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Annunziata cancella il deposito Gnl, ma il porto non è Augusta

Ultimo aggiornamento giovedì, 15 Aprile, 2021   17:52

AUGUSTA – “Il Gnl è troppo pericoloso in quella zona popolata e altamente inquinata, meglio procedere con le bonifiche dell’area Sin. Ad affermarlo è Andrea Annunziata, dopo un vertice con Comune e Regione territorialmente competenti, ma si riferisce al progetto di un deposito di gas naturale liquefatto programmato nell’area napoletana di San Giovanni a Teduccio. L’ex sottosegretario ai Trasporti ai tempi dell’Ulivo, infatti, ora guida l’Adsp del Tirreno centrale. Si trova in carica solo da qualche settimana (2 febbraio precisamente) ma il suo primo atto è stato quello di revocare il via libera all’impianto di Edison e Kuwait petroleum. Neanche il tempo di arrivare dall’Autorità portuale di Augusta – dove invece ha lasciato in piedi il progetto degli stoccaggi galleggianti nella banchina ex Esso – ed ha subito cancellato l’autorizzazione del predecessore a piazzare i serbatoi del gas nel molo di Vigliena. Ne ha dato diffusa notizia la stampa campana del 24 marzo, riportando il plauso del senatore grillino Vincenzo Presutto. L’esponente 5 Stelle, lo scorso anno, aveva persino presentato un’interrogazione sottoscritta da un’altra decina di parlamentari della zona. Nella quale era stato “chiesto ai Ministri in indirizzo se intendano assumere iniziative di competenza per verificare che venga garantito il rispetto delle misure di sicurezza per la pubblica e privata incolumità, determinato dalla contiguità del deposito di Gnl alle navi gasiere e petroliere nella darsena petroli, ricadenti in area Sin del 1999, area già fortemente urbanizzata, ad alto rischio e dichiarata zona rossa dalla protezione civile“.

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Stop gnl a Napoli, il senatore 5S Presutto: ora coinvolgere cittadini nella riconversione.

L’iniziativa parlamentare chiedeva inoltre di fare luce sul rispetto “dei principi generali di trasparenza, libera concorrenza e pari opportunità nel procedimento avviato”. A metterlo in moto era stato proprio il presidente Adsp dell’epoca, Pietro Spirito, insieme al segretario Francesco Messineo. Quest’ultimo è ancora al suo posto, sia pure “a fine mandato e in attesa di rinnovo”, come ricorda il Mattino raccontando la storia. Il dirigente a tempo determinato intanto si vede sconfessare l’operato svolto per attrezzare lo scalo di Napoli al nuovo combustibile navale. “In questi mesi abbiamo lavorato molto per trovare una soluzione a quella che sarebbe stata una pietra tombale su un litorale dalle potenzialità finora inespresse e che ha sempre e solo subìto sotto il profilo ambientale”, dichiara il senatore Presutto. Nella sua nota ripresa dall’agenzia Nova, aggiunge che “l’interlocuzione avuta con il presidente Annunziata, apre ora la strada a un nuovo processo di riconversione ecologica dell’area che resta una delle più inquinate della città. Ora servono nuove proposte che coinvolgano tutta la cittadinanza, compreso il tessuto associativo e delle cooperative sociali che operano sul territorio”.

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Il Mattino: contestata vicinanza ad abitato. Repubblica: ora si fanno le bonifiche Sin.

Sopra, il Mattino del 24 marzo
copertina, il porto di Napoli.

Secondo quanto riporta l’articolo di Antonino Pane, il deposito costiero era una “infrastruttura duramente avversata dalle associazioni ambientaliste, ma anche da importanti operatori portuali che operano sia nel campo dei terminal containers che dei prodotti petroliferi“. Così come sta accadendo ad Augusta, il quotidiano Mattino scrive che “quello che si contesta con vigore è la posizione del deposito prescelta dalla Edison, troppo vicina al centro abitato ed avvalorata, non si comprende su quali basi, da chi ha preceduto Annunziata. Da domani, dunque, insieme ai tavoli tecnici già operativi per rendere funzionante il Terminal di Levante, si dovrà aprire un nuovo tavolo per verificare la possibilità di ospitare il gnl nel porto di Napoli in altro luogo”. L’edizione campana di Repubblica, parlando del vertice fra Adsp e amministrazione comunale, aggiunge che è “confermata la delocalizzazione dei depositi petroliferi esistenti – prevista anche negli indirizzi del nuovo piano urbanistico – e il non impiego di Gnl, dando priorità ai processi di bonifica dell’area Sin, con ricorso a sistemi integrati di riciclo delle acque”.

