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Forestiere e Mangano per l’Ars, Augusta prova il poker senza assi

Ultimo aggiornamento mercoledì, 7 Settembre, 2022   19:42

AUGUSTA – Alla fine sono diventati 4 gli augustani in corsa per l’Assemblea siciliana. A Marco Bertoni, il primo a comunicare la sua candidatura con Cateno De Luca nella lista Sindaco di sicilia, il 26 agosto si sono aggiunti Pietro Forestiere con Fratelli d’italia, il consigliere Manuel Mangano coi renziani di Italia viva, e Deborah Marino coi leghisti di Prima l’italia. Un cinquantenne, un quarantenne e un ventenne, insieme all’unica donna in lista con un grande partito, impegnati nella mission impossible di un seggio a Palazzo dei Normanni. Infatti il taglio dei posti disponibili, insieme alla forza delle coalizioni, porterà di fatto a Palermo solo il primo classificato dei cinque simboli più votati. E per tutti sarà un’impresa scalare il gradino più alto del podio, vista la caratura dei competitor interni. Ma nulla è mai scritto prima del tempo, e poi la città costituisce un bacino elettorale consistente: se solo Augusta votasse, appunto, compatta un suo concittadino. Cosa che dai tempi irripetibili di Innocenzo Galatioto, non accade più dal secolo scorso. Perciò tutti dovranno sfiancarsi per pescare altrove, e raccogliere il più possibile dell’elettorato locale. Un’impresa che per qualcuno sembra più a portata di mano, rispetto ad altri. Sempre che riesca a mettere a frutto il mese scarso di campagna elettorale, visto che nessuno ha lavorato per tempo alla candidatura. Materializzatasi dal giorno alla notte solo a poche settimane, se non addirittura a pochi giorni dal termine ultimo per la presentazione.

PER APPROFONDIRE: Augusta, chiacchiere e distintivo ma nessun candidato alle regionali

Pietro Forestiere in lista Fdi con la spinta della dirigenza storica, il secondo posto vale il seggio.

Pietro Forestiere alla destra di Giorgia Meloni.

Sulla carta sembra Forestiere l’augustano con più chance di giocarsela. Il capolista Luca Cannata è accreditato come un’inarrestabile macchina da voti, ma corre all’Ars contemporaneamente all’uninominale della Camera, oltre che in cima all’elenco nel proporzionale. In sostanza sta sulla scheda regionale per tirare più voti possibili al simbolo di Giorgia Meloni, perché il suo vero interesse si appunta invece su Montecitorio. In Fdi è il secondo posto quello che vince l’intera posta in palio, e appare alla portata del quarantenne dirigente nazionale. Il suo nome sulla scheda è già stato un mezzo successo, perché ha coagulato l’intera dirigenza provinciale. Chi ha attraversato il deserto dopo che si è sfasciata la Casa delle libertà, ha rivendicato la propria storia alla segreteria regionale. Puntando sul figlio dell’ex deputato Puccio, che nella Destra è cresciuto senza mai schiodarsi. La svolta simil-centrista imposta dalla leader e alimentata dall’ex sindaco di Avola, si è dovuta arrendere all’amor proprio della vecchia guardia. Che adesso avrà modo di contarsi per affermarsi, o mettersi definitivamente da parte, se i cannatiani locali dovessero far scontare nelle urne il no subito dall’ex assessore Cosimo Cappiello.

PER APPROFONDIRE: Sindaco Augusta, Fdi e la sit-com delle segreterie sul leghista Casertano

Marco Bertoni, in Sindaco di sicilia punta sull’effetto traino dell’istrionico Cateno De Luca.

Marco Bertoni a sinistra di Cateno De Luca.

Anche Bertoni punta sull’effetto traino, accreditato all’aspirante presidente Cateno De Luca. L’ex sindaco di Messina è in campagna elettorale da mesi, girando in lungo e largo la regione. Alle ultime amministrative, ogni Carneade che ha candidato a primo cittadino è stato eletto sul velluto. Nella città dello Stretto, un suo sconosciuto dirigente comunale ha fatto carta straccia delle coalizioni, e dei loro sondaggi ottimistici. L’ex consigliere di Brucoli, apprezzato chef in un rinomato villaggio turistico, tuttavia se la dovrà vedere con l’avolese Mariano Ferro. Il leader dei Forconi è però in forte ribasso, l’alfabeto lo ha messo dietro il capolista augustano, e inoltre la piazza avolese è troppo affollata per ricavare consensi significativi. Così il cinquantenne ristoratore ci prova, contando sul vecchio elettorato che per due volte lo portò in consiglio negli anni Novanta; oltre che nel volontariato della Protezione civile, dove bazzica da anni anche con ruoli di responsabilità, e nei vecchi colleghi delle strutture turistiche nella zona sud. Pure per il brucolano, la candidatura all’Ars è arrivata all’ultimo momento. E come ogni augustano in campo dovrà vedersela col fuoco amico, che nel suo caso è Augusta vera dell’ex consigliere grillino Nilo Settipani, il quale punta esplicitamente sul siracusano Enzo Nicastro.

