Tu sei qui
Home > ERROR404.ONLINE > McDonald’s Augusta, il Tar Catania: ecologisti non possono opporsi

McDonald’s Augusta, il Tar Catania: ecologisti non possono opporsi

AUGUSTA – “Il Tar ci ha dato ragione”, proclama il 30 settembre Giuseppe Di Mare, esternando in diretta social l’esultanza sulla sentenza McDonald’s. “Ma ragione de che?”, replicano causticamente gli ambientalisti al sindaco di Augusta. Perché la motivazione pubblicata dal Tar di Catania il 29 settembre, sull’opposizione presentata da Natura sicula contro il progettato fast food Usa nel palmeto del Comune, non si esprime affatto sulle contestazioni per le scelte dell’amministrazione. I giudici amministrativi, invece, si limitano a negare all’associazione ecologista il diritto di presentare un ricorso. Con motivazioni che fra l’altro invertono la giurisprudenza consolidata, circa la rappresentanza degli interessi collettivi in capo alle onlus che si occupano di ambiente. “Inammissibile per difetto di legittimazione“, scrivono infatti i magistrati, dopo la camera di consiglio riunita il 14 settembre. Argomentando la decisione con tesi non nuove per la terza sezione – già diverse volte avversa pure ai ricorsi di Legambiente – che potenzialmente “riscrivono” l’interpretazione delle norme sulle aree a verde pubblico.

PER APPROFONDIRE: Augusta cede il verde ma l’affare è per McDonald’s: Natura sicula va al Tar

“Natura sicula non è legittimata a interloquire tramite lo strumento giudiziario”.

sopra e sotto: le foto di Natura sicula presentate al Tar.

“Dalla visione delle fotografie prodotte in giudizio l’area appare prevalentemente incolta, inutilizzata ed abbandonata”, scrive il Tar. Definendola “popolata in buona parte da sterpaglie, seppur caratterizzata dalla presenza di alcuni alberi posti prevalentemente al margine”. La sentenza parla di “esigenza che anche il Collegio ritiene condivisibile nel merito“, riguardo “il generico e diffuso interesse a preservare alcune specie arboree, presenti in modo marginale nel sito in esame”. Ma questo non lo ritiene comunque sufficiente, affinché Natura sicula “possa comunque fondare una legittimazione ad agire a 360 gradi”. I giudici si spingono oltre, ritenendo come “non ammissibile” quella che definiscono “una sorta di ‘azione popolare‘, esperibile a tutela di qualunque forma vegetale presente in ogni tipologia di ambito, pubblico o privato”. Secondo il tribunale amministrativo di Catania, quell’area di circa 6.300 metri quadrati antistante il Palajonio, “non potrà mai essere una zona a verde“. Quindi gli ambientalisti non hanno titolo per opporsi in tribunale alle scelte dell’amministrazione, perché “l’associazione è sorta per tutelare parchi o zone di interesse paesaggistico/storico/artistico, ma non è legittimata a interloquire tramite lo strumento giudiziario sull’uso di aree che non presentano alcuna di quelle connotazioni”.

PER APPROFONDIRE: Fast food Augusta, un McDonald’s su un’area verde del Comune

“E’ un’area incolta, non sussiste legittimazione a tutela della qualità della vita nella zona”.

Secondo il Tar, in capo agli ambientalisti “non sussiste nemmeno la proclamata legittimazione a tutelare la ‘qualità della vita‘ nella zona interessata – in tesi depauperata di ogni spazio verde a vantaggio di una diffusa edificazione – dato che il lotto di terreno in esame non è di fatto né un polmone verde, né un giardino pubblico, ma un’area incolta”. Cioè, se le amministrazioni abbandonano per anni il boschetto di rare palme nane, poi si può decidere legittimamente di estirparle per fare il parcheggio di un McDrive. Anche se la cementificazione sarà probabilmente a cura e spese di una srl catanese, socia in franchising con McDonald’s Italia per i fast food di Sicilia e Calabria. La quale, dopo 30 anni (rinnovabili) di concessione piena dei diritti proprietari, cederà tutto al Comune. In sostanza, secondo il tribunale amministrativo, nelle cosiddette zone F si può far tutto quanto sia di interesse generale“. Categoria che ai sensi della legge del 2001 richiamata dalla sezione di Catania, comprende “attrezzature sociali di livello urbano o comprensoriale: per l’istruzione superiore all’obbligo o per la cultura; per parchi e sport; varie d’interesse collettivo (sanità, assistenza, religiose, amministrazione pubblica, servizi)”. Non sono contemplate le paninerie trendy, ma una sentenza del Consiglio di stato nel 2001 ha ampliato il concetto di “opere di interesse generale”. Includendovi “supermercati, strutture alberghiere, stazioni di servizio, banche, discoteche“.

