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Ticket sosta, villone e discoteca, Triberio: c’era una volta il Faro

AUGUSTA – La questione Faro diventa bollente, e non solo per colpa dell’afa. Ad alzare la temperatura sull’unica zona balneare rimasta ad Augusta, è il capogruppo d’opposizione Giancarlo Triberio. Che il 21 giugno ha salutato l’arrivo dell’estate, diffondendo un polemico comunicato sul mare negato“. Con la scogliera assaltata dai bagnanti in cerca di refrigerio, infatti, è esplosa l’annosa questione dei parcheggi. Quest’anno acuitasi con la sostanziale “privatizzazione” di Capo Santa Croce, che era rimasto l’unico tratto di litorale ad accesso libero. Fra piazzette pubbliche tornate col divieto di sosta, discoteca prefabbricata che si è fagocitata migliaia di metri quadrati di costa, ville spuntate all’improvviso dove non veniva fatto costruire da decenni, e parcheggi a pagamento gestiti dalle stesse strutture recettive, il ritorno alla zona bianca si è trasformato per gli augustani in un “lockdown” dei bagni. Che sembra far imboccare a Sant’Elena la stessa strada già percorsa da tantissimi Comuni, dove poco per volta un tuffo in acqua è diventato possibile solo a pagamento. Con la differenza che altrove le “strisce blu” per stendere gli asciugamani lasciano qualcosa nella casse municipali, mentre qui tutto sembra restare agli imprenditori.

E’ con le scelte impopolari su Sant’Elena che iniziò il declino 5 Stelle.

Giancarlo Triberio.
copertina, le piazzette pedonali al Faro.

Ci ha messo tempo la minoranza a cavalcare la stessa tigre “Faro inaccessibile”, che a suo tempo segnò la fine della luna di miele con l’allora popolarissima amministrazione 5 Stelle. L’opposizione si è fatta viva quando tornare indietro diventa più complicato, per la popolare amministrazione Peppe Di Mare. Che su Sant’Elena ha cercato di replicare quel modello di sinergia coi privati, sperimentato con successo in altri settori. Un metodo che a Capo Santa Croce, però, sta mostrando i suoi limiti. Così Triberio ha gioco facile a scrivere che “l’amministrazione, invece di tutelare i cittadini, ha deciso di non decidere”. Il capogruppo di Nuovo patto per Augusta non graffia più di tanto, ma i punti che tocca sono molto sensibili aldilà del politically correct. Il suo documento parla di “perpetrate e ripetute chiusure degli accessi al mare, nonché di “nuove e vecchie autorizzazioni per la costruzione di abitazioni”. Si tratta di pratiche edilizie avviate quando l’assessorato Urbanistica era retto da un ingegnere modicano, che all’ufficio tecnico si vedeva una volta a settimana. Ma i cui cantieri si sono aperti, o completati, con i successori dei grillini senza che nulla fermasse la nuova cementificazione.

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Capo Santa Croce, dopo il lockdown arrivano cementificazione e discobar.

In un caso, l’arrivo dei primi bagnanti al Faro ha coinciso con l’edificazione di un villone a più piani, a ridosso di una curva dove è previsto l’allargamento della carreggiata. Alla sottrazione di scorci paesaggistici non è sfuggita nemmeno la scogliera. Dove la valorizzazione come solarium di un tratto inutilizzato, si è trasformata in un “ristorante-bar-discoteca” da 2 mila metri quadrati. Un iter iniziato 6 anni prima con la Regione, i cui effetti mediatici tuttavia ora li subiscono i nuovi amministratori comunali“I problemi di viabilità, sosta e parcheggio ereditati dalla precedente amministrazione, invece di essere risolti, sono stati pari pari consegnati agli operatori economici“, nota Triberio. Aggiungendo che questi ultimi, “dovendo attivarsi per l’organizzazione della stagione lavorativa, gestiscono ora parcheggi a pagamento che nessuna attenzione hanno per i residenti“. In realtà le tariffe praticate sono molto concorrenziali, grazie anche alla “mediazione” dell’assessorato con la proprietà dei terreni e i gestori dei parcheggi. Ma anche quei pochi spiccioli, in tempi di crisi economica da Covid, “di fatto limitano la fruibilità di un bene pubblico che senza autovettura non è facilmente raggiungibile”.

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Il consigliere ricorda al sindaco le battaglie di quando stava all’opposizione.

