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Augusta, Marina conferma: a Punta Izzo si spara. Comune molla sul parco

AUGUSTA – La Marina resuscita il poligono che sulle carte non c’è, e col silenzio-assenso del Comune chiude definitivamente Punta Izzo ai bagnanti di Augusta. Lo ha rivelato il Comitato che da anni si batte per l’istituzione di un parco storico-naturalistico, nel comprensorio occupato dai lidi balneari riservati ai militari. Una zona esclusiva, che quattro anni fa il consiglio comunale aveva chiesto di restituire alla piena fruizione civile. Salvo poi scoprire che la Difesa voleva costruire sulla scogliera un nuovo campo di tiro, presentandolo come “demolizione e ricostruzione” di un’opera esistente. Che in effetti c’è, sia pure abbandonata da oltre un ventennio e bisognosa di bonifica. Ma che a termini di legge sulle aree marittime non avrebbe dovuto esserci, almeno non senza una lunga sfilza di autorizzazioni paesaggistiche. Disinvoltamente bypassate a inizio anni Novanta, quando la spianata con i bersagli fronte mare venne circoscritta da muraglioni in cemento armato. Una struttura di contenimento della quale “questo Comando marittimo non ha evidenza, né da atti di inventario né da piani regolatori storici, attestante l’esatta data di realizzazione”. La confessione salta fuori da un accesso agli atti richiesto dall’associazione ambientalista, dove l’autorità militare “ipotizza che possa risalire agli anni Settanta”. Affermazione tuttavia smentita “da alcune immagini satellitari messe a disposizione dal ministero dell’Ambiente, riprese fra il 1988 e il 1989, dove non figura nessuna struttura in cemento armato”.

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Catalano: possiamo ancora fermare il poligono, ma l’amministrazione vuole ancora il parco?

Gianmarco Catalano e Andrea Tringali.
copertina, i lidi a Punta Izzo (foto Facebook).

La rivelazione di Gianmarco Catalano, portavoce del Comitato Punta Izzo possibile, getta una luce nuova sul nuovo poligono. “Perché stavolta forse siamo arrivati in tempo a fermarlo”, dice nella conferenza stampa del 14 maggio. Sempre che, aggiunge, “l’amministrazione comunale sia ancora dell’idea di farne un parco letterario naturalistico”. Correva infatti l’anno 2018, quando il consiglio approvò all’unanimità la mozione di indirizzo contro la costruzione di una struttura per le esercitazioni a fuoco. A presentarla era stato Marco Niciforo, all’epoca capogruppo dell’opposizione e oggi leader della maggioranza consiliare. E ad appoggiarla esplicitamente erano stati il sindaco Giuseppe Di Mare e l’assessore Angelo Pasqua, che all’epoca sedevano fra i banchi della minoranza. Quel no fu uno dei rari casi in cui l’amministrazione 5 Stelle aderì in toto a un’iniziativa sponsorizzata dagli avversari. Salvo poi disertare la conferenza dei servizi nel 2020, “quando il Comune avrebbe potuto fermare il progetto avanzando le sue osservazioni”. A rallentarlo ci ha comunque pensato l’abbondante quantità di piombo trovata sul sito, fino a 42 volte superiore al limite di legge, che ha imposto una radicale bonifica prima di andare avanti col progetto.

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Difesa: progetto esecutivo dopo bonifiche. In conferenze dei servizi il Comune lascia fare.

Poligoni a confronto: in rosso il nuovo, in giallo quello vecchio.

