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Augusta cede il verde ma l’affare è per McDonald’s: Natura sicula va al Tar

AUGUSTA – Neanche il tempo di discuterlo a Palazzo San Biagio, che il McDonald’s di Augusta finisce a Palazzo di giustizia. A portarlo nelle aule del tribunale amministrativo è Natura sicula, che ha presentato un ricorso contro il fast food nel palmeto del Comune, proprio due giorni prima il dibattito consiliare convocato per il 23 marzo. Insieme a Legambiente, l’associazione aveva già chiesto la revoca della convenzione con la multinazionale. Ma quando l’amministrazione ha ignorato la loro diffida del 14 febbraio, gli ambientalisti si sono rivolti al Tar di Catania. Chiedendo di annullare la delibera di giunta, con la quale si dava via libera alla cementificazione di un’area comunale destinata a verde pubblico. Un atto adottato il 26 gennaio scorso senza passare dal consiglio, che secondo i ricorrenti era l’unico competente ad approvarlo. E arrivato in porto con un iter lampo, che secondo la memoria dell’avvocato Sebastiano Papandrea presenterebbe molti buchi procedurali. L’esposto solleva inoltre alcuni dubbi sulla convenienza economica per l’Ente, che il dibattito d’aula non ha chiarito fino in fondo, in un accordo che l’opposizione sospetta essere interamente stato imbastito dagli investitori.

PER APPROFONDIRE: Augusta, una diffida porta in consiglio il McDonald’s dove “tutti fanno tutto”

I sospetti ambientalisti sulla proposta di un fast food subito accolta senza bandi.

Ad alimentare i sospetti di una decisione pilotata in partenza è stata la manifestazione d’interesse, che nel giugno 2021 contemplava “esclusivamente un’indicazione per orientare la formulazione degli eventuali futuri bandi“. Bandi che poi non ci sono stati, perché Palazzo di città ha subito accolto la proposta di un ristorante con parcheggi, arrivata dalla filiale italiana di McDonald’s. Un’offerta fra l’altro presentata il 15 settembre, “dunque a distanza di oltre 50 giorni dalla scadenza del termine“, fa notare il ricorso di Natura sicula. L’avviso “di pura indagine esplorativa“, infatti, scadeva il 22 luglio e non era mai stato prorogato. L’associazione perciò contesta “l’assenza di adeguata istruttoria”. E lamenta “la aperta violazione dei principi di concorrenzialità“, che le hanno impedito di poter partecipare alla gara, con una proposta di valorizzazione del terreno a ridosso del Palajonio. Ovviamente più rispettosa dei “peculiari caratteri paesaggistici propri dell’area”, dove “deve rilevarsi la presenza al suo interno di un boschetto di palma nana (Chamaerops humilis), meritevole di protezione trattandosi di una specie vegetale di particolare pregio naturalistico“.

PER APPROFONDIRE: Augusta, minoranza compatta: in aula il McDonald’s che parla “catanese”

Ecologisti: delibera non spiega i motivi e lascia oscuri i criteri per il calcolo del canone.

Massimo Sulano, capo ufficio tecnico Urbanistica.

Il Comune invece ha optato per un progetto che prevede la completa “rimozione della vegetazione” esistente. Per metterci al suo posto 4.500 metri quadrati di parcheggi, a servizio del bar-ristorante da 500 metri quadri. Di pubblico resta un fazzoletto di 900 metri quadrati, dove la società realizzerà un parco giochi e un campetto di minibasket. “Manca nella delibera di giunta impugnata ogni qualsivoglia riferimento ai motivi della decisione, di cedere a un privato il diritto reale di superficie su un bene vincolato ad ‘attrezzature d’interesse generale’, né tanto meno viene motivata la scelta d’imprimere a tale concessione una durata trentennale, così come oscuri rimangono i criteri di calcolo posti a base della determinazione del canone di concessione“. Il rilievo avanzato dal ricorso di Natura sicula, però, una risposta la può cercare negli archivi comunali. Dove si trova depositata, accompagnata da una inconsueta dichiarazione di riservatezza“, la manifestazione d’interesse avanzata dalla “McDonald’s Development Italy LLC”.

