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Augusta, picco della povertà: reddito cittadinanza a quota 1.200

AUGUSTA – Non si ferma la curva ascendente delle nuove povertà da pandemia. Ad Augusta il “Reddito di cittadinanza” ora ha toccato quota 1.200 percettori. Ne ha dato notizia l’assessorato alle Politiche sociali a margine della conferenza stampa dove, il 28 giugno, è stata presentata la prima tranche dei “Progetti di utilità collettiva” correlati al Rdc. Per 78 beneficiari del sostegno statale è infatti arrivata la chiamata del Comune, per prestare servizio gratuito nei settori più sguarniti dell’organico municipale. Una convocazione che, se rifiutata, comporta la perdita dell’assegno mensile. Ma che il sindaco Peppe Di Mare ha comunque definito come “un’occasione dal grande valore inclusivo, perché a conti fatti è stata possibile grazie alla collaborazione dei nuovi lavoratori part-time. I quali hanno rinunciato alle scappatoie offerte da una normativa confusa, per supportare la macchina comunale un paio di giorni a settimana. I prescelti hanno già iniziato il corso di formazione coi tutor, che porterà 30 di loro a svolgere mansioni di pulizieri per 36 ore al mese. Altri 10 saranno dislocati ai servizi cimiteriali, 20 verranno impiegati come giardinieri per il verde pubblico, e 10 sono destinati alle scuole appena queste riprenderanno l’attività a tempo pieno. Per 8 disoccupati con titoli di studio più elevati, infine, “le qualifiche professionali saranno valorizzate per il supporto amministrativo e il segretariato sociale“.

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Laureati col Rdc assegnati come tagliaerba: il Comune li mette in ufficio.

In pratica daranno una mano negli uffici quei laureati che la crisi legata al Covid ha spinto sotto la soglia di povertà, indicata dai parametri legge. In conferenza stampa, nonostante le richieste di chiarimenti in proposito, non sono stati indicati i settori dove saranno impiegati. Però è già significativo che queste competenze siano state sottratte al sottomansionamento, cui un algoritmo ottuso li aveva destinati in un primo momento. “Un iter complesso”, si è limitato ad accennare Di Mare, senza entrare in dettagli. Ma dietro le diplomatiche dichiarazioni del sindaco si nasconde l’ennesima storia di burocrazia all’italiana. La selezione dei candidati per i Puc è stata infatti operata tramite “la collaborazione dei centri per l’impiego“. I quali hanno pescato nel mucchio dei percettori, sfoltendolo da anziani, affetti da patologie e mamme con figli piccoli. I superstiti della scrematura sono stati poi accomunati in un solo calderone, senza alcuna distinzione sul curriculum. Col risultato che a Palazzo di sono visti assegnare come tagliaerba pure qualche “dottore“, che svolgeva lavori qualificati prima di essere condannato alla disoccupazione dai tempi che corrono. 

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Politiche sociali alla cieca senza un ufficio studi sui dati del disagio economico.

La conferenza stampa di presentazione per i Progetti di utilità collettiva:
da sinistra Rosario Costa, Ombretta Tringali, Peppe Di Mare, Sebastiana Passanisi, Loredana Marletta.
copertina, ambulanti della fiera settimanale ai tempi del Covid.

Uno spreco di risorse umane, fra l’altro in un Comune dove scarseggiano in maniera preoccupante, cui gli amministratori si sono discretamente ma fermamente opposti. Considerato che persino la Solidarietà sociale si trova in difficoltà, per scarsità di personale, a monitorare statisticamente l’andamento della povertà. In assessorato non c’è un ufficio studi per l’elaborazione scientifica dei dati, in grado di interpolare tutti i sostegni e mappare il disagio economico. Il quale viene descritto in forte e costante crescita dall’inizio della pandemia, guardando ai buoni pasto consegnati e al trend in ascesa del Rdc. Ma “il perfezionamento dei criteri per l’assegnazione del reddito di cittadinanza”, e le assegnazioni a intermittenza dei fondi per gli aiuti alimentari, non consentono di trarre conclusioni dalle cifre nude e crude. Senza un modello in grado di ponderare fra fattori costanti ed elementi variabili, il pubblico si deve affidare sostanzialmente “al naso”. E a quelle valutazioni che arrivano dai Caf, come quello organizzatissimo della Camera del lavoro, che indica le famiglie monoreddito come le più colpite dalla crisi Covid. Proprio ai sindacati l’amministrazione comunale ha chiesto aiuto per fronteggiare l’emergenza nuovi poveri, con un protocollo d’intesa che tuttavia non ha ancora stilato un calendario per i tavoli tematici.

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Di Mare agli “obbligati” nei Puc: cittadini da ringraziare per aiuto a collettività.

Dalla zona bianca estiva ci si aspetta una boccata d’ossigeno per le economie familiari, specialmente per quelle che si reggono sul lavoro nero e il precariato. Ma resta sempre incombente il rischio di un ritorno di fiamma dell’epidemia in autunno, che si tirerebbe dietro una nuova emergenza sociale. Conoscere dove i lockdown hanno più colpito nei bilanci di casa, servirebbe ad approntare per tempo misure di contenimento del disagio. Tuttavia, elaborare una mappa attendibile bisogna “riqualificare” un personale comunale impreparato a una situazione eccezionale. Sul quale pesano le demotivazioni lasciate eredità dal quinquennio 5 Stelle al Comune, caratterizzato da tensioni e dequalificazioni. I Puc sono il primo passo per tappare qualche buco nel colabrodo, specialmente col progetto “supporto amministrativo”. Anche se nelle 4 ore di lavoro per 2 giorni a settimana, fissate dalla normativa Rdc, non si può fare moltissimo. E forse per questo, obbligati per legge o meno, il sindaco ha definito i 78 prelevati dalle liste Rdc come “cittadini cui va il ringraziamento, per l’aiuto concreto che danno alla collettività“.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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