PER APPROFONDIRE: Augusta, minoranza compatta: in aula il McDonald’s che parla “catanese”

Difesa del Comune: fast food “trainerebbe impianti sportivi (ad esempio campi di padel)”.

L’amministrazione sostiene il valore sociale di un McDonald’s all’ingresso della città. La memoria difensiva del Comune, infatti, dice testualmente:“L’insediamento che si andrebbe a realizzare detiene il connotato dell’interesse collettivo, proprio perché l’attività commerciale trainerebbe la realizzazione d’impianti sportivi di quartiere (ad esempio campi di padel) e centri sociali perfettamente in linea con gli oneri di urbanizzazione secondaria dell’area, trascurata e priva di manutenzione presente tutt’oggi”. Lo studio legale che ha incaricato controbatte passo passo anche le altre contestazioni di Natura sicula. Fra queste la necessità di una votazione del consiglio, invece che la semplice deliberazione della giunta, per la cessione di un diritto di proprietà su un bene del patrimonio comunale. Ma il tribunale amministrativo non affronta l’argomento. Laddove il collegio giudicante interviene nel merito, invece, è per negare agli ambientalisti persino la legittimità a partecipare alla ipotetica gara per la gestione dell’area.

PER APPROFONDIRE: Augusta, McDonald’s si mangia la maggioranza: La Ferla annuncia l’uscita

Di Mare:“Non ci rallenta nessuno, faremo questo regalo ai bambini e alle famiglie”.

Una gara che in realtà il Comune non ha mai indetta, perché venne pubblicata solo una manifestazione di interesse dall’oggetto vago. Mesi dopo è saltata fuori una bozza di convenzione con la multinazionale americana. Gli ecologisti contestano quell’affidamento diretto, su una proposta arrivata dopo la scadenza del primo avviso ai potenziali interessati. Sostenendo inoltre che avrebbe partecipato a un regolare bando, col progetto di un polmone verde a servizio del quartiere. Ma secondo il Tar di Catania in quel terreno “possono essere realizzati solo interventi conformi al piano regolatore, che non prevede in loco verde pubblico“. Natura sicula, come suggeriscono la ragione sociale oltre che lo statuto, invece non si occupa di fast food né di altre remunerative attività imprenditoriali. E sicuramente non è assimilabile a investitori che il sindaco ha definito imprenditori così importanti, di quelli che non trovi in tutti i paesi”. Quindi, argomentano i giudici catanesi negando il giudizio all’associazione senza scopo di lucro, “la onlus non avrebbe potuto prendere parte alla procedura per evidenti limiti del proprio oggetto sociale”. Commentando la sentenza in diretta social, il primo cittadino ha proclamato che “a noi non ci rallenta nessuno”. Definendo inoltre la realizzazione del McDonald’s, come “un regalo che faremo alle nostre famiglie e ai nostri bambini“.

PER APPROFONDIRE: Augusta, una diffida porta in consiglio il McDonald’s dove “tutti fanno tutto”

Ambientalisti condannati alle spese, il sindaco:“Pagheranno ogni singolo euro”.

Il tribunale amministrativo ha pure condannato gli ambientalisti al rimborso delle spese processuali, “liquidate in euro 2.500 oltre accessori di legge”. Di Mare ha subito avvisato che “chiederemo fino all’ultimo centesimo, per devolverlo alle associazioni che fanno volontariato per la città”. Ma prima di finanziare le onlus più “collaborative” coi risparmi degli ambientalisti ostici, forse dovrà aspettare il Cga. Le motivazioni addotte dal Tar, infatti, vanno oltre la realizzazione del McDonald’s al posto del palmeto. Affermando il “difetto di legittimazione” alle associazioni ambientaliste, di fatto si cancellano la possibilità di opporsi in via giudiziaria contro ogni cementificazione decisa dalle amministrazioni. Lasciando la possibilità solo ai proprietari confinanti, o alle società escluse da una gara, e negandola ai portatori degli interessi collettivi sulla gestione dell’ambiente. Basta la corposa rassegna stampa di Natura sicula per verificarne la rappresentanza sostanziale, a prescindere da un giudizio formale di primo grado, che fra l’altro non si può ancora considerare definitivo. Fra l’altro l’associazione si finanzia con le collette dei suoi iscritti, anche per i ricorsi in tribunale. Per questo il crowfounding annunciato per andare in appello, potrebbe rivelarsi un sostanziale giudizio popolare. Perché un conto è considerare chi si mette le mani in tasca, un altro calcolare chi si limita a mettere gratuiti like.

PER APPROFONDIRE: McDonald’s Augusta, diffida ambientalista: verde pubblico non è fast food
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

Lascia un commento:

Top