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Sit in anti Ong, Art1 e Iv: sindaco inerte, Augusta non è Casa Pound

AUGUSTA – Hanno assicurato appuntamento rinnovato al prossimo anno, ammesso e non concesso che cambi qualcosa”. Intanto, però, a cambiare subito è stato il clima politico di Augusta. Con interrogazioni consiliari che chiamano in causa l’amministrazione comunale, e forti prese di posizione contro il sit in anti-immigrati di Casa Pound. Dopo la plateale “fumogenata tricolore” dell’estrema destra davanti il memoriale dedicato “Ai caduti del mare, il 20 agosto, le polemiche sono divampate per la location concessa alla manifestazione “per fini xenofobi“. Gli stessi organizzatori già alla vigilia, avevano puntualizzato di aver scelto “non un luogo qualsiasi ma un luogo simbolo“. Solo che il simbolismo richiamato non era quello celebrato ogni anno con una corona d’alloro, deposta dalla Marina e dal Comune in ricordo di tutte le vittime dei naufragi, sia militari che civili. Per chi nel programma ha una “edilizia pubblica stile ventennio, che cancelli dalle nostre città gli obbrobri pseudo-architettonici di stile sovietico realizzati da costruttori democristiani e architetti comunisti, quel monumento moderno al Rivelino era simbolico in modo diverso. Perché “rappresenta il sacro, l’eroismo di tanti italiani che si contrappone oggi all’ignobile presenza delle Ong, che favoriscono e incentivano lo sbarco quotidiano di clandestini“.

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Estrema destra nel memoriale di guerra che può richiamare la X Mas del golpista Borghese.

Ervin Di Maulo, responsabile regionale Casa Pound (sopra sotto e copertina, foto CPI).

Il monolite lastricato in marmo infatti “custodisce una lastra del regio sommergibile Scirè, affondato nel 1942 da una corvetta inglese, e passato alla storia per aver trasportato i siluri a lenta corsa impiegati nell’impresa di Alessandria“. Sono i micidiali “maiali” che vennero piazzati sotto le corazzate britanniche dagli incursori subacquei, inquadrati nella X Mas comandata da Junio Valerio Borghese. Un reparto che poi si è distinto con la Repubblica di Salò, nella repressione della Resistenza partigiana. E un comandante passato alle cronache dell’Italia repubblicana come il “Principe nero“, organizzatore di un golpe per restaurare il fascismo. Era facile immaginare che quel brandello di metallo incastonato nel monumento augustano, fosse una quinta teatrale ideale per rigurgiti nostalgici. Adattati alle esigenze del momento elettorale, contro il nuovo “nemico” che sbarca dall’Africa aggrappato a un salvagente. “I militanti sono arrivati da tutte le parti della Sicilia per manifestare contro l’immigrazione clandestina e le Ong”, dice il comunicato diCasaPound Italiadiffuso il giorno dopo. Raccontando che “siamo in prima fila contro questo business: solo pochi giorni fa con un barchino ci siamo avvicinati alla Ocean Viking, attraccata al porto di Siracusa, e inscenando un salvataggio in mare abbiamo lanciato un salvagente con una maschera tricolore”.

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Cgil: squallida manifestazione contro dovere di soccorso, riflettere che si è giunti a questo.

Dopo la proditoria incursione contro l’innocua imbarcazione Ong, “per salvare gli italiani che stanno affondando”, l’appuntamento ad Augusta “con i tricolori e le bandiere del movimento che da anni denuncia le storture dell’accoglienza a tinte arcobaleno”. Solo che “in una delle città italiane tra le più colpite dalla piaga degli sbarchi“, gli augustani si sono tenuti alla larga mentre su Casa Pound si è alzata l’indignazione. La prima a farsi sentire contro la “squallida manifestazione” è stata la Camera del lavoro:“Deve far riflettere come sia possibile essere arrivati a mettere in discussione la legittimità, oltre che il dovere, di mettere in salvo chi sta annegando o si trova in difficoltà. Ribadiamo il principio universale dell’assistenza a ogni uomo e donna la cui vita è a rischio, in mare, nel deserto o nei campi di detenzione”. A ruota è arrivata un’interrogazione consiliare di Giancarlo Triberio e Manuel Mangano. I capigruppo d’opposizione, riferimento di Articolouno e Italia viva, chiedono conto dell’accaduto al sindaco Giuseppe Di Mare. Interpellandolo se “era a conoscenza che la manifestazione si svolgeva presso un luogo simbolo della città”, a due passi dalla Porta spagnola. E dando per scontato che il Comune fosse stato regolarmente informato sulla occupazione di un giardinetto comunale, “perché non ha ritenuto chiedere di spostarla in altro luogo”.

