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“Augusta d’estate non è per disabili”, Tringali: bagni a mare? Con la Marina

AUGUSTA – Nell’isola col mare negato per mancanza di depurazione e privatizzazione degli accessi, c’è qualcuno che se lo vede negare due volte. Sono i disabili di Augusta, che non possono usufruire nemmeno della poca costa rimasta utilizzabile, perché non è mai stata attrezzata per consentirglielo. E quando poi una zona balneare viene finalmente valorizzata, come accaduto per le aree ricreative inaugurate sabato sera al Faro, si accorgono che si sono dimenticati delle loro esigenze. Così il presidente della Consulta per la disabilità ha preso carta e penna, protestando ancora una volta per le distrazioni del Comune. Lo aveva già fatto nei giorni scorsi per la riqualificazione di un’area alle Scuole verdi, chiedendo che anziché un campo di padel se ne costruisse uno di baskin, sport praticabile non solo dai normodotati. Lo ha rifatto l’11 luglio, quando le nuove giostrine piazzate a Sant’Elena sono risultate impraticabili per chi si muove con difficoltà. “La parola inclusione è solamente inflazionata, la verità è che dietro c’è tanta ipocrisia”, accusa Seby Amenta. Che sull’ultima area ludica realizzata parla di “lodevole iniziativa, ma ahimè quel piccolo parco giochi un bambino disabile potrà solamente guardarlo da lontano, visto che non è attrezzato con giostre inclusive per le disabilità motorie”.

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Consulta disabilità, Amenta: inaccettabili le coste ancora negate a chi si muove in carrozzina.

Seby Amenta,
copertina e sotto, l’area ludica del Faro.

La pubblicità che l’amministrazione ha dato all’iniziativa di valorizzazione, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso di Amenta. “Il fatto che per ogni iniziativa il disabile non sia mai messo al centro è sotto agli occhi di tutti”, accusa il presidente della Consulta comunale. Che prende spunto dalle aree picnic create a Capo Santa Croce coi fondi inclusione migranti, per sollevare la problematica dell’estate negata a un pezzo di popolazione da tutelare. “Voglia di vacanze: se molti cercano calette e spiagge esclusive, c’è chi vorrebbe avere soltanto la possibilità di arrivarci al mare. Ad Augusta è un miraggio per tanti, figuriamoci per chi vive in carrozzina“, lamenta nel comunicato. Il portavoce per le problematiche della disabilità sottolinea che “il problema degli accessi al mare per i disabili motori è una discriminante che ai giorni nostri non è possibile accettare”. La possibilità di farsi un bagno come tutti non è l’unico buco nero, visto che “nel corso degli anni poco o nulla è stato fatto per l’abbattimento delle barriere architettoniche, che continuano a rendere l’ambito urbano invivibile per chi è impedito da un handicap motorio“. Ma quando si realizzano opere pubbliche e ci si dimentica che dovrebbero esserci pure loro a usarle, allora la polemica arriva inevitabile.

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Giostrine al Faro coi fondi per l’inclusione migranti ma possono usarle solo i bimbi normodotati.

il sindaco Giuseppe Di Mare inaugura il parco giochi a Sant’Elena.

Il sindaco Giuseppe Di Mare aveva infatti commentato l’inaugurazione al Faro, dicendo che “con l’installazione di questi elementi di arredo urbano, la mia amministrazione getta le basi per una fruizione turistica del rinomato luogo”. Aggiungendo che “abbiamo già in programma altri interventi, come la riqualificazione delle ringhiere: lavori già appaltati che permetteranno di migliorare ulteriormente il decoro dell’area. Altri interventi sono previsti per l’anno prossimo, allo scopo di rendere sempre più attrezzata, e a misura di famiglie e turisti“. I fondi arrivano dal contributo straordinario assegnato al Comune per l’anno 2019, da destinare alle spese sostenute o da sostenere per far fronte al fenomeno immigratorio“. L’area giochi e picnic è la prima tranche di un ampio progetto di riqualificazione da 98 mila euro. Insomma, si è pensato a tutto ma non a tutti. Sulle giostrine al Faro solo per i bambini normodotati, l’assessora Ombretta Tringali svicola. “Si è pensato di attrezzare l’area intanto per le famiglie e i giovani che la vivono abitualmente, anche se spoglia”, dichiara la titolare delle Politiche sociali. Assicurando che “l’amministrazione non è né cieca né sorda ai problemi derivanti dalle barriere architettoniche presenti in città, e lavorerà per migliorare l’attuale condizione”.

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Chiesto il rispetto delle leggi sull’obbligo di strutture per l’accesso al mare dei disabili motori.