PER APPROFONDIRE: Fast food Augusta, un McDonald’s su un’area verde del Comune

Triberio rivela l’accordo riservato: nessuna trattativa, importi stabiliti dalla multinazionale.

Il documento dove la multinazionale “formula espressa istanza di non pubblicazione e di diniego all’accesso agli atti, è stato reso pubblico da Giancarlo Triberio durante la seduta consiliare. Dal contenuto salta fuori che è la stessa società a fissare i tempi del contratto e l’ammontare dell’affitto, calcolato sul tetto massimo del 5 per cento sul fatturato stimato. Quest’ultimo è previsto in una forbice compresa fra i 2 e i 3 milioni e mezzo di euro. I 45 mila annui che McDonald’s offre per la locazione, e l’amministrazione accetta senza contrattare, rientrano nella sua “sostenibilità economico-gestionale” solo se l’area le viene ceduta per almeno 30 anni. “Ma non tutti verranno incamerati dalle casse municipali”, avverte il capogruppo d’opposizione nel suo intervento. Infatti, “tale cifra comprende il canone di manutenzione ordinaria dell’area verde attrezzata, prevista all’interno del lotto”. Sono “9 mila euro in meno”, che il bilancio comunale non incassa sotto forma di contanti.

PER APPROFONDIRE: McDonald’s Augusta, diffida ambientalista: verde pubblico non è fast food

Niciforo: parcheggi e parco giochi finanziati da esenzioni accordate? Ma vale per tutti.

La documentazione resa pubblica da Giancarlo Triberio.

“E non sono i soli, perché parco giochi e servizi pubblici vengono di fatto finanziati dalla esenzione dei costi di costruzione e degli oneri di urbanizzazione“, aggiunge Triberio. Marco Niciforo gli replica, facendo notare che “sono sgravi previsti dalla normativa e valgono per tutti”. Ma nonostante la spiegazione tecnica del capogruppo di maggioranza, è comunque passato il messaggio che l’affare per il Comune risulta inferiore alle cifre sbandierate dai sostenitori dell’amministrazione. “Non è stato invitato nessuno degli investitori, in grado di darci garanzie su quanti posti di lavoro sarebbero creati e quali contratti verrebbero applicati”, dice ancora il consigliere di minoranza.

Ambientalisti e investitori non invitati in aula, Stella: non servono, delibera è già adottata.

Alla seduta era stata chiesta espressamente pure la presenza degli ambientalisti e delle società sportive. Trattandosi di un’area del Comune destinata a verde pubblico, ha ragionato in sostanza la grillina Roberta Suppo, servivano a farsi un’idea sui reali bisogni della collettività. Ma Marco Stella ha tenuto fuori dal dibattito d’aula pure loro. “Perché non c’era da chiarirsi le idee su qualcosa ancora da deliberare, come fatto in altre occasioni, bensì solo da rispondere ai quesiti dei consiglieri su una delibera già adottata”, spiega il presidente del consiglio. Esercitando le sue prerogative, evita all’amministrazione un processo di piazza. Facendo però apparire la questione ambientale sull’uso del territorio, come una problematica aggirata mettendola davanti il fatto compiuto. Fra l’altro grazie a un atto che in partenza veniva presentato come una “pura indagine esplorativa tesa ad acquisire idee progettuali, da porre alla base dei successivi percorsi procedurali di valorizzazione dell’area in oggetto e del contesto di riferimento”.

Piante valutate 80 milioni di vecchie lire scambiate con 70 posti auto e mezzo campo di basket.

La palme nane da estirpare per far posto al fast food (foto Natura sicula)
copertina: il progetto del McDonald’s di Augusta.

