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Effetto Zes, bando Adsp per distributore Gnl nel pontile vicino Sonatrach

Ultimo aggiornamento martedì, 2 Marzo, 2021   23:18

AUGUSTA I serbatoi di Gas naturale liquefatto piazzati a ridosso del pontile consortile in disuso, che sta attaccato alla raffineria Sonatrach di Augusta. In barba a tutti i dubbi sui rischi di mettere le mega-bombole di Gnl a due passi dalle fiaccole dello stabilimento acquistato dagli algerini, avanzati da un arcobaleno di associazioni ambientalista che parte da Decontaminazione Sicilia e Stop veleni per finire con Legambiente. L’Autorità di sistema portuale non ha proprio perso tempo a sfruttare l’opportunità offerta dal Piano regionale sulla Zona economica speciale, che ha inserito il vecchio attracco petrolifero nelle aree che beneficeranno di incentivi e facilitazioni nelle autorizzazioni. Un “avviso esplorativo di manifestazione di interesse per la realizzazione e la gestione di un deposito” è stato approvato dalla Adsp lo scorso 23 settembre.

Schermi: il consortile inserito nella Zes di proposito.

A darne notizia è stato il coordinatore regionale di Diem25, Giuseppe Schermi, con un comunicato diffuso 48 ore dopo che la Port authority ha protocollato la sua proposta di collocazione. “Con la manifestazione di interesse troverebbero conferma i timori emersi durante la commissione consiliare che ho fortemente voluto e che tornerà a riunirsi il 30 Settembre: il pontile consortile sarebbe stato inserito nella Zes per facilitare la localizzazione dello stoccaggio di Gnl, a poca distanza dai pontili militari e della Raffineria. Altro che #primalebonifiche”, scrive il consigliere d’opposizione, già assessore con delega al Porto nell’attuale amministrazione 5 Stelle.

Giuseppe Schermi, ex assessore al Porto e coordinatore regionale Diem25.
Copertina, pontile petrolifero nel porto di Augusta.

L’Autorità portuale emana manifestazione d’interesse.

L’ex vicesindaco Schermi si chiede retoricamente “quale azienda infatti si offrirebbe di realizzare l’impianto in un diverso sito, sapendo che nel pontile consortile beneficerebbe delle autorizzazioni semplificate e del credito d’imposta previsto per le aree Zes?”. Ovviamente nessuna. Anche perché “l’avviso esplorativo” dice chiaramente che “per avviare questo percorso”, finalizzato a dotare Punta Cugno di una stazione di rifornimento per i mercantili riconvertiti alla nuova alimentazione più pulita, “si è partiti (anche) da un progetto di riqualificazione del pontile consortile datato 2003, fatto redigere da questo ente”. L’Autorità portuale puntualizza inoltre che “tale pontile, ad oggi non utilizzato, risulta di particolare interesse per la collocazione e per lo stato infrastrutturale in essere”.

Entro il 26 ottobre le proposte per il deposito di Gas.

Planimetria con l’indicazione del pontile consortile tratta dalla manifestazione d’interesse.

La manifestazione d’interesse non era ancora stata pubblicata sui siti indicati – http://adspauctgare.maggiolicloud.it/PortaleAppaltiwww.adspmaresiciliaorientale.it – quando il consigliere ha diffuso la notizia, destinata ad alimentare i molti dubbi che circondano questa Zona economica speciale varata a ridosso di Ferragosto. Tuttavia, il testo protocollato col numero 10267/U indica “entro e non oltre il termine ultimo per la presentazione delle offerte, fissato per le ore 10 del 26 ottobre 2019”. In una manciata di settimane le ditte interessate dovranno mettere in piedi una proposta che sia valida tanto sul piano economico quanto su quello tecnico, e preveda una localizzazione compatibile con l’uso del pontile consortile come pompa per fare il pieno alle navi.

Dopo le saline, nuovi “sospetti” sulla Zona speciale.

I piani dell’Autorità portuale per ammodernare lo scalo commerciale dotandolo del distributore Gnl, aprono un nuovo fronte su una Zes che già ha sollevato polemiche per l’inserimento delle saline fra le aree da “industrializzare”. Presentata come nuova opportunità di sviluppo per il territorio comunale dalla stessa amministrazione grillina, ogni giorno che passa sembra trasformarsi in un cavallo di Troia per aggirare vincoli e contestazioni ambientaliste. Proteste che dopo la manifestazione nazionale delle “magliette bianche” per chiedere l’avvio delle bonifiche nei Siti di interesse nazionale, sono entrate in una fase di riflessione per la scarsa partecipazione popolare su un tema che invece è fortemente sentito.

Il #cambiamento fra ambientalismo e poltrone.

Forse a far mollare la presa sull’efficacia dell‘ambientalismo di strada è la constatazione che l’amministrazione eletta entusiasticamente all’insegna del #cambiamento, adesso può contare persino su un “suo” rappresentante in quel Senato dove ogni governo sta appeso al filo dei voti di fiducia risicati. Eppure, alla prova dei fatti, l’una e l’altro non hanno prodotto un solo risultato apprezzabile sulle grandi questioni ambientali di Augusta. Anzi, in più d’una circostanza atti amministrativi e omissioni politiche hanno “smentito” le dichiarazioni d’intenti. Forse molti considerano inutile continuare in certe forme di protesta, che hanno prodotto solo facili scalate alla poltrona. Ma c’è chi non la pensa così, e dà un’altra spiegazione.

Don Prisutto: multinazionali scapperanno all’improvviso

“Chi lavora nella zona industriale teme che la nostra azione possa far perdere il loro posto di lavoro”, scrive don Palmiro Prisutto, in un post apparso il 24 settembre. L’arciprete sostiene che “indipendentemente dalle nostre lotte il petrolchimico va inesorabilmente verso la chiusura. La raffinazione sarà fatta dove sarà più redditizia, mentre la nostra zona diventerà solo il deposito di prodotti provenienti dall’estero. Ma la cosa che non vogliono capire i nostri lavoratori è che le multinazionali se ne scapperanno all’improvviso, di notte e con tutto il malloppo, lasciandoci i costi della bonifica. La nostra azione vuol evitare proprio questo: se vogliono andare, vadano pure ma prima bonifichino e risarciscano. Benché nel petrolchimico gli operai oggi sono poche migliaia, abbiamo ancora i numeri per vincere la battaglia; quando saranno poche centinaia ogni lotta sarà inutile”.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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