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Grande fratello Augusta: 320 mila euro per 15 telecamere controlla targhe

AUGUSTA – “Augusta è una città sicura”, afferma il sindaco Giuseppe Di Mare, durante il consiglio del 20 aprile. Ma ad ogni buon conto, il Comune spenderà 320 mila euro per comprare 15 telecamere high tech, con le quali controllare la città e le targhe di chi entra ed esce. Il Grande fratello comunale avrà casa nei vigili urbani, anche se i dati saranno direttamente accessibili dalle forze dell’ordine in caso di necessità. L’annuncio del corposo bando per la video sorveglianza, col quale acquistare apparecchiature ad alta definizione e relativo software per il riconoscimento delle immagini, è arrivato in risposta a un’allarmata interpellanza presentata il 31 marzo dal forzista Corrado Amato. Dove si riferisce “che dopo un breve periodo senza incendi dolosi, in data 11 marzo si è verificato un nuovo incendio di un’autovettura presso i giardini pubblici“. Una notizia, rivelata proprio dal documento consiliare, i cui contorni sono tuttora rimasti oscuri. Alcune indiscrezioni indicavano la vittima in un professionista attivo nella politica vicina all’amministrazione, ma fonti autorevoli del Palazzo hanno seccamente smentito la voce. Così come non ha ancora trovato riscontri visibili il sospetto del consigliere berlusconiano – a suo tempo espresso in aula – su un possibile movente politico per l’attentato che il 15 gennaio gli ha distrutto il suv. L’arresto di un paio di balordi, e qualche pista investigativa su vecchie conoscenze dei casellari giudiziari interessati alle vicende di palazzo San Biagio, sembravano aver contribuito a fermare l’ondata criminale imperversata a cavallo fra il 2021 e il 2022. Una calma rivelatasi apparente, quando l’ultima vettura incendiata ha di nuovo portato la questione sicurezza in un dibattito consiliare, caratterizzato dai toni visibilmente molto bassi.

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Interpellanza di Amato dopo l’ultimo incendio doloso: città insicura non attira investimenti.

Corrado Amato.

“La richiamo al ruolo di consigliere, è meglio parlare a quattr’occhi di cose delicate”, esordisce significativamente Di Mare nella sua replica. Amato aveva appena letto la sua “interpellanza, per conoscere gli intendimenti della condotta dell’amministrazione in relazione alla sicurezza urbana, anche perché una città insicura non è appetibile per gli investimenti“. Evidenziando che “c’è vivo allarme tra la popolazione”, la quale “è preoccupata anche a causa dell’assenza di iniziative adeguate – per lo meno pubblicizzate – da parte delle istituzioni politiche locali”. Il riferimento era al fatto che “nel corso degli ultimi mesi si è verificata una gravissima serie di incendi dolosi a esercizi commerciali e autoveicoli, in pieno centro cittadino ma anche in periferia e nella frazione di Brucoli“. Al consigliere auto definitosi “parte in causa” avevano bruciato la Range rover proprio sotto casa, pochi giorni dopo l’intimidazione contro l’hotel del padre Paolo, coordinatore cittadino di Forza italia. Un’escalation che aveva fatto pensare agli emergenti di una nuova mafia in cerca di riconoscimento, cessata subito dopo il vigoroso intervento di controllo del territorio coordinato dalla prefettura. Una tranquillità durata fino a quando l’incendio al parcheggio della villa, e le voci che le fiamme dolose lambivano nuovamente il Palazzo, hanno fatto scattare nuovamente l’allarme.

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Di Mare: città sicura dopo arresti, già prenotato il lettore dei veicoli in ingresso e uscita.

Il suv del consigliere dato alle fiamme.

Il sindaco mette subito il silenziatore alle sirene accese da Amato. “Se ha elementi per dire che la città è insicura, la invito a rivolgersi agli organi deputati: perché vuol dire che ha informazioni che la portano a dire questa cosa, mentre nei massimi tavoli provinciali cui partecipo questo tema non c’è”. Di Mare assicura “che qui si può fare impresa tranquillamente”, pur ammettendo che “ci sono stati dei problemi“. Accenna che “diverse tematiche sono state risolte con la cattura di delinquenti, racconta di “episodi risolti brillantemente” dagli inquirenti, e parla di continua “sinergia con le forze di polizia“. Ma l’asso nella manica dell’amministrazione sono le “cose che non aveva mai pensato e fatto nessuno”, e cioè il bando avviato dal Comune per la video sorveglianza, grazie al quale “più del 70 per cento sarà destinata alla sicurezza della città”. Si tratta di 15 nuovi occhi elettronici, da aggiungere alla dozzina già attivi, “che stiamo individuando con la polizia dove allocare”. Nei 320 mila euro, oltre le nuove telecamere di ultima generazione, sono compresi la sala controllo al comando dei vigili e i relativi corsi di formazione. Intanto “il lettore della targhe in ingresso e in uscita è già prenotato, e deve arrivare”, anche se pesano delle incognite sui tempi di entrata in funzione. Perché “tra il Covid e la guerra ci sono forti ritardi nella consegna dei materiali, se non addirittura scarseggiano”. Comunque, conclude il primo cittadino, “la risoluzione del problema sicurezza non sono solo le telecamere: la risoluzione dei problemi sono i comportamenti virtuosi di collaborazione, di attenzione al territorio da parte di tutti quanti”. Come a dire che sarà pure sofisticata intelligenza artificiale, ma non si può fare a meno di occhio vivo e lingua sciolta.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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