Assente Natura sicula a difenderli, i contenuti del ricorso circa competenze di giunta e violazioni del piano regolatore sono stati ripresi dall’opposizione. Urbanistica e Segreteria generale hanno invece ribadito la piena regolarità della delibera contestata. Spetterà perciò al Tar l’ultima parola sulla legittimità amministrativa degli atti. Lo daranno invece gli elettori il giudizio sull’opportunità di rinunciare a un palmeto, sia pure abbandonato da vent’anni, il cui valore da vivaio era stimato negli anni Novanta intorno a 80 milioni di lire. Estirpato anziché recuperato, per avere in cambio un posteggio da 70 posti auto adiacente quello molto più ampio del Fontana; mezzo campo di basket dotato di un solo canestro; qualche scivolo e un paio di giostrine. Nonché, a fine locazione, la proprietà di un prefabbricato da 500 metri quadrati che magari potrebbe costare meno ricostruire che riadattare. Nel dibattito si sono scontrati due punti di vista inconciliabili, non necessariamente legati al gioco delle parti maggioranza-opposizione. Da un lato, chi guarda al verde come un bene prioritario per la collettività: dall’altro, chi vuole innanzitutto rilanciare l’economia cittadina.

Amato: fast food attaccato al Palajonio è monopolio ristorazione legata a eventi sportivi.

“Nessuno contesta a McDonald’s il diritto di investire, ma perché proprio in quella zona adiacente il Palajonio, che di fatto le assegna il monopolio della ristorazione legata a eventi sportivi?”. Alla domanda di Corrado Amato si è aggiunta quella di Triberio sulla velocità di una proposta “concretizzata in 3 mesi, quando la pratica di un normale cittadino resta in istruttoria molto più tempo”. L’osservazione di Suppo che “le multinazionali possono prendersi aree private, anziché sottrarre quelle pubbliche”, conclude il punto di vista di chi pensa che gli americani l’abbiano fatta da padrone. Magari per conto di un gestore catanese cui poi affidare il tutto in franchising, col Comune sostanzialmente ridotto ad assecondare il loro business. A indebolire l’incisività dei loro argomenti, però, ci sono i vistosi vuoti nei banchi della minoranza. In 9 avevano voluto il dibattito consiliare, ma in aula se ne sono presentati solo 5.

Di Mare: orgoglioso risposta cittadini e bambini sono entusiasti, mi chiedono quando apre.

rendering del fast food.

Sottolineando che si tratta di “un’area abbandonata dagli anni Novanta”, Giuseppe Di Mare definisce “imbarazzanti alcune sottoscrizioni”, con riferimento ai consiglieri di opposizione che se ne erano infischiati quando erano loro gli amministratori. “Mi fido totalmente dei miei collaboratori“, puntualizza inoltre il sindaco, senza entrare direttamente sugli aspetti procedurali. Dall’esperienza maturata nei lunghi anni in cui è stato tenace consigliere d’opposizione, intuisce che gli avversari possono far apparire l’intera questione come un colpo di mano dai contorni ambigui. Perciò lascia al capo ufficio tecnico Massimo Sulano, e al segretario Sebastiano Marano, il compito di garantire sulla regolarità degli atti. A sé il primo cittadino riserva la difesa del risultato amministrativo:“Sono orgoglioso che Augusta torna a essere appetibile alle aziende internazionali“. Di Mare vanta inoltre la popolarità di portare un McDonald’s sotto casa:”Sono orgoglioso della risposta dei cittadini“. E quasi a rimarcare la distanza fra una maggioranza pop entusiasta per il fast food trendy, e una minoranza radical-chic ancorata all’idea che “verde pubblico” del Comune va inteso in senso letterale, il sindaco conclude:“Ne ho parlato coi bambini, sono entusiasti. Mi chiedono: ma quando apre?”.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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