“Non serve promuovere documenti che contrastino la povertà, promuovere la Consulta delle famiglie o eventi culturali a ogni ricorrenza di comodo, quando poi si decide che un bene comune come il Faro e il suo mare non debbano più essere a beneficio di tutti, ma solo di chi può permettersi di pagare“, polemizza Triberio. Che non risparmia una stoccata all’ex compagno nei banchi d’opposizione, poi diventato sindaco. “Lo scudo di sentirsi adesso maggioranza, non dovrebbe far dimenticare le mozioni consiliari e la petizione in cui si chiedeva la definizione del progetto di parcheggio pubblico con procedura di esproprio a beneficio del bene collettivo”, ricorda il documento a Di Mare. Insieme al quale, quando era capogruppo del Misto durante il mandato 5S, aveva condiviso il gazebo a Sant’Elena per una raccolta di firme sul tema parcheggio. “Coerenza, correttezza e lungimiranza politica al servizio dei cittadini non dovrebbero solo essere slogan elettorali, ma si dovrebbero dimostrare concretamente con atti a beneficio dei cittadini tutti, soprattutto dei più deboli”, conclude il comunicato del consigliere.

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Ma senza il nuovo bilancio comunale i privati restano l’unica soluzione.

Triberio prospetta pure qualche soluzione. “La problematica, di cui si era bene a conoscenza, meritava una maggiore attenzione da parte dell’amministrazione; che avrebbe dovuto affittare e gestire i parcheggi a uso gratuito o a prezzi calmierati per i residenti, investendo gli eventuali introiti in quei servizi che da noi restano utopie e che ne avrebbero giustificato la spesa”, propone il documento. Messa così sembra facile, ma non lo è. Con il bilancio ancora bloccato ai capitoli fissati dai predecessori, l’amministrazione è di fatto con le mani legate. Tanto che il sindaco deve attingere al fondo di riserva, per non farsi ingessare proprio a inizio mandato. Persino i consulenti sono ancora a titolo gratuito, mentre per risolvere il problema dell’acqua nel centro storico ha dovuto pregare le raffinerie di scavare un nuovo pozzo. Soldi per affittare terreni e per servizi ai bagnanti al momento sono solo belle intenzioni, chiuse nei cassetti finquando non ci sarà un nuovo strumento contabile su misura. L’oppositore lo sa, ma ovviamente tira dritto. Anche perché non è il solo a non andare tanto per il sottile.

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Malumori pure nella maggioranza, La Ferla: errori lasciamoli al passato.

Ciccio La Ferla durante presentazione di 100 per Augusta.

“Gli errori del passato lasciamoli alle spalle”, si sfoga Ciccio La Ferla, in un commento social proprio sulla questione Faro. E’ una presa di posizione che fa più “notizia” rispetto al collega di minoranza, perché il consigliere siede invece nella maggioranza. Anzi, con Di Mare è stato sin dal primo momento, quando il candidato sindaco era una scommessa su cui puntavano pochi addetti ai lavori. Amministratore comunale e provinciale di lungo corso, l’ingegnere eletto coi 100 per Augusta non è nuovo a posizioni controcorrente rispetto il Palazzo. “È una necessità per tutte le famiglie portare i propri figli a fare il bagno. Io personalmente non mi sono mai preoccupato dei pochi spiccioli che servono per il parcheggio, perché ritengo che comunque è un servizio che qualcuno fa con tutti i sacrifici del caso, spesso sotto il sole cocente. Ma dobbiamo chiarire un aspetto importante: non tutte le famiglie sono disposte a spendere 3/5 euro al giorno per il bagno, che può durare anche il tempo giusto per una nuotata“. La sua soluzione è quella dell’esproprio“Occorre pensarci in tempo, e comunque un eventuale impegno economico da versare ai proprietari doveva essere a carico della amministrazione”.

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Sosta vietata sulle piazzette senza ombra che servono solo ai ristoratori.

Capisco che è difficile calarsi nelle necessità altrui ma è dovere di una buona amministrazione”, conclude La Ferla, scrivendo più d’istinto che per calcolo politicoMa la scorciatoia di togliere il terreno agli unici che hanno rispettato i vincoli, quando tutt’intorno si cementificava e si continua ancora a farlo, è una soluzione cui l’amministrazione di Massimo Carrubba andò ad arenarsi. Anche perché il Comune ha una soluzione alternativa, più veloce ed economica. Basta riconvertire alla sosta le piazzette pedonali, che di pedoni non ne hanno mai visti considerata l’assenza di alberi e panchine, indispensabili per usarle col solleone. I commissari prefettizi, e la stessa amministrazione 5 Stelle in retromarcia dopo le proteste, non hanno avuto alcun problema a far parcheggiare. Ora sono rispuntati i paletti che impediscono l’accesso alle auto, con tanto di cartelli divieto ai sensi di legge che scoraggiano persino i motorini. Col risultato che di quegli spazi vuoti, gli unici a usufruirne sostanzialmente resteranno le attività di ristorazione. Quanto ci vorrà prima che altri imprenditori fiuteranno il business su una Sant’Elena sempre più ristretta per i bagni gratis?

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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