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Adsp, Augusta e Priolo mettono le mani avanti: ora condivisione coi territori

AUGUSTA – Si dichiarano addirittura “felici” i sindaci di Augusta e Priolo, nel comunicato congiunto del 14 marzo, dove “prendono atto con piena soddisfazione” che l’Autorità portuale ha Francesco Di Sarcina come presidente. Nel documento dell’augustano Giuseppe Di Mare e del priolese Pippo Gianni, sottoscritto pure da Marina Noè per Assoporto e Davide Fazio per Union ports, inoltre si “rappresenta grande riconoscenza al presidente della Regione“. Nello Musumeci, infatti, si sarebbe distinto “per il costante coinvolgimento e la grande considerazione avuta nei confronti del nostro porto“. Amministrazioni comunali e portuali si dicono inoltre “molto orgogliosi di accogliere nella nostra città un professionista, capace di importanti risultati a Messina coma a La Spezia“. La nota stampa prosegue affermando che “questa nomina per noi rappresenta un importante riconoscimento“. Cioè “la prova che solo attraverso l’unità di intenti tra attori principali, interessati e responsabili, si può pensare di scrivere il futuro di un territorio“. Una sottolineatura, quest’ultima, che suona come una rivalsa verso chi si era messo di traverso. A cominciare dal Comune vicino.

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Di Mare e Gianni rivendicano la presidenza a Di Sarcina, il sindaco Carta tagliato fuori.

Sotto il documento congiunto, che assicura “massima disponibilità alla collaborazione e interazione” con la nuova presidenza dell’Adsp del Mare di Sicilia orientale, manca infatti la firma di Peppe Carta. Eppure col sindaco di Melilli avevano condiviso battaglie comuni, durante “il lungo periodo di incertezza che aveva fatto di Augusta e Catania l’anomalia dell’intero sistema portuale nazionale”. Poi il melillese che guarda alle elezioni regionali si è allineato all’inutile no dell’ex ministra Stefania Prestigiacomo, messa all’angolo con tutta Forza italia siciliana dagli accordi romani. E così ora sono i suoi colleghi del vicinato a puntualizzare come, “oggi più che mai, la realizzazione di progetti importanti passa per un’intensa e intelligente collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti nel processo decisionale e di programmazione”. Dove le amministrazioni augustana e priolese si troverebbero a questo punto in pole position, potrebbe essere il senso del documento. Che sembra anche mandare un messaggio subliminale a Di Sarcina:“Adesso insieme bisogna addivenire a una realtà territoriale unita e dotata delle migliori risorse umane e, come tale, capace di affrontare la ‘messa a terra’ degli strumenti produttivi e delle risorse economiche in dotazione”.

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Le ambizioni di Priolo di entrare nel Comitato portuale per realizzare il faraonico Distripark.

distripark banchina diga foranea
In giallo il Distripark a Priolo.

Se c’è una logica evidente nell’attivismo dell’augustano Di Mare, che il capogruppo Marco Niciforo ha addirittura definito kingmaker“, quello del sindaco priolese bisogna invece cercarla nei corridoi della politica. Dove mormorano che Priolo vuole entrare a pieno titolo nella Port authority di Augusta-Catania, perché il posto di diritto nel ristretto Comitato portuale sarebbe strategico per il Distripark. Il faraonico progetto prevede una cementificazione della diga foranea, per realizzare una piattaforma logistica grande quanto l’intero abitato di Augusta, isola e borgata compresi. Un’idea che Legambiente aveva bocciato per intuibili ragioni, non ultima l’inutilità economica, considerato che già Punto Cugno stenta a decollare. E che l’Autorità portuale aveva accantonato, salvo riesumarla di colpo nel nuovo Piano di programmazione strategica di sistema. Proprio quel Dpss che il primo assessore comunale a far istituire una delega al Porto, Giambattista Totis, ha rivelato con un articolo essere già stato firmato dal ministro Enrico Giovannini. Fra l’altro lo stesso giorno in cui nominava Di Sarcina all’Adsp. Che essendo considerato vicino ai renziani, non dovrebbe avere alcuna sponda politica diretta nei Comuni della zona. Allora, perché questo enfatico entusiasmo bi-partisan?

