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Salvare Augusta: fermate “manicula libera” sul paesaggio di Brucoli

AUGUSTA – “Dopo il Premio Attila 2023 al sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare, è la Soprintendenza di Siracusa candidata favorita per il Betoniera d’Oro 2024″. Gli ecologisti augustani la buttano sull’ironia contro la politica della “manicula libera”, che sta stravolgendo il territorio di maggior pregio a colpi di autorizzazioni, rilasciate “dilatando” la normativa sui poteri del consiglio comunale e sulle valutazioni ambientali. Ma oltre alla satira, gli ambientalisti si affidano anche alle carte bollate scrivendo all’assessorato regionale Territorio e ambiente, per chiedere un “intervento ispettivo in materia urbanistico-edilizia presso il Comune”. Il documento sottoscritto da Legambiente e Natura sicula, inoltrato pure alla Procura della Repubblica, è stato illustrato il 16 febbraio nel corso di una conferenza stampa in piazza delle Grazie. Dove i portavoce Enzo Parisi e Gianmarco Catalano hanno passato ai raggi X alcune nuove concessioni a costruire, “che ci faranno balzare in vetta alla classifica Arpa per consumo di suolo, dove attualmente la città figura come seconda in Sicilia in questo poco invidiabile elenco ufficiale”.

Boom autorizzazioni edilizie: Legambiente e Natura sicula si rivolgono a Regione e Procura.

Andrea Tringali e Gianmarco Catalano.

Il coordinamento Salvare Augusta punta il dito su cinque piani di lottizzazione per case vacanza, di cui uno da 17 ettari comprensivo di grand hotel, interamente affacciato sullo scenografico golfo di Brucoli. Mette la lente d’ingrandimento sul programmato parcheggio comunale all’ingresso della frazione turistica, nel terreno Enel confinante col fiordo dove Omero narrò l’attracco di Ulisse, e Tucidide raccontò lo sbarco dei colonizzatori greci di Megara. Torna sul contestato Piano di utilizzo del demanio marittimo, approvato dalla maggioranza consiliare ma “ritagliato sulle domande dei privati e non viceversa, redatto senza ascoltare prima i cittadini e le associazioni”. Non si arrende sui due nuovi ipermercati a inizio città, di cui uno proprio davanti l’ingresso storico del cimitero monumentale, su cui il Tar di Catania ha aperto uno spiraglio alla multinazionale Lidl che vuole costruirlo. Non molla contro lo stesso tribunale amministrativo catanese che aveva dato via libera al McDonald’s nel palmeto di Chamaerops humilis, comunemente conosciuta come palma nana e inserita dal ministero nella “Lista rossa della flora italiana a rischio di estinzione, attendendo che il Cga pubblichi la sentenza dell’appello sostenuto da un crowdfunding e già discusso a dicembre.

Coordinamento contro la lottizzazione di 17 ettari che cancella la “cartolina” del golfo brucolano.

Golfo di Brucoli, sullo sfondo contrada Pozzillo-Faffaianni.

Sono tutte contestazioni che Legambiente e Natura sicula hanno sollevato a suo tempo, “reiterandole senza mollare sulla tutela del territorio nonostante l’indifferenza generale”, fa notare Parisi. Ma a far precipitare i rapporti fra ambientalisti e amministrazione Di Mare è stata l’ultima cementificazione approvata a Brucoli, in contrada Pozzillo-Faffaianni, affacciata sulla “cartolina” del lungomare che costeggia il golfo. Un albergo da “circa 386 posti letto” contornato da 35 ville con giardino, sbloccati dopo vent’anni di traversie autorizzative con una semplice delibera di giunta, votata il 5 febbraio all’unanimità e dove – significativamente – gli assessori erano presenti al gran completo. Un evento raro, che suona come un’assunzione di responsabilità politica collettiva per la coalizione fra Fratelli d’italia, Movimento per l’autonomia e Forza italia. Quasi fosse una copertura dei partiti al potere ovunque e a dispetto di chiunque, tanto a Roma quanto a Palermo, su un piano di lottizzazione portato alla meta dal progettista Roberto Meloni. Esponente di Fdi, già presidente della federazione di liste civiche a sostegno della sindacatura risultata vincente, è attualmente punto di riferimento in città del potente deputato meloniano Luca Cannata.

Contestata l’assenza della valutazioni ambientali e l’esproprio di competenza al consiglio.

Enzo Parisi e Giambattista Totis.

E’ lo stesso ingegnere Meloni che il governatore Nello Musumeci, ora ministro per il Sud, nominò in quota Regione in quel Comitato portuale dove recentemente è passato il controverso monopolio venticinquennale dei servizi nei porti di Augusta e Catania. La relativa gara per l’aggiudicazione ha visto come unico partecipante un consorzio, in cui le sole imprese augustane presenti fanno entrambe riferimento alla vicesindaca Tania Patania, tesserata Fdi e assessora con delega sia al Porto che all’Urbanistica. Una “congiunzione astrale” che rende paradossale la richiesta d’intervento a un assessorato regionale retto dalla meloniana Elena Pagana, moglie di Ruggero Razza, braccio destro di Musumeci durante la presidenza della Sicilia. Se Legambiente e Natura sicula pensano che con lei tutto si tiene, nel documento non lo danno a vedere. Perciò le chiedono ora di sindacare sulla delibera di giunta che sorvola sull’assenza delle valutazioni ambientali Via, Vinca e Vas, nelle particelle vicine alla battigia. E non considera che “l’area è in parte soggetta al massimo livello di tutela paesaggistica, pertanto sottoposta a vincolo di inedificabilità assoluta”. In ogni caso, nota Salvare Augusta, l’impatto sul territorio è tale che doveva discuterne il consiglio.

Un “ecoparco” con cavea in cemento armato scavata dove non si consente nemmeno una serra.

don Palmiro Prisutto.

Secondo il Coordinamento supportato da don Palmiro Prisutto, rettore dell’eremo brucolano dell’Adonai, le “sviste” sembrano concentrarsi particolarmente sulla turistica Brucoli. E’ appena iniziato gennaio, denuncia Salvare Augusta, quando il Comune vi “ha autorizzato un intervento edilizio privato, indicato sotto il nome di ecoparco“. A giustificarne il nome, in contrada Bongiovanni, ci sono “alcuni spazi per il gioco e lo sgambettamento animale”. Ma oltre alle giostrine e al recinto per i cagnolini, “prevede edifici residenziali, ristorante, chiosco, parcheggi e una cavea in cemento armato totalmente interrata”. Eppure, scrivono Legambiente e Natura sicula, in quella zona sono vigenti norme di attuazione del Piano paesaggistico inequivocabili. Le quali vietano espressamente di “effettuare movimenti di terra“, e persino di “realizzare serre ancorate al suolo con opere di fondazione”. Nella stessa contrada, a luglio il settore Urbanistica aveva inoltre autorizzato “la realizzazione di sei unità immobiliari, divise fra strutture commerciali e case vacanza con annesso parcheggio”. Solo che quell’ettaro di terra da cementificare è “in prossimità del fiordo e del complesso rupestre Pantakias-Gisira“. Si tratta di “una porzione di territorio dichiarata di notevole interesse pubblico dalla Regione siciliana, già nel 2008″. Sono passati 16 anni, ma sembra già età della pietra.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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