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Lentini, “istruzioni” su facebook per la corona funebre al cronista La Fata

Ultimo aggiornamento martedì, 2 Marzo, 2021   23:13

LENTINI – “Tanto bastano 50 rose”. Cioè quante ne occorrono per un “cuscino” funebre di fiori. Solo che stavolta non c’è nessun “caro estinto” da onorare. Le istruzioni per la commemorazione sono infatti tutte riservate a minacciare il giornalista Nello La Fata, che ha la colpa di essere professionalmente vivo e vegeto. Fin troppo, secondo un sedicente “Seveso Bosko“. Che se l’è presa col direttore di La Notizia.Tv perché “fa interviste a tutti, tranne che per il bene di Lentini e dei Lentinesi”. Il post apparso il 12 settembre sul falso profilo Facebook è stato immediatamente denunciato alla locale stazione dei carabinieri. E l’Associazione giornalisti radiotelevisivi e telematici ha subito messo a disposizione il suo legale Giovanni Giuca, per assistere il collega in una vicenda dai contorni fortemente inquietanti.

Supporto legale da Giornalisti radiotelevisivi-telematici.

Il comunicato dell’Agirt di “piena solidarietà al collega e iscritto”, fa infatti rilevare che l’anonimo autore “sembra bersagliare particolarmente l’attività dell’opposizione all’amministrazione di Saverio Bosco e i giornalisti che ne danno notizia”. E che inoltre “non è nuovo a pesanti allusioni sulla corruzione della stampa locale”, che dà voce al malumore e al malcontento degli amministrati. L’allusione “floreale” gioca ambiguamente sul doppio senso fra il compenso standard per una lucciola di strada, e la materia prima occorrente per una corona funebre. E altrettanto ambiguamente il “fake” dichiara di sé stesso che “lavora presso il Comune di Lentini.

L’Agirt: sindaco prenda distanze dal fake Seveso Bosko.

L’attività social di Seveso Bosko, tutta rivolta a bersagliare il giornalismo critico e la minoranza consiliare, mettono sotto una luce obliqua la stessa amministrazione di Saverio Bosco. Perciò l’Agirt “chiede al sindaco di Lentini parole inequivocabili di condanna e presa di distanza, necessarie per mettere al riparo l’Istituzione che rappresenta da inconcepibili accostamenti da parte dei lettori meno attrezzati culturalmente e socialmente”. Perchè “l’intreccio fra politica e minacce Facebook è un fenomeno sempre più inquietante”. Sul quale “le istituzioni devono fare di più per individuare gli autori e reprime la pericolosa deriva”.

A Siracusa attaccato da politica il segretario Assostampa.

Una clima di “odio” nei confronti dei giornalisti, specialmente quelli più attenti alle vicende delle amministrazioni, che inizia nel mondo virtuale e si trasferisce in quello reale. Addirittura negli stessi Palazzi, che dovrebbero mandare ben altri segnali. Augusta è stata “capofila”, due anni fa, con una “lettera aperta al giornalista della Nota7” che seguiva i lavori consiliari. Nella quale il gruppo di maggioranza notificava pubblicamente ai suoi supporter, una “messa in mora del dialogo nell’attesa di verificare un modus operandi”. La reazione di Unione cronisti e Assostampa, insieme a quella dell’opposizione, fu vigorosa. Ma ciò non è bastato a evitare che la deriva contagiasse il capoluogo. Nei giorni scorsi, pure l’Associazione siciliana della stampa ha dovuto “esprimere solidarietà al segretario provinciale di Siracusa, Prospero Dente, oggetto di un attacco personale da parte del consigliere comunale Salvatore Castagnino, nell’ambito di una polemica contro i giornalisti da lui aperta nello svolgimento delle sue funzioni”.

Cascio: minacce social a cronisti fenomeno sottovalutato.

Il presidente Pippo Cascio “torna a esprimere il profondo disagio dei giornalisti radiotelevisivi e telematici, per la sottovalutazione del fenomeno minacce ai cronisti a mezzo social”. Intimidazioni virtuali che però “creano un contesto di impunità altamente pericoloso, specie in quei territori dove il condizionamento della mafia è particolarmente presente”. Aggiungendo che quanto accaduto “costituisce il punto di non ritorno di una politica che si nasconde dietro i social per somministrare ‘olio di ricino’ a chi fa il suo lavoro di informazione senza sottostare ai diktat della propaganda“.

“Indagare a fondo per trovare l’autore delle minacce”.

Se il profilo Facebook lascia dubbi sulla reale identità dell’autore, il meme a corredo non ne lascia affatto sul carattere “politico” del pesante attacco alla libertà di stampa. “Quando come giornalista fai schifo e per due spiccioli dati dagli oppositori ti vendi anche la famiglia”, scrive il sedicente Bosko, nella vignetta che correda il post. Nel quale, nota Cascio, “si fa chiaro riferimento a una serie di servizi pubblicati su La Notizia.Tv, che hanno infastidito gli amministratori. Ora si attende che il Comune di Lentini si dissoci formalmente da qualsiasi “fake-supporter”, che fra l’altro fa diventare l’applauso anonimo un boomerang per la stessa amministrazione. Intanto l’Agirt chiede “agli inquirenti uno sforzo supplementare nelle indagini, per individuare l’autore delle minacce al collega La Fata e restituire la giusta serenità al suo prezioso lavoro di informazione”.