“Se si viene chiamati a lavorare per la comunità poi non si possono discriminare i disabili, perché sono proprio loro ad avere maggiormente bisogno delle tutele che solo chi amministra la cosa pubblica può garantire”, ricorda a sua volta Amenta. Nel comunicato aggiunge di dover “purtroppo ancora una volta constatare l’atteggiamento miope dell’amministrazione, e la scarsa considerazione che circonda la condizione dei disabili nei rapporti sociali“. Affermazioni forti, ma sembra avere le sue ragioni. “Già a giugno dell’anno scorso, con una nota da me sottoscritta in qualità di presidente, era stato suggerito di intervenire proprio sull’accessibilità al mare: tutto è rimasto carta straccia”. Eppure, fa notare nel suo documento, “questa amministrazione che deve comprendere una volta per tutte di avere precisi obblighi in materia”. Il riferimento è alla legge 104 del 1992, la quale prescrive “che la possibilità di accesso al mare delle persone handicappate deve essere resa effettiva”. Mentre la legge 494 del 1993prevede che l’accesso al mare da parte dei soggetti handicappati dev’essere garantito dalla realizzazione di idonee strutture per tratti orograficamente omogenei di litorale”.

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L’assessora replica: Amenta ha sbagliato indirizzo, competenza sulla costa è della Capitaneria.

Ombretta Tringali.

Una Augusta d’estatepure per i disabili era stata chiesta in tempi utili, nella prima e unica seduta della Consulta, svoltasi a giugno dello scorso anno. L’assessora Tringali però respinge al mittente la polemica. “Amenta ha sbagliato indirizzo. La norma di riferimento attribuisce alla Capitaneria di porto e non al Comune la competenza sull’individuazione dei tratti orograficamente omogenei di litorale, per installare strutture che facilitino l’ingresso in acqua di persone con difficoltà motorie. Rigore per rigore, a ciascuno il suo”. In aggiunta fa notare che “Amenta non ha contattato nessuno dell’amministrazione prima del suo comunicato, nonostante sappia bene della mia personale disponibilità e apertura al dialogo. Inoltre, credo conosca bene le strutture della Marina, le quali sono attrezzate per i diversamente abili e accessibili ai disabili che ne fanno richiesta”. In sostanza, l’immediata soluzione si può trovare bussando ai cancelli di Marisicilia. Ma nonostante il presenzialismo nei gala del circolo ufficiali, a Palazzo di città forse non hanno dato informazioni aggiornate.

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La Marina apre il lido di Punta Izzo alla 20 Novembre ma nega l’uso attrezzato a caletta monache.

il lido dipendenti Difesa di Punta Izzo.

Nel 2018, l’associazione 20 Novembre aveva ottenuto dall’Ammiragliato di poter accedere a Punta Izzo. Aveva pure comprato a proprie spese un Job, attrezzatura da 1.300 euro necessaria per far entrare in acqua chi ha problemi di deambulazione. Nel frattempo si sono intensificate le azioni degli ambientalisti contro il progetto di un nuovo poligono di tiro leggero, in netto contrasto con la richiesta che da anni giace al Comune, su smilitarizzare la scogliera per farne un parco naturalistico aperto a tutti. Per caso, oppure non a caso, è arrivata la stretta negli accessi a civili. Utile comunque a disabituare sulla fruizione pubblica. Sembra averne fatto le spese anche la proposta dell’associazione di attrezzare con donazioni la “caletta delle monache“, in modo che i disabili avessero un mare pulito e accessibile dove andare. E senza dare alcun disturbo ai “lidi elioterapici” della Marina. Infatti, la disponibilità riguardava la concessione di 20 pass per il circolo ricreativo dei dipendenti Difesa, che venivano fatti ruotare fra i 500 iscritti alla 20 Novembre. Ma Amenta rivela che “nel 2021 e quest’anno di pass ne sono stati dati solo 5“. E hanno dovuto dire pure grazie, perché è una zona militare riservata, a meno che non si appartenga alla cerchia delle cosiddette “autorità cittadine“.

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AGGIORNAMENTO 12/7/2022

“Cara assessora dovrebbe sapere che parlare con la Capitaneria spetta all’amministrazione”

“Caro Assessore, la informo che la materia è completamente demandata ai Comuni (che proprio per questo hanno subito diverse condanne dagli organi giurisdizionali) e dove non è possibile accedere direttamente ai litorali, si verifica di fatto una violazione di legge, legge che indubbiamente va fatta rispettare”. Così Amenta controreplica all’assessora Tringali, dopo la pubblicazione dell’articolo che dava conto sia delle posizioni espresse dal presidente della Consulta per la disabilità, sia della risposta arrivata dalla titolare alle Politiche sociali. Il portavoce dell’associazione 20 Novembre ha inviato alla redazione un lungo documento di puntualizzazione sulle competenze dell’amministrazione in materia di accessi al mare, sintetizzabile nel passaggio ripreso sopra, e che sotto viene riportato integralmente per completezza di informazione.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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