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Augusta, amministrazione fa dietrofront: Barca nostra esposta alla darsena

AUGUSTA – Il Giardino della memoria si farà nella nuova darsena, che per i primi migranti sbarcati ad Augusta è stata la porta d’accesso all’Europa. Proprio dove “Barca nostra” è approdata alla fine della sua ultima odissea, in arrivo da una Biennale di Venezia che l’aveva prima fatta diventare il simbolo mondiale delle tragedie nel Mediterraneo, per poi abbandonarla alle intemperie sul molo dello storico Arsenale. Che il “barcone della morte” non si sposta più lo ha confermato l’assessore alla Cultura, Pino Carrabino, dopo le polemiche divampate sull’ipotesi di realizzare il memoriale della migrazione all’interno di una esposizione militare permanente. Programmata nell’hangar dirigibili da recuperare coi fondi del Pnrr, nell’ambito di un progetto in collaborazione con l’università di Catania. L’ipotesi di esporre il relitto ripescato dal Canale di Sicilia con mille annegati nella stiva, accanto al sommergibile in disarmo Mocenigo, nei giorni scorsi ha provocato una levata di scudi dal mondo del volontariato e dell’associazionismo. Dei quali si è fatto interprete Repubblica in un ampio reportage, pubblicato il 4 febbraio col titolo inequivocabile “fine indecorosa dell’icona della strage”. Quando pure Articolouno è sceso in campo a sostegno delle critiche arrivate dal “Comitato 18 aprile” sostenuto dal Vaticano, e dai pacifisti del Coordinamento Punta izzo possibile, l’amministrazione comunale ha chiarito la sua posizione. Confermando l’ubicazione nei pressi della Capitaneria, già concordata con le associazioni.

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Sfuma l’ipotesi Hangar, Carrabino: Parco della memoria vicino la Capitaneria.

“E’ nella darsena nuova che ci si sta muovendo per portare a compimento il Parco della memoria“, dichiara Carrabino. Spiegando che i contenuti dell’articolo firmato da Salvo Catalano, “erano solo frutto di uno scambio di idee, su quella che poteva essere una fruizione totale dell’area dell’Hangar”. In sostanza, parole in libertà “che nulla hanno a che vedere con i progetti che saranno definiti a breve, con ulteriori interventi previsti per il barcone che resta un segno importantissimo di memoria non solo per la comunità locale“. L’assessore alla Cultura conclude rimarcando “la sinergia degli enti, delle istituzioni e soprattutto delle associazioni che si sono mosse per portarlo ad Augusta ed esporlo”. In attesa di vedere concretamente le bozze progettuali di un memoriale, impegnativo non solo sotto il profilo culturale ma anche burocratico e finanziario, resta aperto il dibattito innescato dalle dichiarazioni rilasciate al quotidiano dall’uomo-immagine dell’amministrazione. Che indicavano l’intenzione di esporre il relitto dei migranti insieme al sottomarino della Marina, liberando “un’area sulla quale vogliamo incentivare le attività commerciali“.

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Art1, Triberio: Palazzo di città ripropone ipotesi che continuano a salvaguardare i più forti.

Il barcone della morte arriva a Venezia per la Biennale.
copertina, Barca nostra durante la benedizione alla nuova darsena di Augusta.

“Un accostamento tanto stridente quanto inopportuno, mettere insieme il barcone della memoria a un sommergibile”, scrive Giancarlo Triberio. Per il consigliere riferimento di Art1, già la sola ipotesi “umilia la storia e il significato di quello che rappresenta Barca nostra”. L’esponente della minoranza aggiunge che “se queste sono le idee dell’amministrazione per utilizzare i fondi del Pnrr, stiamo andando verso una direzione obsoleta di concepire lo sviluppo per la nostra città”. Secondo l’opposizione, lo scivolone dell’assessore sul Giardino della memoria è solo il tassello di un approccio amministrativo in cui Palazzo di città “ripropone ipotesi che continuano a salvaguardare i più forti, a discapito del futuro di Augusta e dei suoi cittadini”. Il riferimento non è solo all’ipotetica rinuncia di usare l’Hangar come “spazio verde e multifunzionale a disposizione della collettività”, per confinarlo a contenitore di un’unità da guerra che la Marina altrimenti destinerebbe alla demolizione. Viene rispolverata anche la concessione del palmeto comunale alla McDonald’s, per costruire un fast food adiacente il Palajonio, definito il “regalo di un’area a verde pubblico per pochi spiccioli”. Perciò l’idea avanzata a mezzo stampa da Carrabino, di un onnicomprensivo Parco della memoria che somiglierebbe a un deposito svuota-cantine, sarebbe “l’ennesimo annuncio di promessa che facilmente é intuibile a chi ne possa giovare”.

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Punta Izzo possibile: Augusta può immaginare un cultura slegata da divise e parate?

Eppure il Mocenigo è un pezzo di storia, non solo della città. Il gemello è stato esposto al Museo della scienza e della tecnica di Milano, perché appartiene alla prima serie di sottomarini costruiti dall’Italia repubblicana. Di piccole dimensioni, la classe Toti era stata progettata per la difesa anti-sommergibile durante la Guerra fredda. Per quanto se ne sappia, non ha mai sparato verso alcuno. Eppure, secondo Punta izzo possibile, “pensare di ‘valorizzare’ l’Hangar ‘parcheggiandovi’ un sottomarino di guerra di fronte a un relitto in cui trovarono la morte centinaia di migranti, ci sembra un’operazione macabra e spregiudicata”. Le navi da guerra della Marina hanno soccorso migliaia di migranti nel Canale di Sicilia. Ma secondo i pacifisti, esporre ora una loro unità militare accanto il relitto dei migranti sarebbe “un oltraggio alla memoria civile dei naufraghi del Mediterraneo e delle migrazioni forzate, che affondano le loro radici proprio in quei processi di guerra di cui le armi sono strumento”. Il Coordinamento di cittadinanza attiva conclude con una riflessione polemica, sulla quale si sta interrogando anche il mondo della cultura cittadina meno ideologizzato:“E’ possibile immaginare ad Augusta una cultura che non sia necessariamente legata alle divise, agli ‘arditi’, alle parate e ai cimeli bellici?”.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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