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Augusta 5S, fanno la pagella a Tripoli ma sbagliano i conti del mercato bio

Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021   01:18

AUGUSTA – I 5 Stelle a fine mandato danno le pagelle in aula ai “portavoce” in consiglio comunale: ma solo a chi sta all’opposizione, e per giunta non ha nemmeno la possibilità di replicare. L’ultimo souvenir a ricordo di un quinquennio che ad Augusta non si dimenticherà facilmente, lo hanno lasciato nella seduta del 2 marzo. Quando il capogruppo grillino Mauro Caruso ha bollato come “totalmente assente” Alessandro Tripoli, che qualche giorno prima si era dimesso proprio per “un sentimento di rigetto verso questa politica e alcuni suoi interpreti locali”. L’ex consigliere di minoranza aveva scritto che giustizialismo, isterismo, presunzione e ipocrisia hanno creato forti contrasti, sfociati spesso in una aggressività verbale che mi ha lasciato sgomento”. Ma non aveva puntato il dito esplicitamente contro i colleghi dei banchi opposti, scrivendo anzi che “un saluto lo rivolgo anche alla maggioranza e all’amministrazione, sebbene con questa non abbia instaurato un particolare feeling”. Una signorilità che non è stata ricambiata. All’opposto, è stato fatto passare per “totalmente non partecipante” all’attività amministrativa, con una di quelle torsioni della storia ormai diventate la cifra distintiva del Palazzo pentastellato.

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Di Pietro si dissocia dal suo gruppo sull’attacco a Tripoli.

Tripoli durante l’Aventino dell’opposizione per protestare contro l’assenza di democrazia.
Copertina, Gianna D’Onofrio nel suo primo intervento da consigliera col gruppo Augusta2020.

Che il colpo sotto la cintura a un avversario ormai innocuo potesse rivelarsi un boomerang – “ha fatto mancare la voce alla lista in cui è stato eletto”, aveva aggiunto CarusoCettina Di Pietro lo ha capito subito. E per la prima volta da quando guida Comune e “moVimento“, ha preso le distanze dal portavoce e dal suo gruppo vociante approvazione. “Mi dissocio dal coro, la valutazione dell’operato di un consigliere spetta a chi lo ha eletto; gli elettori sono il miglior giudice”, ha detto la sindaca. Che per l’occasione ha pure messo da parte il puntiglio sulla desinenza di genere nelle cariche amministrative. E rivolgendosi a Gianna D’Onofrio, fresca di giuramento in sostituzione di Tripoli, ha ritenuto “doveroso dare il benvenuto a questa consigliera“. Usando quel femminile che tanto l’ha turbata quando veniva applicato al suo incarico, la sindaca forse ha iniziato a limare le asperità che ne stanno pregiudicando la campagna elettorale per il bis a Palazzo.

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Triberio: 5S non mancano occasione di attaccare assenti.

Comunque a Caruso avevano già replicato chi aveva condiviso i banchi dell’opposizione con l’ex consigliere. “Resto senza parole: l’ho sempre sentito parlare con cognizione di causa, meglio del mutismo cosmico di qualcuno che è in aula”, ha osservato caustico Angelo Pasqua, consigliere di Attivamente. Il vice-capogruppo di Augusta2020, Enzo Canigiula, a sua volta ha definito l’ex collega come “persona perbene, sempre propositivo”. Ma la prima e più convinta difesa dell’ex consigliere di estrazione sindacale Cisl, è arrivata dal consigliere di estrazione sindacale Cgil. Giancarlo Triberio, parlando come capogruppo del Centrosinistra, ha fatto notare come il capogruppo 5 Stelle “dichiara di aver sempre dato disponibilità all’opposizione, ma non ha mancato occasione per attaccare anche gli assenti; ancora una volta alle parole non seguono i fatti”. Al “portavoce dei portavoce” grillini, inoltre difetta un poco la memoria. Perché Tripoli si era distinto nell’accendere i riflettori del consiglio comunale sul rischio occupazione che aveva investito Versalis, quando si era diffusa la notizia della vendita a un fondo d’investimento. In quell’occasione aveva portato gli amministratori di Augusta all’assemblea con gli operai nella mensa di fabbrica.

