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Porto, deposito in rada e cittadella del gas per il business camion a Gnl?

AUGUSTA – Si scrive Gnl portuale, si legge deposito per il rifornimento delle autobotti. C’è voluto il consiglio comunale aperto del 15 febbraio, per fugare l’equivoco sui serbatoi di gas naturale liquefatto previsti a Punta Cugno. Il business per rifornire il traffico navale ad Augusta, infatti, è solo una parte del progetto approvato dall’Autorità di sistema. L’ormeggio delle cisterne galleggianti al vecchio pontile ex Esso, e il relativo comprensorio da costruire sulla terraferma, sono invece strettamente funzionali all’approvvigionamento dei distributori autostradali. La Restart consulting che ha elaborato la proposta è stata abbastanza chiara sull’argomento: per gli investitori non c’è convenienza economica a una stazione di bunkeraggio in mare aperto, dove i tempi di utilizzo sarebbero in balia del meteo e i costi di gestione sproporzionati ai volumi di vendita previsti. Un modello economico a supporto di questa tesi, tuttavia, non è stato illustrato durante lo streaming coi consiglieri. I tecnici si sono limitati a evidenziare che le condutture speciali, necessarie a trasferire sulla terraferma il liquido refrigerato a meno 162 gradi, “costano fra i 10 mila e 14 mila euro al metro “. Quindi, più vicini stanno alla riva e meno si spende. Anche se una maggiore distanza inciderebbe relativamente sulle voci al passivo, considerato che l’investimento complessivo si aggira sui 50 milioni.

PER APPROFONDIRE: Effetto Zes, bando Adsp per distributore Gnl nel pontile vicino Sonatrach

Investimenti privati per 47 milioni entro il 2022.

Il progetto di Restart col comprensorio del gas.

“Stimiamo che un progetto della dimensione di 350 mila metri cubi annui nel 2030 potrebbe riportare un margine operativo di 19 milioni, richiedendo investimenti di 47 milioni fino al 2022. Il fabbisogno finanziario sarà reperito principalmente sotto forma di debito bancario e apporto di capitale da parte dei partner finanziari e industriali, scrive la Srl di Olbia nel suo studio di fattibilità. Aggiungendo che“l’iniziativa presenta interessanti prospettive di crescita, anche in virtù di un profilo di partner di primaria importanza a livello internazionale”. Quali siano ovviamente non lo anticipa, anche se molti possibili soci si potrebbero intravedere già in ambito locale. Confindustria Siracusa ha infatti sposato con entusiasmo la soluzione del Gnl stivato nelle “bunkerine“, e della relativa cittadella del gasda fare accanto a quello che Google maps indica come “cantiere navale Tringali“. “Avvertiamo un enorme bisogno di politica con capacità di governare, che sappia mettere al centro lo sviluppo dei settori portanti dell’economia creando un contesto favorevole agli investimenti”, recita un comunicato di Domenico Tringali, vicepresidente di Assindustria “con delega all’economia del mare, trasporti e logistica”, nonché titolare degli omonimi cantieri augustani specializzati in bettoline.

Previste officine per riconvertire i motori diesel.

Tutto è pensato come un sistema flessibile, in grado di occupare 50 unità lavorative, e di veloce realizzazione. “Dal momento del rilascio dei permessi, la cantierabilità dell’operazione è quantificata in circa 18 mesi utili per costruire il terminal motorizzato e il terminal statico. Nello stesso periodo di tempo potranno essere realizzati le strutture di interfaccia a terra”. Per quanto riguarda i fondi impiegati, “le voci di investimento per lo start up della Augusta LNG Floating Terminal indicano la cifra di 40 milioni per la “realizzazione moduli galleggianti. Ma non è detto che i soldi verranno spesi subito tutti. Infatti, “l’elevata modularità dell’impianto galleggiante si confà a ridimensionamenti a seconda dell’evenienza di consumo”. E le prospettive per il rifornimento navale non sono molto incoraggianti, dopo la crisi da pandemia. Considerando inoltre che “nel bacino del Mediterraneo sono attualmente operative 9 navi a Gnl, e 10 sono attese entro il 2025“. Molto più interessante è “da considerare l’indotto potenziale volto alla riconversione del naviglio, dei camion, degli autocarri leggeri e delle motrici dei treni”. Già solo la “trasformazione di un veicolo a Gnl rispetto a un equivalente Diesel varia da 15.000 a 60.000 euro“. Per questo “si sta predisponendo, per ora solo a livello di fattibilità, la creazione di officine organizzate in un piccolo compendio dedicato all’assistenza, modifica e nuove installazioni Gnl, trasformazione di veicoli leggeri, conversione di veicoli pesanti e infine la trasformazione a Gnl di piattaforme tecnologiche per il recupero del freddo”. Un indotto che, a regime, potenzialmente prevederebbe 250 occupati indiretti“.