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Il sindaco: autorizzazione data dalla questura, sull’accoglienza parlano le mie azioni.

Il sindaco liquida la questione dicendo che “la richiesta è stata fatta e autorizzata direttamente dalla questura“, senza aggiungere altro circa eventuali interventi da Palazzo di città. Per quanto riguarda invece la richiesta arrivata di Casa Pound, circa una sua presa di posizione contro l’uso della città come hub per i clandestini, Di Mare puntualizza:“Ieri ero in capitaneria insieme alle forze dell’ordine per lo sbarco in atto; quindi le risposte le danno le azioni su un tema che è gigante e abbandonato dalla politica di qualunque colore europea”. Un’accusa all’Europa, che sostanzialmente pure l’estrema destra condivide. Parlando di “assoluta compiacenza della stampa mainstream e dell’Ue; e a conferma di ciò ci sono anche le recenti sentenze della Corte di giustizia europea che limitano gli Stati, anzi lo Stato italiano, di porre il benché minimo controllo” sulle Ong. Il responsabile regionale, Elvin Di Maulo, le definisce addirittura “fantomatiche organizzazioni che sono foraggiate lautamente dai peggiori poteri sovranazionali, e battenti bandiere di altri Stati, con equipaggi appartenenti ai centri sociali di tutta Europa”.

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Triberio e Mangano: clima da non sottovalutare, il Comune di Barca nostra non resti in silenzio.

al centro, Manuel Mangano.

Augusta ospita Barca nostra, il fatiscente peschereccio affondato con mille disperati nella stiva, esposta alla Biennale di Venezia per diventare il simbolo delle tragedie dei migranti nel Mediterraneo. Quando è rientrata in città, Papa Francesco ne ha parlato anche all’Angelus domenicale. Un relitto intorno cui nascerà il Giardino della memoria, che secondo Triberio e Mangano certifica come “questa sia una città aperta, di accoglienza e di pace“. Alle prese con problematiche ambientali e occupazionali tali, che certo “non é la minaccia di migranti stremati da guerre e fame, tra cui donne e bambini in cerca di asilo, da cui dobbiamo difenderci”. A differenza dell’amministrazione comunale, che praticamente sembra lavarsene le mani, i due capigruppo non sminuiscono il presidio di Casa Pound. “Dopo gli attacchi negli ultimi giorni ad alcune sedi sindacali della Sicilia e alla stele di Tina Anselmi, si avverte un clima da non sottovalutare”, scrivono in un comunicato. Ricordando “le tante manifestazioni promosse dall’amministrazione proprio in questo stesso luogo”, avvertono il sindaco che “non si può restare in silenzio con il rischio di derubricarlo a isolati accadimenti, o lasciare dubbi su strizzatine d’occhio elettorali”. Che da un Palazzo di città retto dal civismo in technicolor non sono mai arrivate, né direttamente né indirettamente, anche se da quando c’è il nuovo inquilino si sono moltiplicate le presenze in piazza della destra estrema.

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Un brodo culturale dove bolle in silenzio la politica in attesa di rivelarsi dopo le elezioni?

Andrea Bonazza, dirigente nazionale.

Aldilà delle reazioni indignate dal mondo del lavoro e della politica, e dell’indifferenza ostentata dall’amministrazione, Casa Pound ha sollevato un coperchio. Nel suo comunicato fa notare che “la Sicilia, pur essendo governata da 5 anni da una compagine di destra-centro, davanti al precipitare della situazione nulla ha fatto: anzi è totalmente immersa nel sistema, e numeri alla mano non c’è angolo della Trinacria dove non si trovi una cooperativa, un progetto, un finanziamento dalla cifra a sei zeri”. Andrea Bonazza, che a Bolzano si presentò in consiglio con la felpa di una divisione Ss, nel comizio al Rivelino ha ricordato che “dei 50 mila arrivati dall’1 gennaio del 2022 al 19 agosto, quasi 10 mila sono tunisini, e poco più di 9 mila sono egiziani“. Secondo il dirigente nazionale “di quali necessità stiamo parlando? Vanno via da un Paese in cui la gente va in vacanza“. Una tesi che si poteva adattare anche agli italiani che emigravano in America con le valige di cartone, quando gli americani con le Luis Vuitton venivano invece a riempire gli hotel di Firenze e Venezia: ma non è questo il punto. Il punto è quanta silenziosa condivisione ci sia fra chi proviene da quel brodo culturale, e non si esprime per calcolo elettorale, in attesa di rivelarsi dopo l’election day del 25 settembre.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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