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Adsp, Di Mare e Gianni s’arrendono su nuovo presidente targato Cancelleri

AUGUSTA – Peppe Carta si allinea a Forza italia e spacca il fronte dei sindaci sull’Autorità portuale di Augusta-Catania. Il primo cittadino di Melilli ha infatti sposato il “no” dell’ex ministra forzista Stefania Prestigiacomo, sul nome Francesco Di Sarcina indicato dal ministero per la presidenza Adsp. Dal sindaco melillese appiattito sull’ostruzionismo, prendono le distanze i colleghi della zona industriale. L’augustano Giuseppe Di Mare e il priolese Pippo Gianni sono usciti con un comunicato congiunto, firmato pure da Assoporto e Union ports, che alza bandiera bianca sulla scelta ministeriale. La rottura del “patto sindacale” sulla governance portuale si è consumata il 9 febbraio, quando indiscrezioni da Palermo hanno dato il presidente Nello Musumeci pronto a firmare l’intesa della Regione Siciliana. Un via libera che avalla l’accordo raggiunto a Roma, dove i 5 Stelle hanno fatto un passo indietro sulle candidature di bandiera. Accordando il loro placet sul commissario della Port authority di La Spezia, che da Messina era approdato in terra ligure sotto l’ombrello di Italia viva. La “benedizione” del sottosegretario grillino Giancarlo Cancelleri, arrivata nei giorni scorsi a mezzo stampa, ha spianato la strada per il ritorno dell’ingegnere nella sua Sicilia d’origine. Dove anche gli amministratori vicini al centrodestra si sono accodati agli accordi romani, lasciando solo il plenipotenziario berlusconiano Gianfranco Miccichè a condurre la battaglia per una nomina made in Sicily.

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Sindaci di Augusta e Priolo, la nota con Assoporto e Union ports: mai fatta questione di principio.

Francesco Di Sarcina

“Non ci piace entrare nelle polemiche di queste ore”, puntualizzano Di Mare e Gianni, nella nota sottoscritta anche da Marina Noè e da Davide Fazio. Aggiungendo eloquentemente che “il porto di Augusta, oggi più che mai, ha necessità di una governance che condivida con il territorio visione e programmi di sviluppo”. In pratica una capitolazione sulla scelta ministeriale per Di Sarcina, sponsorizzata dall’asse 5S-Pd col probabile gradimento dei renziani. “La nomina non è mai stata per noi questione di principio, né legata esclusivamente al cognome della persona che deve ricoprire un ruolo importante e strategico”, sostengono ora i firmatari. Tentando di spiegare anche perché depongono le armi:“Avevamo chiesto sin dall’inizio che il nuovo presidente fosse in discontinuità con il passato, a tempo pieno, di alto profilo professionale, che superasse logiche burocratiche e commissariali, e che preferibilmente potesse essere espressione delle competenze siciliane“. A beneficio di eventuali delusi su un protagonismo rivelatosi più mediatico che sostanziale, sottolineano che “abbiamo impresso a questa scelta tutto il peso istituzionale e la sollecitudine che potevamo”.

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Melilli rompe il fronte dei comuni portuali, Carta sostiene il no di Prestigiacomo a Di Sarcina.

E’ il secondo documento col quale i sindaci coinvolgono gli operatori portuali, nello scontro politico sulle nomine all’Adsp del Mare di Sicilia orientale. Ma nello scritto precedente gli imprenditori augustani venivano irritualmente associati alle posizioni delle amministrazioni, perché a queste necessitava non restare sole nella sconfitta che si profilava. Ora Assoporto e Union ports vengono invece accomunate nel “auspichiamo tempi celeri per la nomina del presidente della Adsp, passo decisivo per affrontare le sfide attuali e future che attendono il porto di Augusta”. Se Di Mare e Gianni hanno perso definitivamente ogni velleità di king maker sull’Autorità portuale, il sindaco di Melilli invece insiste su “una consultazione politica quanto più ampia possibile, che converga verso un obiettivo condiviso”. Allineandosi esplicitamente “alla posizione assunta dall’onorevole Prestigiacomo in difesa dei territori”. Pare comunque che Carta abbia preannunciato ai colleghi la sua posizione. Un bon ton che fa pensare a un’intesa ancora solida sulle altre questioni, a cominciare dal Petrolchimico. Dove nelle stesse ore Erg comunicava la vendita a Enel della centrale elettrica di Priolo. Mentre Confindustria e sindacati annunciavano “un protocollo d’intesa per il polo industriale siracusano, da sottoporre al governo“. Al centro dell’incontro con Cgil, Cisl e Uil “la necessità di fare fronte comune per sostenere una economia rilevante per la nostra Regione con il 27 per cento del fatturato, e dell’economia nazionale ed europea per la strategicità del sito”.