Augusta come hub per i distributori in autostrada.

In sostanza è questa Cittadella del gas, come è stata battezzata, ad apparire l’investimento con migliore prevedibilità in termini di profitto. “La distribuzione per quanto riguarda il trasporto pesante si avvarrà di una rete di stazioni di rifornimento Gnl di nuovo impianto lungo le maggiori arterie stradali: Messina, Catania, Palermo, Trapani, Mazzara del Vallo, dove si concentra il maggiore flusso di mezzi pesanti. Per le aziende di trasporto locale o per i grandi consumatori immaginiamo un rifornimento periodico presso i loro depositi. In entrambi i casi la distribuzione avviene tramite autobotti criogeniche“. Con queste autocisterne speciali si prevede inoltre di rifornire gli scali marittimi più vicini. “L’attività di bunkeraggio avverrà, per le navi in porto o in porti contigui, tramite l’unità mobile di bunkeraggio; mentre per le navi che si trovano nei porti vicini, tramite autobotti criogeniche. Immaginiamo la prima modalità per le navi da crociera che dovessero sostare a Catania, mentre la seconda si applicherebbe per esempio al rifornimento dei traghetti“. Anche se “a oggi in Italia esiste un solo traghetto a Lng (2 in consegna nei prossimi due anni) sulle tratte Stretto di Messina“.

Grandi consumatori, il gas già cede il passo all’idrogeno.

Il vero sviluppo di mercato però è nell’autotrazione pesante. Le automobili vanno verso l’elettrico, mentre industrie e centrali si attrezzano per l’idrogeno. Tanto che Enel e Saras hanno già avviato il progetto per “decarbonizzare” la raffineria sarda di Sarroch. Per il Gnl, il cui acronimo internazionale è Lng, c’è futuro solo coi Tir“Camion e bus di lunga percorrenza alimentati a Lng sono assai diffusi in Spagna e Nord Europa (diverse migliaia), ed hanno raggiunto una autonomia di oltre 1200 chilometri con serbatoi di circa un metro cubo; sono riforniti da distributori che, per essere economicamente vantaggiosi, devono erogare tipicamente dai 50 ai 100 metri cubi alla settimana”. Anche se l’obiettivo dichiarato è quello di “far diventare il porto di Augusta il primo in Italia ad avere un punto di bunkeraggio per navi a propulsione Lng”, tuttavia “ora sorge la necessità di sostenere una filiera di distribuzione facendo largo uso di piccoli stoccaggi costieri, al fine di ridurre il trasporto stradale entro il raggio di 300 chilometri”. Fra l’altro, puntare sugli autocarri a gas rende l’investimento remunerativo nel breve periodo. Per il primo lotto, “compresa la ristrutturazione dell’area a terra con parcheggi e palazzina uffici”, si prevede che “l’investimento stimato è di 5,8 milioni, iva esclusa”. In questa cifra è compresa la “prima parte del pontile, fino alla fine della prima piattaforma”. La quale verrà allargata “al fine di permettere il rifornimento di autocisterne criogeniche e l’inversione di marcia delle stesse; mentre il piano inferiore del pontile sarà ampliato e adattato all’ormeggio del deposito galleggiante per una lunghezza di circa 100 metri“.

Union ports e Pd entusiasti: una grande opportunità.

Le gasiere già frequentano il porto (foto repertorio).

Con queste prospettive di mercato, di sviluppo portuale se ne intravede pochino. “L’approvvigionamento del deposito avverrà attraverso una nave feeder che avrà una capacità di circa 7500 metri cubi e 100 metri di lunghezza. Sulla base dei consumi previsti a partire dal secondo semestre del 2022 si prevedono 10 rifornimenti annui, fino ad arrivare a 133 rifornimenti nel 2032″. Ma per quella data l’idrogeno dovrebbe essere una realtà diffusa. L’obiezione di una small scale sostanzialmente inutile ad attirare nuovi traffici, è esplicitamente avanzata da Assoporto. Anche se la “gemella” Union ports la pensa in modo radicalmente diverso. “Il deposito di Gnl ad Augusta è un’opportunità per l’intera Sicilia. Tutti gli studi internazionali dicono che per il 2040 si prevede che gli scambi a livello mondiale saranno circa 3 volte superiori a quelli attuali”, scrive il presidente Davide Fazio, che nei propri uffici ha ospitato il team della Restart durante la videoconferenza con l’aula di palazzo San Biagio. Anche il Pd si accoda a portuali e industriali, con l’ex assessore regionale Bruno Marziano. Il quale esprime“soddisfazione, perché la presenza di un deposito Gnl è una delle pre-condizioni per lo sviluppo di una grande struttura portuale e delle attività legate ad esso. Un porto che non ne fosse dotato perderebbe attrattività”. La considerazione non è negata dagli ambientalisti. Solo che a essere fortemente contestata è la sua localizzazione, proprio a ridosso delle torce in funzione nella raffineria Sonatrach.