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Il piano Edison-Q8 per serbatoi di 24 mila metri cubi destinati a distributori autostradali.

Nel report pubblicato lo scorso ottobre sul sito dell’Adsp campana il piano Edison-Q8 riguardava “la realizzazione di un impianto costiero Small Scale di Gnl con una capacità complessiva di stoccaggio pari a circa 24.000 metri cubi, dedicato sia all’approvvigionamento dei mezzi navali sia alla distribuzione sulla rete carburanti stradale per i veicoli pesanti. Il progetto prevede l’impiego delle best available technology che ne garantiranno i più elevati standard di sicurezza. La nuova infrastruttura di Gnl sarà installata direttamente nella Darsena petroli del porto di Napoli, un’area già da tempo a vocazione energetica e quindi senza ulteriore consumo di suolo. L’ubicazione individuata, inoltre, garantirà un ormeggio sicuro e protetto in tutte le condizioni meteo e sarà compatibile con le attività commerciali già esistenti”. Anche in Campania, come già accaduto durante il consiglio comunale monotematico svoltosi ad Augusta, le obiezioni sulla sicurezza ambientale sono superate evocando le “Bat“. E anche per il progetto napoletano, così come per il mini-deposito augustano da 4.300 metri cubi, il rifornimento navale è solo una piccola parte del business plan.

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In una nota delle due società, ripresa dal sito specializzato OilGas news“obbiettivo dell’iniziativa è quello di rendere disponibile nello scalo campano il gas naturale liquefatto come combustibile a basso impatto ambientale sia per le navi che per i mezzi pesanti stradali”. La fetta più grossa dei ricavi sperati sembra essere quella delle pompe di rifornimento autostradale per i camion. “Il progetto nel porto di Napoli prevede la creazione della prima catena logistica di Gnl del Paese per rendere sostenibile il trasporto pesante, marittimo e su gomma”, scrive Pierre Vergerio, vicepresidente di Edison. Mentre l’amministratore delegato di Kuwait petroleum Italia, Giuseppe Zappalà, enfatizza come “questo importante investimento al Sud testimonia la fiducia che i nostri azionisti ripongono nel mercato italiano“. Il Corriere marittimo del 2 ottobre scorso è più dettagliato, sulle ragioni dell’entusiasmo capitalista. “Questo progetto di deposito costiero nel Tirreno, uno dei primi in Italia e nel Mediterraneo, renderà disponibile sul territorio continentale italiano il Gnl a prezzi competitivi. Inoltre, l’infrastruttura incrementerà il volume dei servizi portuali, con ricadute positive per le imprese presenti nell’area e nel porto”. Come ad Augusta, anche in Campania il deposito costiero viene presentato con l’allettante prospettiva che “la disponibilità di un’infrastruttura di approvvigionamento consentirà al porto di Napoli di diventare un polo competitivo di attrazione per i traffici dei mezzi navali (crociere e merci), incentivando i settori turistici, industriali e commerciali”.

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Dietrofront Annunziata a Napoli dopo il via libera dato a Gnl vicino le raffinerie Augusta.

ubicazione Gnl per il porto di Augusta

Insomma, il Gnl nel porto napoletano sarebbe una boccata d’ossigeno in un’area socio-geografica dove l’occupazione è un’emergenza endemica. La quale, già con la cancellata colmata da 6 milioni di euro stanziati dall’Adsp per ospitare il polo del gas, poteva subito conteggiare grappoli di nuovi posti di lavoro. Eppure tutte queste possibilità di rilancio economico e occupazionale sono sbrigativamente naufragate, dopo un paio di colloqui del nuovo presidente dell’Autorità portuale con la Regione Campania e il Comune di Napoli. Le quali gli hanno rappresentato che le migliori tecnologie disponibili non bastano, almeno ai loro elettori, per dare sicurezza sulle eventuali esplosioni dovute ad accidentali fughe di metano liquefatto. Neanche se a una certa distanza, più o meno la stessa di quella fra il pontile a Punta Cugno e la raffineria Sonatrach di Augusta, ci sono soltanto ordinarie abitazioni anziché straordinarie fiaccole industriali perennemente accese. “E non mancano neanche apprezzamenti su tale linea da parte della Confcommercio e Conftrasporto“, sottolinea il Mattino. Il salernitano Annunziata però ha lasciato ad Augusta la stessa eredità, ugualmente contestata dagli ambientalisti ma caldamente appoggiata dagli operatori economici. Probabilmente avrà capito che se nel Siracusano sono tutti modernamente “sperti”, dalle sue parti invece praticano ancora l’antica arte del ‘ccà nisciuno è fesso.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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