“Per quanto riguarda la messa in esercizio di un nuovo poligono, il relativo progetto preliminare per la demolizione e il rifacimento non è stato ancora approvato definitivamente, in quanto non sono state ultimate le fasi relative alle indagini ambientali. A conclusione di tali indagini il progetto potrà essere aggiornato per la successiva approvazione, a valle della quale potranno essere stanziate le risorse per la relativa realizzazione”. Il documento dello Stato maggiore, trasmesso al Comitato lo scorso 25 febbraio, di fatto è la conferma ufficiale che Punta Izzo resterà totalmente militare. “Se lì si spara, sarà impossibile qualunque accesso ai civili”, sottolinea Catalano. Che sfida “il sindaco a prendere posizione, in piena trasparenza e partecipazione alla cittadinanza, senza mettere avanti interlocuzioni riservate di cui non si conosce la natura”. Il portavoce degli ambientalisti incalza Di Mare, dicendo “si può anche cambiare idea, basta lo si dica apertamente”. Sollecitazioni pubbliche, che Palazzo di città ha fatto cadere nel vuoto. A parlare per conto dell’attuale amministrazione c’è tuttavia il verbale dell’ultima conferenza dei servizi, riunita il 29 marzo scorso. Dove l’assessore Concetto Cannavà si limita a sostenere le prescrizioni del Libero consorzio sul monitoraggio dei suoli contaminati, senza nulla opporre circa l’opportunità di costruire il nuovo campo di tiro. “Che fra l’altro non è ricostruzione del vecchio perché, oltre a un parcheggio che prima non c’era, l’area di realizzazione è più ampia e non si sovrappone alla precedente”, nota l’ingegnere ambientale Andrea Tringali.

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Il vecchio poligono era abusivo? Comitato: il Comando conferma di non aver trovato i progetti.

Il vecchio poligono (foto Comitato).

Il Comitato ha chiesto di partecipare alla prossima conferenza dei servizi. E punta tutte le sue carte sulle sospette irregolarità urbanistiche del vecchio poligono, che se confermate in fase di giudizio amministrativo lo qualificherebbero come una costruzione abusiva non sanata. E nemmeno sanabile, considerati “i sei metri di distanza dalla scogliera“, sottolinea Catalano. Verrebbe quindi meno il presupposto necessario per costruire quello nuovo, sfilandosi dal labirinto delle autorizzazioni paesaggistiche per le nuove opere. Alla base serve un’area, dove i fanti di Marina che ne difendono il perimetro possono addestrarsi con le armi leggere. Risparmiando tempi e costi degli attuali trasferimenti, per esercitarsi in strutture fuori provincia. Il riarmo dell’Europa in seguito alla guerra in Ucraina, fa inoltre assumere maggiori priorità alle esigenze delle forze armate rispetto il recente passato. Ma anche se gli ambientalisti riuscissero a fermare il nuovo poligono, il Comando non ha intenzione di mollare la scogliera ai civili. “Per quanto attiene all’impiego futuro del sito”, scrive Marisicilia, “si rappresenta che sull’intera area si trovano diverse sistemazioni alloggiative per il personale militare, gli stabilimenti elioterapici per ufficiali e sottufficiali, e il circolo ricreativo dipendenti Difesa, strutture che nel prossimo triennio beneficeranno di finanziamenti dedicati per le manutenzioni necessarie”.

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Marisicilia rivendica l’uso esclusivo della scogliera e fa pesare il suo aiuto per l’hub vaccini.

Per difendere l’uso esclusivo della scogliera, la Marina sa che non può affidarsi solo all’esistenza dei suoi selettivi lidi balneari. Perciò, al Comitato “rappresenta che il comprensorio, inteso nel suo complesso, riveste particolare interesse essendo utilizzato per attività addestrative periodiche che non richiedono l’uso delle armi come le esercitazioni di ricerca e soccorso (anche con mezzi navali e aerei) e le prove di allenamento e di efficienza fisica del personale militare”. Tenere un intero parco naturalistico per il fitness dei marinai, e impedirne la fruizione ai bagnanti in borghese perché ogni tanto si simula l’uomo in mare, non sono argomenti decisivi per impedire la smilitarizzazione di Punta Izzo. Perciò il Comando cala l’asso Covid-19. “Il circolo ricreativo è stato impiegato, sin dallo scorso inverno, quale struttura temporanea di prevenzione e screening contro i contagi e, recentemente, vi è stato realizzato un hub vaccinale; attività di particolare rilevanza in quanto svolta a favore della popolazione civile e dell’amministrazione della Difesa. In tale contesto, si rileva pertanto che il comprensorio, nella sua interezza è caratterizzato da valenza di pubblica utilità, atteso l’attuale impiego in ausilio alla popolazione civile, nell’ambito dell’emergenza epidemiologica in corso”. Insomma, non era del tutto disinteressato l’aiuto dato all’Asp e all’amministrazione Di Mare durante la pandemia.

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L’hub vaccinale nel circolo ricreativo dipendenti Difesa a Punta Izzo.
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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