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Siracusa, troppi cronisti minacciati: Unci apre la sezione-scorta

Ultimo aggiornamento sabato, 1 Maggio, 2021   22:09

SIRACUSA – La provincia “babba” che per prima ha ricordato Mario Francese, quando altrove imperavano ancora rimozione e silenzio sul giornalista siracusano assassinato dalla mafia, ora battezza la nuova sezione di Siracusa dell’Unione nazionale cronisti italiani. E’ la terza presente in Sicilia, insieme a quelle di Palermo e Catania. Il riconoscimento ufficiale è arrivato dal direttivo regionale dell’Unci, riunitosi l’1 aprile nella sede dell’Ordine dei giornalisti confiscata alle cosche. Il Gruppo di specializzazione di Assostampa provinciale operava già da 30 anni in difesa del diritto di cronaca. Ma è stato durante la crisi innescata dalla pandemia che, in sinergia con le altre articolazioni della Federazione nazionale della stampa italiana, la piccola realtà sindacale si è trovata catapultata in prima linea nella sfida fra informazione responsabile, tentativi di censura e tentazioni di auto-censure. Un lavoro a difesa delle prerogative professionali tutelate dalla Costituzione, che in pochi mesi ha riportato molti professionisti dell’informazione all’interno del sindacato. Il quale adesso può annunciare come “la scorta mediatica ai giornalisti minacciati ora sarà più efficace. E’ significativo che questo risultato sia stato raggiunto in una provincia che ha subito le inquietanti commistioni del cosiddetto Sistema Siracusa, del quale troppo a lungo è rimasta vittima anche la stampa più eticamente rigorosa e meno soggetta a condizionamenti”. 

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Il fiduciario Ciccarello: ora più efficace la scorta mediatica data ai giornalisti nel mirino.

Massimo Ciccarello parla al seminario Unci 2019 di Lentini su “Verifica delle notizie e rapporto con le fonti”:
a sinistra il presidente nazionale Alessandro Galimberti, accanto il vicepresidente Leone Zingales.

Massimo Ciccarello, fiduciario provinciale del Gruppo cronisti, in un comunicato stampa sottolinea come “l’Unci abbia fornito, e adesso potrà fornire ancora di più, una scorta mediatica a tutti i giornalisti minacciati da mafia, criminalità, affarismo, istituzioni deviate e politica opaca”. La provincia “babba“, infatti, sotto questo profilo non si è fatta mancare nulla. Dalle sentenze di morte intercettate ai mafiosi di Pachino per Paolo Borrometi, giornalista che da anni vive sotto scorta. All’auto incendiata dalla mala di Siracusa a Gaetano Scariolocronista di giudiziaria per l’Agi. Ai post di minaccia contro il lentinese Silvio Breci, per un pezzo di cronaca nera apparso su Webmarte.tv che dirige. Per non parlare del “bastano 50 rose” postato da un fake contro Nello La Fata, direttore della storica testata di Lentini, LaNotizia.tv. Un profilo falso spesso corredato da like degli amministratori comunali della zona, che è stato punta dell’icerbeg per l’innaturale legame fra rappresentanti delle istituzioni e minacce a giornalisti.

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Premio Sicilia cronista a La Fata: smentito da fonti ufficiali per una notizia vera sul Covid.

Nello La Fata, intervento al corso di formazione Unci 2019 a Siracusa su “Indipendenza del cronista e libertà di stampa”:
a sinistra il fiduciario provinciale Francesco Nania, accanto Alberto Cicero presidente di Assostampa Sicilia.

Il settantenne pubblicista La Fata è stato insignito del Premio Sicilia cronista 2020, istituito dall’Unci e che verrà consegnato a Siracusa nelle prossime settimane. La motivazione del premio è per aver rivelato il primo caso Covid nel Lentinese, ed essersi beccato una smentita ufficiale poi risultata falsa. A distanza di un anno, l’inchiesta sui dati manipolati alla Regione stanno facendo anche capire il perché. Il giornalista lentinese non è stato l’unico bersaglio di una politica che usa le istituzioni come anticamera a una “democratura”, sul modello Turchia di Erdogan o Ungheria di Orban. Ad Augusta, il cronista politico Ciccarello per anni è stato oggetto di una campagna di delegittimazione professionale da parte dell’amministrazione precedente. Con episodi inquietanti come un documento di “pubblica messa in mora” emesso dal partito di maggioranza, o il divieto d’accesso ad alcune sedute consiliari nonostante l’accredito di due testate web, una tv e un’agenzia stampa. Ma il capitolo più oscuro sulla libertà di stampa nel Siracusano, riguarda i calvari giudiziari inferti ai cronisti liberi dai condizionamenti.

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Assostampa, i fari accesi sul calvario giudiziario dei cronisti sgraditi al Sistema Siracusa.

Solo la Cassazione, dopo troppi anni e doppie condanne che facevano storcere il naso, ha restituito onorabilità professionale e serenità familiare al siracusano Luca Signorelli e all’augustano Gianni D’Anna. Al terzo grado di giudizio assolti senza rinvio dalle denunce di un pm, poi radiato dalla magistratura per il suo coinvolgimento diretto nel Sistema Siracusa. Le sue querele temerarie a grappoli hanno lungamente bersagliato anche La Civetta di Minerva, coraggioso settimanale locale d’inchiesta vincitore nel 2012 del Premio Francese. Vicende di una di una periferia geografica e informativa, che poteri forti e politica ambigua contavano di avvolgere nelle nebbie della soperchieria perché lontane dai riflettori delle grandi testate. Grazie a Unci e Assostampa – sottolinea Ciccarello – è stato possibile tenere i fari accesi sulle battaglie solitarie, che alcuni giornalisti conducevano “in difesa di un diritto costituzionale che garantisce la libertà di tutti”.

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Il segretario Dente: iscrizioni in controtendenza, vitalità giornalismo contro il copia-incolla.

Prospero Dente segretario provinciale Assostampa Siracusa (foto Fb).
copertina: l’indicazione del giardino intitolato a Mario Francese all’ingresso del parco archeologico.

“Il riconoscimento di sezione è un risultato straordinario per un sindacato che opera lontano dai grandi centri della stampa isolana”, scrive Prospero Dente, segretario di Assostampa Siracusa. Lo definisce “un obiettivo raggiunto fra l’altro in un momento in cui la crisi socio-economica da pandemia si somma a quella strutturale dell’editoria siciliana, mettendo in crisi l’intero sistema informazione”. Il quale oggi si trova a fare i conti con il flusso di notizie false veicolate da centrali della disinformazione, che talvolta appaiono annidarsi persino nelle fonti istituzionali. Per questo il dirigente provinciale Fnsi fa notare che “il picco storico di iscrizioni al Gruppo cronisti, in controtendenza alla de-sindacalizzazione della categoria seguita alla chiusura delle redazioni, deve essere letto come un segno di vitalità per un giornalismo siracusano – e per lo stesso sindacato – che intende reagire allo strapotere delle fake-news“. E che, soprattutto, “non vuole rassegnarsi alla massificazione del copia-incolla” dalle veline di comodo.

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Redazione
Articoli redatti dalla redazione di e'Costiera
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