costiera in atto – impediscono il pieno riconoscimento del diritto di accesso e di fruizione della risorsa mare“. La conclusione è che “paradossalmente, allorquando sarà realizzato il depuratore e il golfo sarà tornato balneabile, correremo il concreto rischio di non potervi accedere liberamente e gratuitamente“. Semplicemente “perché gran parte del litorale risulterà privatizzato o interdetto all’uso pubblico“. E non ci vuole certo un giro in barca per accorgersi già adesso del futuro prossimo venturo. 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