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No Gnl, salta l’alleanza ambientalisti dopo la mozione per il referendum

Ultimo aggiornamento martedì, 2 Marzo, 2021   23:55

AUGUSTA – I progettati serbatoi di Gas naturale liquefatto accanto le fiaccole di Punta Cugno forse potrebbero esplodere in caso di perdite, o forse no come assicurano industriali e Autorità portuale. Però certamente hanno già fatto saltare in aria l’intesa fra le associazioni ambientaliste. A innescare la deflagrazione è stata la mozione di Giuseppe Schermi per “indire il referendum consultivo sul deposito costiero”. Perché l’iniziativa del consigliere Diem25 è stata subito appoggiata da Decontaminazione Sicilia. Mentre Stop veleni se n’è tenuta fuori, come Natura Sicula e il Comitato Bagali-Sabbuci-Baratti. Eppure le 4 sigle avevano sottoscritto congiuntamente un esposto alla procura di Siracusa, presentato a maggio per denunciare “i potenziali pericoli” di stoccare Gnl vicino le raffinerie.

Sostegno ricevuto solo da Decontaminazione Sicilia.

A questo combustibile che alimenterà le navi del futuro, richiesto dalle nuove norme internazionali, vengono “riconosciute ridotte capacità inquinanti” dagli stessi contestatoriMa in quel documento inviato alla magistratura, scrive Decontaminazione Sicilia, “hanno anche evidenziato che allocarlo in un’area ad elevata sismicità e a densa concentrazione di impianti industriali, è inconciliabile con le aspettative degli abitanti di un’area Sito di interesse nazionale“. Adesso è solo l’associazione presieduta dal professore Luigi Solarino, docente di chimica industriale, a “condividere e appoggiare l’iniziativa” dell’ex assessore al Porto. “Ritenendo sacrosanto il diritto della cittadinanza ad esprimersi su di un problema di così rilevante importanza per la sicurezza di tutti“.

Ma la denuncia era firmata anche da altri 3 comitati.

Non la pensano allo stesso modo gli altri firmatari dell’esposto in Procura. Ma la loro assenza ha ricadute diverse, nel variegato mondo della protesta ambientalista. Per la siracusana Natura Sicula e il melillelese Comitato Bagali può forse valere l’obiezione di fondo, che non ritengano opportuno immischiarsi nell’iniziativa partita da un esponente d’opposizione in un altro Comune. Un peso diverso è l’assenza di Stop veleni, che ad Augusta ha solide radici. E dove, nel pomeriggio del 22 dicembre, riproporrà in piazza Duomo il sit in “Magliette bianche“. Una manifestazione “voluta dal coordinamento nazionale dei Sin d’Italia”, alla quale “tutti i movimenti, le associazioni, i comitati che hanno a cuore la questione ambientale sono invitati a prendere parte perché da soli non ce la si fa“.

Stop veleni: solo un’iniziativa politica di Schermi.

Decontaminazione Sicilia però è stata lasciata sola, sul sostegno a un referendum che si inserisce nella problematica Sin. Stop veleni fa sapere di essere stata all’oscuro del documento dei “colleghi”. E che comunque non avrebbero aderito, considerandola un’azione prettamente politica da parte di Diem25. In sostanza più un’opera di disturbo all’amministrazione 5 Stelle da parte di un tenace oppositore, piuttosto che una battaglia seria. Nonostante Schermi, proprio sulle questioni ambientali, non ha mai fatto distinzione fra Comune e altri enti. Ad esempio ha sventato in extremis la cementificazione delle superstiti saline a Punta Cugno, mettendosi di traverso alla Adsp. O su Punta Izzo ha sostenuto il comitato per il parco naturale, andando contro i ministri della Difesa di 3 governi.

Giuseppe Schermi, consigliere Diem25 ed ex assessore al Porto

Quesito referendario Gnl: il Comune dia pareri negativi.

Per superare la diffidenza di un comitato del quale ha fatto parte, sia quando era assessore nella giunta grillina sia dopo aver lasciato il “moVimento“, evidentemente non è bastato che la consultazione popolare fosse chiesta con tutti i crismi. “Presento mozione per la votazione a maggioranza dei due terzi dei consiglieri comunali ai sensi del comma 7 articolo 58 dello Statuto comunale –recita il documento depositato alla segreteria del Comune –, per impegnare il sindaco a indire referendum consultivo sul seguente quesito: considerato che l’Autorità di Sistema portuale della Sicilia Orientale ha pubblicato un avviso esplorativo per realizzare un deposito costiero di stoccaggio di Gas naturale liquefatto, ritenete che il Comune debba rilasciare parere contrario alla realizzazione per tutto quanto di propria competenza?”.

Di Modica: basta enti applichino principio precauzione.