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“Assenteista” ma lo avevano eletto vice-presidente.

L’ex consigliere di Nessun dorma, che ha improvvisamente rinunciato al seggio per ragioni non ancora interamente comprensibili, si era anche intestato un’altra battaglia di grande spessore sociale: la permanenza della sede Inps. Scovando fra l’altro una lettera della sindaca, che smentiva le dichiarazioni rilasciate da Di Pietro in consiglio. Iniziative che fra l’altro non aveva condotto in solitaria ma aveva portato avanti in sinergia con chi le condivideva, senza badare al colore politico. Una qualità che gli smemorati grillini gli hanno riconosciuto giusto qualche anno fa, quando lo hanno eletto vice-presidente della commissione Affari generali mentre era assente e a sua insaputa. “Ho smesso di andare a quelle sedute, quando sono cadute tutte nel vuoto le reiterate richieste di farle nel pomeriggio, in orari più adatti a essere conciliati col mio lavoro in fabbrica”, spiega Tripoli. Un po’ amareggiato e molto basito della singolare rilettura data alle sue assenze, ricorda anche “come messo da parte la mia posizione di protesta e sono andato pure di mattina, quando mi è stato chiesto di presiedere alle riunioni in cui la presidente non poteva partecipare per incompatibilità.

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Per far dispetto a Schermi s’affossano sul numero legale.

Schermi discute con la presidente Marturana sul metodo per gli emendamenti.

Nel difendere l’operato dell’ex collega assente, Triberio aveva accusato il gruppo 5 Stelle di “aver mancato questa ultima occasione”. Errore. Perché un’ora dopo, quando si è arrivati a discutere il nuovo regolamento per il mercato del contadino, i consiglieri pentastellati hanno infilato un altro clamoroso autogol. Nella furia cieca di silurare qualunque cosa giunga dal lato opposto dell’emiciclo, specialmente se arriva dal loro ex compagno di gazebo Giuseppe Schermi, non si sono fatti bene i conti delle presenze. Così, quando il consigliere Diem25 ha presentato un innocente emendamento sul punteggio per l’assegnazione degli spazi mercatali, diretto a premiare gli agricoltori diretti che adottano metodologie bio, lo hanno bocciato senza nemmeno una spiegazione. A una maggioranza che usa i suoi numeri come un rullo compressore, quell’atteggiamento di sufficienza è stato indossato con eccessiva superficialità. Perché l’oppositore boicottato “a prescindere” ha subito lasciato l’aula, facendo venire meno il numero legale.

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Patrono anticipato, niente comizi in piazza Duomo?

Qualcuno nelle fila grilline se n’era infatti già andato, in dissenso a una farraginosità regolamentare verso i contadini, che andava tutto all’opposto delle ragioni per cui aveva aderito al “moVimento“. Che molti dei vecchi elettori la stiano pensando allo stesso modo, è una sensazione che deve circolare pure fra i più tenaci sostenitori grillini. Per questo sembra vogliano abbandonare l’abituale via dei gazebo in piazza, e affidarsi al più tradizionale e collaudato San Domenico. Si voterà il 24 maggio, giorno del protettore della città. Logica vorrebbe che i festeggiamenti fossero spostati nel fine settimana successivo. Invece si sta facendo strada la soluzione di anticipare la fiera e tutto il resto, dal 20 al 22 maggio. Il che significa niente comizi in piazza Duomo, e “portavoce dei cittadini” tutti in fila dietro il patrono. Lo scorso anno la processione si concluse con l’innovazione di una predica al balcone del municipio pronunciata da don Palmiro Prisutto, e la lettura di una preghiera composta ad hoc da parte della sindaca Di Pietro. Quest’anno non si sa se la novità verrà replicata, ma certamente al santo verrà comunque chiesto un miracolo.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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