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Il Mit approva il Dpss ma lascia aperti i giochi per il prg del porto e delle aree retrostanti.

E’ nel decreto Mit numero 53 dell’11 marzo, che forse bisogna cercare le ragioni dell’inusuale corsa a intestarsi il risultato sulla presidenza. Il ministero della Infrastrutture ha approvato quel Dpss dalle molte contestazioni, adottato dall’Autorità di sistema nel 2020. Ma ha “escluso dall’iter di approvazione, la proposta di estensione degli attuali limiti della circoscrizione territoriale di riferimento”. Demandando l’allargamento “allo specifico iter approvativo”. E considerando “la relativa indicazione negli elaborati cartografici, come mera ipotesi di eventuale futuro sviluppo strategico del sistema portuale”. Inoltre, “è parimenti esclusa dalla presente procedura di approvazione l’individuazione delle destinazioni funzionali delle aree portuali e retro-portuali, che dovrà essere demandata alla fase di redazione dei Piani regolatori portuali dei singoli porti”. In sostanza, è ancora da definire la parte che un’amministrazione comunale ritiene più interessante.

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La vecchia opposizione diventata nuova amministrazione: cosa cambierà del Dpss?

il sindaco Giuseppe Di Mare quando era capogruppo d’opposizione.

Quel Documento di programmazione aveva ricevuto solo da Priolo un “parere favorevole senza osservazioni”. Melilli aveva invece “approvato con una condizione”, e Catania “con prescrizioni e/o modifiche”. Il via libera di Augusta era “con condizioni“, ma all’epoca c’era il monocolore 5 Stelle e Di Mare spiccava nel fronte dell’opposizione, insieme con Niciforo. Che è stato il primo a salutare la presidenza Di Sarcina, proprio appena il ministero l’ha resa nota:“Questo è il risultato politico più importante che la nostra comunità abbia conquistato all’interno dell’Adsp e che dovrà segnare l’inizio del cambio di rotta e di discontinuità con il passato”. Parole che sembrano anticipare un “programma”, rintracciabile anche nel successivo documento congiunto dei sindaci. Per la seconda volta rimasto orfano dell’autografo di Carta, smarritosi sulla strada per Palermo, ma che ha recuperato la portuale Noè. L’ex assessora regionale all’Industria si era improvvisamente sfilata, per sostenere le obiezioni della deputata Prestigiacomo. Il rientro indica che l’agenda adesso è sulle modifiche al Dpss.

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“Condivisione e sinergia”, la notifica alla nuova governance e il ruolo di quella vecchia.

Negli osanna sulla nuova presidenza, la parola-chiave è “condivisione e sinergia con il territorio”. La mette nero su bianco la federazione #perAugusta, che magari ancora non sa quale candidato governatore sosterrà, ma sa già che “all’amministrazione cittadina va il merito di aver tracciato delle indicazioni che di fatto sono state recepite”. Le tre liste che lo avevano affiancato alle comunali, rivolgono “un plauso importante al nostro sindaco a all’assessora Tania Patania“, per non aver “prestato il fianco a deleterie logiche di ordine diverso”. Il comunicato sostiene che Palazzo di città ha avuto “un ruolo primario nelle decisioni strategiche che determinano il futuro del nostro territorio”. Anche i consiglieri Biagio Tribulato e Margaret Amara parlano di “risultato ottenuto con impegno dal nostro primo cittadino“. Ma sia ad Attivamente, che ai Di Mare club, sfugge che la vecchia governance ha ancora un piede ben piantato dentro l’Adsp. E a meno di non tenerlo in due scarpe, quello del segretario generale Attilio Montalto ha la pianta larga dei 5 Stelle di governo. Ai tanti che esultano perché il capo dell’amministrazione ha “saputo interagire con gli organi interessati”, forse è sfuggito che del decreto ministeriale sul Dpss ha dovuto sapere dalla penna di un vecchio lupo del Pd, come Totis. E in politica il caso è un evento raro.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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