Fra l’altro Schermi ha diffuso alla stampa solo il nudo testo inviato al protocollo, senza accompagnarlo con l’usuale comunicato che fornisce una lettura politica alle sue iniziative. Fondati o meno i sospetti di iniziativa strumentale, Cinzia Di Modica boccia proprio l’idea stessa di interpellare gli elettori. “Sulla consultazione popolare, personalmente, penso che non ci sia la necessità di fare un referendum ma debba semplicemente essere applicato, da parte delle istituzioni, il principio di precauzione, non aggiungendo ulteriori rischi in un’area già ad alto rischio di incidenti rilavanti”. La posizione della portavoce augustana di Stop veleni è inconsueta, per un comitato che si caratterizza per il sistematico ricorso alla mobilitazione di piazza. Inoltre è in controtendenza con quanto accaduto nell’hinterland, per questioni simili al deposito di Gnl.

Cinzia Di Modica, portavoce augustana Stop veleni

Solarino: il precedente di 2 referendum rigassificatore.

Non sarebbe la prima volta che i cittadini dei Comuni dell’area Sin si esprimono con un referendum – ricorda Solarino. Accadde il 15 e 16 luglio del 2007 allorché i cittadini di Priolo Gargallo, attraverso un referendum consultivo, si espressero con il 98 per cento di No contro la realizzazione del rigassificatore Erg-Shell che doveva sorgere all’interno della zona industriale. Stessa cosa dicasi per i cittadini di Melilli che, il 26 aprile del 2009, si opposero sempre alla realizzazione del rigassificatore Erg-Shell con il 96,2 per cento”. Fra l’altro, sottolinea Decontaminazione Sicilia, proprio con le “istituzioni” di Augusta non è approdata a nulla la via della buona volontà (e di un quieto convivere che scivola verso la connivenza politica).

“Chiesta inutilmente presa di posizione dal Comune”.

“Abbiamo chiesto, attraverso la stampa, che l’amministrazione megarese e il consiglio comunale prendessero una chiara decisione sull’argomento a tutela degli interessi della cittadinanza. Abbiamo auspicato che la commissione consiliare permanente Servizi demografici e sviluppo economico, nell’approfondire la questione sull’eventuale insediamento di tale impianto, si pronunciasse. Ma non si è avuta nessuna risposta“. Ora Decontaminazione Sicilia “auspica che i consiglieri di maggioranza e di opposizione approvino la richiesta di indizione del referendum sull’impianto di Gnl, dando prova di avere a cuore le sorti della città e dei suoi abitanti”.

Moratoria Gnl chiesta da don Prisutto a ministro Costa.

Don Palmiro Prisutto, punto di riferimento per quest’area dell’ambientalismo d’assalto, lo scorso novembre aveva chiesto una moratoria direttamente al ministro Sergio Costa. Nel documento consegnato al titolare dell’Ambiente durante un colloquio privato concesso allo scopo, era espressamente invocato nessun altro impianto a grande impatto ambientale in una zona Sin (termovalorizzatori, inceneritori, rigassificatori, depositi Gnl e simili)”. Inoltre Legambiente aveva già proposto di spostare più lontano quei serbatoi da 15 mila metri cubi complessivi. Mentre per Decontaminazione Sicilia l’unica soluzione sicura è quella di piazzarli in mare aperto. Effetti di tutto ciò? Zero.

Adsp ha già avviato il bando per il deposito costiero.

L’Autorità portuale ha ignorato le proteste degli ambientalisti, guardando alla maggiore velocità ed economicità di una collocazione a terra. Confortata dalle assicurazioni degli operatori del settore, a fine settembre ha pubblicato un avviso esplorativo di manifestazione di interesse per la realizzazione e la gestione di un deposito“, che avrebbe sfruttato le corsie preferenziali in deroga a tutto offerte dalla Zona economica speciale. In poche parole, nei Palazzi se ne sono sbattuti degli ecologisti. Perciò Schermi ha deciso di battere la stessa strada seguita a Manfredonia, dove la popolazione ha fatto sentire la sua voce contraria con un referendum consultivo che la politica romana è stata costretta a non ignorare.

“Fiduciosi che M5s rispetti la democrazia partecipata”.

Decontaminazione Sicilia non ci ha pensato due volte ad appoggiare la mozione per la consultazione popolare, senza fare l’analisi del sangue a chi propone l’unica iniziativa che in grado di fermare – o almeno rallentare seriamente – l’iter già avviato. “E’ risaputo che il Movimento 5 Stelle è favorevole alla democrazia partecipata e siamo fiduciosi che, anche in questa occasione, si esprimerà a favore dell’indizione del referendum per la libera espressione della cittadinanza di Augusta“, scrivono questi ambientalisti lasciati in solitudine. Forse però sono troppo “fiduciosi” su ciò che è “risaputo”, anche se con molti di quelli interpellati hanno fatto strada insieme. Ma ciò era “prima”, ora una maglietta basta e avanza.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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