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Salvare Augusta dal Lidl davanti il camposanto: ignorato il “rispetto”

AUGUSTA – Prima la cementificazione nel golfo di Brucoli come “atto dovuto” da parte di sindaco e assessori, adesso piena competenza alla giunta municipale per un supermercato davanti l’ingresso del cimitero monumentale. Il coordinamento “Salvare Augusta” torna alla carica per “l’avvio di una nuova stagione di pianificazione del territorio, che coinvolga istituzioni comunali, associazioni e cittadini”. Sei sigle ambientaliste hanno nuovamente preso posizione, per chiedere all’amministrazione “una moratoria al rilascio di autorizzazioni e concessioni edilizie per opere di nuova costruzione, nelle more del Piano urbanistico generale e del Piano commerciale”. La sollecitazione è stata inoltrata formalmente, “ad integrazione dei rilievi esposti in seno alla richiesta di intervento ispettivo, alla vigilia della seduta consiliare straordinaria convocata sull’argomento per le 10 del 14 marzo. A sottoscriverla sono Legambiente, Natura sicula, Punta izzo possibile, Piano terra, Stop veleni e Rinnova augusta. Tornate a farsi sentire sul progetto del Lidl antistante il camposanto, rimandato indietro dalla Regione alla competenza del Comune, dopo la recente modifica della legge sulla classificazione degli insediamenti commerciali. Una norma che ha dilatato la categoria delle “medie dimensioni”, facendo saltare la Conferenza dei servizi richiesta da una sentenza del Tar di Catania, cui si era rivolta la multinazionale della grande distribuzione.

Il Coordinamento: parcheggi a ridosso del camposanto, ignorata fascia di rispetto cimiteriale.

“Salvare Augusta” mette le mani avanti sul supermercato con vista sui sepolcri, dopo aver visionato le planimetrie progetto. Secondo i rilievi del coordinamento ambientalista, “detto intervento edilizio ricade in larga parte all’interno della fascia di rispetto cimiteriale di 200 metri, soggetta a vincolo di inedificabilità assoluta“. In particolare, “dall’esame della documentazione progettuale risultano ricadere all’interno di detta fascia inedificabile”, sia due parcheggi che la rampa per la movimentazione merci. Per consentirne la realizzazione, fanno notare le sei onlus, andrebbe prima deliberata la riduzione di quella distanza minima da rispettare. Il documento sottolinea però che “la competenza a deliberare interventi all’interno della fascia di rispetto cimiteriale ricade in via esclusiva sul consiglio comunale, previo nulla osta dell’Azienda sanitaria provinciale. Ne discende che la delibera di giunta preordinata al rilascio del permesso a costruire, sconfina nelle prerogative del civico consesso circa la valutazione della compatibilità con la tutela del decoro, del sentimento religioso e del culto dei defunti“.

“Consiglio di Stato ha escluso deroghe ai vincoli cimiteriali per insediamenti commerciali”.

Conferenza stampa di Salvare Augusta sulla richiesta di intervento ispettivo per le nuove autorizzazioni edilizie.
copertina, l’area del nuovo Lidl confinante col viale d’ingresso al cimitero monumentale.

Ma anche laddove la maggioranza consiliare pensasse di trovare compatibili i cortei funebri col via vai dei carrelli Lidl, secondo il coordinamento a imporle l’altolà ci sarebbero leggi e sentenze. “La descritta procedura di riduzione della fascia cimiteriale inedificabile, purché non oltre il limite di 50 metri, è attivabile nel solo interesse pubblico come valutato dal legislatore nell’elencazione delle opere ammissibili: ovverosia, opere pubbliche e interventi urbanistici di eminente rilevanza pubblica“. Tuttavia l’amministrazione ritiene che in questa categoria rientrino anche i punti vendita, confortata da alcune recenti sentenze del Tar catanese circa l’edificazione nelle aree verdi classificate come “zona F“. Un orientamento contestato da “Salvare Augusta“, soprattutto se applicato per un “camposanto supermarket”. Infatti, “il Consiglio di Stato ha categoricamente escluso la deroga al vincolo cimiteriale per la realizzazione di insediamenti commerciali, comprensivi di parcheggi e strutture pertinenziali, trattandosi di interventi finalizzati a soddisfare un interesse privato di tipo imprenditoriale correlato a un fine di lucro“. Tuttavia le obiezioni degli ambientalisti sulla legittimità del via libera al Lidl, non riguardano solo i posteggi. La stessa “collocazione del fabbricato commerciale in progetto, ricade in larga parte nella fascia inedificabile di rispetto stradale di 30 metri. evidenziata nel geoportale cartografico del Comune di Augusta“.