PER APPROFONDIRE: Augusta: pochi vantaggi e molti rischi, il mini deposito Gnl va in consiglio

Legambiente: in zona già 10 rischi di incidente grave.

Enzo Parisi ricorda che “il piano rischi incidenti rilevanti ne individua ben 10 in quella zona: 8 relativi allo stabilimento ex Esso e 2 a Versalis“. Il dirigente storico di Legambiente sottolinea che “pure un deposito di Gnl è classificato dalla legge come impianto ad alto rischio; sommarlo ad altri non appare opportuno”. Di “operazione certamente incauta, non rispettosa del principio di precauzione, né giustificabile in un contesto a così elevata densità industriale“, parla pure un comunicato di Stop veleni. La Restart cerca di rassicurare, sottolineando che quel metano liquefatto con la super refrigerazione “si incendia in condizioni fisiche molto più circoscritte”, rispetto ad altre sostanze abbondantemente trafficate nel porto petrolifero. La relazione parla di “elevata temperatura d’ignizione (580 gradi) e ridotto intervallo di concentrazione gas/aria in cui la combustione può avvenire. Per esempio la temperatura d’ignizione della benzina è circa 250, del gasolio 220 e del Gpl 450; a temperature superiori ai 110 sottozero, i vapori di Lng sono più leggeri dell’aria; se rovescia per terra o sull’acqua e il vapore non incontra una fonte di accensione superiore a 580 gradi, si scalderà e si dissiperà immediatamente all’atmosfera”. Il chimico industriale Gianfranco Solarino però teme che una perdita invece non si disperderà subito, perché “la nube fredda permarrà a un’altezza di 10 o 20 metri, restando pericolosamente in balia dei venti. Il portavoce di Decontaminazione Sicilia perciò si associa a quanti vogliono il deposito in mare aperto, e pretendono un referendum.

PER APPROFONDIRE: Porto, feeling finito con amministrazione. Solarino: ora referendum su Gnl

Niciforo: vertici Adsp come principianti su una Ferrari.

Consiglio monotematico con ospiti in videoconferenza.

A chiedere esplicitamente la consultazione popolare è Italia nostra. Nella seduta monotematica la rappresenta Giuseppe Schermi, già assessore al Porto con la giunta 5 Stelle. Durante il mandato da consigliere comunale Diem25 aveva protocollato la richiesta di un referendum consultivo, “come già fatto a Priolo“. Le elezioni però sono arrivate prima della risposta, e quella proposta è quindi decaduta insieme alla silente amministrazione grillina. Nessuno in aula raccoglie poi il suo invito esplicito a ripresentarla. L’esito sarebbe scontato, per gli insuperabili timori sulla sicurezza legati a una grossa gasiera che rifornisce i serbatoi direttamente attraccati alla banchina. Il consiglio si limita ad approvare un documento programmatico, dove esprime “la necessità di una più approfondita conoscenza delle motivazioni che hanno indotto l’Adsp a localizzare il deposito Gnl presso il pontile consortile, e non altrove”. Inoltre i consiglieri ritengono “che debbano essere valutate le opportune misure compensative per il Comune di Augusta“. Un problema sollevato durante il dibattito da Marco Niciforo. Contestando aspramente pure tempi e procedure adottati dall’Autorità portuale. “Ha deciso tutto senza relazionarsi col territorio, lasciandolo nell’impossibilità di incidere sul progetto”, polemizza il capogruppo di maggioranza. “Augurandosi che il nuovo commissario dia una svolta netta e chiara” rispetto il recentissimo passato, il leader di Augusta 2020 conclude con un giudizio politico al vetriolo “sulla peggiore governance della Port authority che finora si è vista: abbiamo avuto due neopatentati su una Ferrari“.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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