Neri: a Lentini due grandi giornalisti, Valvo e La Fata.

Nello La Fata, direttore di La Notizia.Tv (foto tratta dal profilo Fb)
Copertina, al giornalista (secondo da sinistra) un riconoscimento dal Penna Maestra 2019.

Serenità che il cronista di 69 anni ha già recuperato. Perché non si arriva a 44 anni di professione, e collaborazioni con la Gazzetta del Sud, l’Ansa, Il Tempo, il Corriere dello sport, senza avere la giusta quantità di pelo sullo stomaco. E senza che i suoi stessi lettori non comprendano la differenza fra chi gli offre anonimamente “50 rose”, e chi invece gli riconosce che “talvolta siamo stati in contrasto anche aspro, ma sempre sulle cose e disinteressato”. A dirlo pubblicamente non è l’amico di pizza al sabato sera, ma Nello Neri. E’ presidente di sezione alla Corte d’appello di Messina, e scrive che la sua Lentini ha avuto due grandi giornalisti: Gregorio Valvo e Nello La Fata. Entrambi penalizzati dalle ridotte dimensioni e dalla grettezza di un ambiente astioso forse per sua genetica natura”.

Battiato: in tanti a sostenere diritto all’informazione.

Come ex sindaco ed ex parlamentare, Neri conosce anche la politica che siede sulle poltrone e non solo quella che sale sul banco degli imputati. Perciò ora dice a La Fata che “nel suo impegno di giornalista libero e scomodo avrà sempre a fianco le persone perbene di questa città”. Gli fa eco un altro ex sindaco, Davide Battiato. Che gli scrive:“Caro Nello, sai che siamo in tanti a sostenere il tuo legittimo e onesto diritto all’informazione, e quindi continua nel tuo preziosissimo lavoro con il coraggio che ti ha sempre contraddistinto”. La “vecchia” politica è stata bersagliata dal suo lavoro di cronista, ma gli rende onore nel momento delle intimidazioni. Quella nuova, invece, non si sa che fine abbia fatto.

Aggiornamento 19/9

Mazzilli: i like sospetti di sindaco, assessora e consiglieri.

A Lentini cominciano a chiederselo in tanti, quale sia la ragione di questo silenzio dell’amministrazione su un anonimo che la trascina per i capelli in una vicenda dai contorni torbidi. E’ Ugo Mazzilli, il 19 settembre, a dare voce a queste perplessità. “Bosco prenderà le distanze dal profilo fake , così come chiede l’associazione dei giornalisti o tacerà?”, domanda l’ex consigliere a mezzo social. Aggiungendo che “questa dell’associazione mi é sembrata una richiesta giusta e condivisibile, visto che proprio il sindaco assieme a qualche consigliere e assessora usano mettere like e faccette sorridenti sui post di questo impostore e minacciatole seriale“.

Unci: forze dell’ordine salvaguardino ruolo giornalisti.

Il silenzio del Palazzo non fa però placare la protesta dei giornalisti. “Esprimiamo la solidarietà al collega La Fata“, scrive l’Unione nazionale cronisti italiani, in un comunicato stampa diffuso il giorno dopo la notizia della denuncia ai carabinieri. Francesco Nania, fiduciario della sezione di Siracusa, si affianca alla richiesta già avanzata dall’Agirt agli inquirenti, “auspicando che le forze dell’ordine facciano chiarezza sulla vicenda e con la certezza che il ruolo del giornalista debba essere salvaguardato”. La parola passa adesso ai nuclei specializzati in crimini informatici, gli unici in grado di chiarire fino a che punto c’entri la politica lentinese. E fino a che punto la libertà di stampa è minacciata in questo avamposto di frontiera per la legalità.

Aggiornamento 20/9

Assostampa: Procura e politica contrastino le minacce.

Di episodio “sicuramente sintomatico di quel subdolo piano di delegittimazione nei confronti della stampa”, parla anche l’Associazione siciliana della stampa. Un comunicato della sezione provinciale punta il dito contro il fenomeno degli “untori che spargono il virus della diffamazione e che dovrebbero, invece, essere isolati anche da coloro che questi ignavi tastieristi tendono a difendere a modo loro”. Il segretario Prospero Dente scrive che “alla Procura affidiamo la richiesta di continuare con forza l’azione di contrasto alla violenza verbale che, sui social, sta degenerando in un crescendo di minacce e diffamazioni”. E allo stesso tempo sollecita:“Alla politica, a chi ricopre ruoli di responsabilità, il compito di dissociarsi da questo modo di agire dei loro sostenitori o presunti tali. Ne guadagneranno in credibilità, ne guadagnerà il vivere civile di una intera comunità“.


Francesco Nania (a destra), con Leone Zingales (al centro) e Alessandro Galimberti,
rispettivamente vicepresidente e presidente nazionale Unione cronisti.
L’Unci è impegnata dal 2018 nel programma “Giornalisti minacciati in Sicilia: mai soli”.
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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