Dubbi degli ambientalisti sulla volumetria approvata: supera di 3 volte quella consentita?

I dubbi di “Salvare Augusta”, diffusi alla stampa l’11 marzo, si estendono anche sulla volumetria del fabbricato approvato. Quella cubatura di “11.805 metri cubi risulta comunque di gran lunga eccedente l’indice di edificabilità di 1,5 metro cubo per metro quadrato, previsto per le zone F dal Prg Marcon, tenuto conto di una superficie edificabile pari a circa 2.400 metri quadrati”. Secondo il documento delle sei associazioni, questo dato “si ricava deducendo dall’area di intervento la superficie di circa 14.600 metri quadrati rientrante nella fascia inedificabile di rispetto cimiteriale”. Cioè, a prescindere dell’opportunità di un’insegna Lidl come biglietto da visita alla necropoli, il calcolo per un eventuale edificio andrebbe fatto sforbiciando abbondantemente le aree “di rispetto” dove non si può fare nulla. “Sulla base di questi dati, il volume realizzabile è pari a 3.600 metri cubi, inferiore di oltre 3 volte alla volumetria del fabbricato commerciale in progetto”. Il coordinamento ambientalista, che anche stavolta ha inviato tutto alla Regione e alla Procura, perciò “invita il consiglio comunale a impegnare l’amministrazione ad annullare in autotutela ogni provvedimento oggetto della richiesta ispettiva, che presenti profili di manifesta incoerenza con la normativa urbanistico e ambientale”.

La singolare difesa del Comune al Tar che si affida a un Piano commerciale che ancora non c’è.

La sollecitazione di Salvare Augusta, tuttavia, appare destinata a finire su un binario morto. Quando nel gennaio 2023 la Regione ha respinto l’autorizzazione “per la grande struttura di vendita commerciale alimentare e non”, il Comune si è rivolto al Tar insieme alla Lidl. Ottenendo lo scorso novembre una sentenza che, nei fatti, non boccia espressamente l’interpretazione estensiva riguardo l’edificazione nelle zone F. Secondo il coordinamento, però, “non è entrata nel merito delle censure d’incompatibilità urbanistica dell’intervento commerciale mosse dal dipartimento regionale alle Attività produttive“. I giudici amministrativi, infatti, si sono limitati a imporre una Conferenza dei servizi. La quale a fine febbraio si è riunita solo per prendere atto che la legge era cambiata, e pertanto la “grande struttura” ora rientrava nella nuova classificazione come media, quindi di competenza diretta dell’Ente comunale. Ma già in sede di giudizio, raccontano gli ambientalisti, l’amministrazione aveva adottato una singolare linea processuale. “Merita di essere evidenziato che nell’argomentare circa la presunta assentibilità dell’intervento commerciale, ha prodotto in giudizio quanto ‘attestato dal professionista già incaricato dal medesimo Ente locale per la redazione del Puc‘. Si tratta di un modus operandi quanto meno anomalo, atteso che quanto attestato dal professionista esterno è di per sé privo di qualsivoglia cogenza normativa, in quanto il Piano urbanistico commerciale non è stato finora sottoposto all’esame dell’aula consiliare ai fini della sua definitiva approvazione”.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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