PER APPROFONDIRE: De Luca si affida allo chef per cucinare Augusta: Bertoni in lista Ars

Manuel Mangano in Iv, sfida fra il consigliere della grande Augusta e il sindaco della piccola Ferla.

Manuel Mangano al centro della protesta per l’acqua torbida.

Mangano si gioca tutto sul “fattore Augusta”, e sul vuoto di candidati locali sia nell’area centrista, che nel centrosinistra schierato con Caterina Chinnici. Il suo aspirante presidente Gaetano Armao non tira più di tanto, ma la coalizione di Carlo Calenda e Matteo Renzi può rivelarsi una bomba a orologeria, messa com’è in mezzo alle ali del Parlamento. Alle amministrative di Roma, e a quelle più recenti di Palermo, ha fatto numeri notevoli e inattesi. L’election day che abbina le regionali alle politiche può rivelare sorprese a quegli addetti ai lavori che considerano l’Ars più una competizione fra gruppi di clientele, piuttosto che di programmi per il governo della Sicilia. La scia delle elezioni parlamentari capace di far scattare un seggio, però, potrebbe non essere poi fruita dal consigliere augustano di minoranza. La contestuale candidatura di un sindaco come Michelangelo Giansiracusa, per quanto Ferla sia piccola, è pur sempre una montagna da scalare. Praticamente invalicabile, se lo sostiene l’amministrazione di Siracusa guidata da Francesco Italia. Ma quando si hanno poco più di vent’anni, le sfide impossibili non appaiono tali, e talvolta la fortuna coniugata alla simpatia giovanile aiuta gli audaci. Male che va, un secondo posto resta sembra un eccellente biglietto da visita per il futuro in Iv.

PER APPROFONDIRE: Sit in anti Ong, Art1 e Iv: sindaco inerte, Augusta non è Casa Pound

Prima l’italia: Pippo Gianni rinuncia, spazio a Deborah Marino. Peppe Carta incognita per tutti.

Peppe Carta presenta sua lista alle comunali.
copertina, Sala d’Ercole sede del Parlamento siciliano.

Su Marino i corridoi della politica raccontano che è arrivata nella lista Prima l’italia dopo il passo indietro di Pippo Gianni, che l’ha indicata quando si è materializzata la sua rottura con l’Udc, inglobata nella Dc Nuova di Totò Cuffaro. Il sindaco di Priolo ha dato indicazioni ai suoi capi elettori di puntare sull’ex deputato Enzo Vinciullo, magari sperando che la sua elezione possa a sua volta farlo tornare assessore regionale, nell’ipotetica vittoria del forzista Renato Schifani. A incidere pesantemente sulle speranze di seggio per l’augustana c’è inoltre l’altro competitor leghista, Giovani Cafeo, deputato uscente e attivissimo segretario della commissione Attività produttive all’Ars. L’unica concittadina a caccia del voto di genere, comunque, non è la sola che si trova con l’elettorato potenziale saccheggiato da un papa straniero. Al netto delle truppe cammellate che ogni leader provinciale conta in zona, grande o piccolo che sia, gli addetti ai lavori si interrogano sull’effetto Peppe Carta. Il sindaco di Melilli riconfermato con una valanga di voti alle recenti comunali, a giugno era “da sempre in Forza italia“. A luglio ha fatto in diretta streaming la conferenza stampa di adesione al Partito democratico, per far vincere Chinnici alle primarie del centrosinistra. Ad agosto si candida all’ultimo momento col Mpa che sostiene il diretto avversario del centrodestra. Un trasformismo da manuale che forse fa storcere in naso a meno elettori di quanto si possa immaginare, specie se ad Augusta una mano dovesse arrivare da Palazzo di città.

PER APPROFONDIRE: Palio Ars, sindaci al galoppo: Gianni su Lega, Carta su Pd, Di Mare al palo
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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