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Sottosegretario 5 Stelle annuncia a mezzo stampa la “soluzione del problema” data al ministero.

Il sindaco Di Mare col commissario Adsp Chiovelli.

Era stata Catania la prima a sfilarsi dal blocco Regione-Comuni per una Adsp orientale all’insegna della “sicilianità“, quando il ministro dem Enrico Giovannini aveva preannunciato di aver sposato l’indicazione grillina, che voleva la promozione a presidente dell’attuale segretario Attilio Montalto. Ora è Palermo a gettare la spugna, con Augusta e Priolo a fare buon viso. Eppure anche l’indicazione Di Sarcina arriva passando sulle loro teste, come accaduto col bocciato Enrico Chiovelli, e dopo col suo numero 2 all’Autorità portuale. Ancora una volta sono i 5 Stelle a mettere il cappello sul presidente della più importante Port authority siciliana. Cancelleri è esplicito, quando dichiara a La Sicilia di aver “incontrato un tecnico di lunga esperienza sul quale c’è la convergenza di vari gruppi parlamentari“. E dopo averne incassato la “disponibilità”, il sottosegretario fa sapere di aver “riferito al ministro Giovannini, anticipandogli che entro questa settimana gli avrei risolto un problema“.

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Forza italia non molla, Miccichè: Sicilia non è terra per compensazioni di nomine del Nord.

I soli a mantenere le posizioni sono i berlusconiani. Dalla presidenza dell’Assemblea siciliana, Miccichè tuona che “la Sicilia non può essere terra di compensazione per le nomine del Nord“. Puntualizzando che “Forza italia non è mai stata consultata su questo tema, e non esiste quindi alcuna ipotesi concordata con la maggioranza di governo”. Gli tiene corda il forzista Marco Falcone. L’assessore regionale alle Infrastrutture dichiara che il nuovo presidente Adsp “deve essere svincolato dalle logiche autoreferenziali che finora hanno dominato il dibattito sulla nuova governance”. La replica grillina arriva a stretto giro di post, dall’onorevole Paolo Ficara. “Sono francamente basito di fronte a polemiche sollevate ad arte, per rallentare ancora una volta la scelta del presidente”, scrive il vicepresidente della commissione Trasporti alla Camera. Dicendo di trovare “stantio questo ricorso ostinato al veto strumentale, che rischia solamente di ritardare e allontanare il porto di Augusta dalla possibilità di agganciare quelle grandi opportunità che il mondo della portualità ha davanti a sé”. Inoltre, rispolverando un cliché pentastellato contraddetto dal loro stesso “attivismo” sulla vicenda, lamenta che “le vecchie ‘logiche’ partitocratiche hanno già bloccato lo sviluppo portuale per decenni”.

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Replica grillina ai forzisti, Ficara: un manager non deve difendere interessi della vecchia politica.

Paolo Ficara.

Ma quando il deputato siracusano dei 5S parla della necessità di nominare manager che conoscano le dinamiche portuali internazionali, e non per difendere interessi locali e di bottega come purtroppo la vecchia politica ha fatto per anni”, non scrive a caso. Come non è casuale l’allusione a chi “non vuol rassegnarsi neanche oggi, con la scusa del territorio di provenienza. Come se competenza e capacità in materia di porti e mercati dipendessero dalla nascita in questo o quel Comune“. Evocando “i famigerati anni del 61-0”, fa capire che il riferimento è proprio a Forza italia. Cioè alla concittadina Prestigiacomo, che aveva legato la proposta Di Sarcina “alla necessità di liberare un posto in Liguria”. Definendo inoltre come “grottesco” che Cancelleri “abbia citato come dirimente il gradimento dell’ottimo presidente dell’Adsp di Palermo”. Cioè quel Pasqualino Monti che ha entusiasmato Musumeci e portuali sin dagli esordi. Sembra comunque, secondo quanto circola negli ambienti politici, che dietro la resistenza a oltranza dei berlusconiani ci siano le ambizioni delll’ex ministra. Che all’Adsp vorrebbe Marco Lupo, già suo consulente al ministero Pari opportunità e poi a quello dell’Ambiente. Ex commercialista iscritto all’Ordine di Siracusa, è il direttore generale di Arpa Lazio e vicepresidente del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente. Ma prima è stato commissario regionale per l’emergenza rifiuti, durante il governatorato del pd Rosario Crocetta. E prima ancora responsabile governativo per le bonifiche in Sicilia, sotto il governo di Mario Monti. Che Carta si isoli per dare manforte a improbabili candidature, su un’Autorità portuale di cui Melilli non ha competenza alcuna, sembra poco probabile. Maggiori probabilità ha una lettura in chiave di elezioni regionali. Ma questa è trama per un’altra telenovela.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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