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Fdi spinge Forestiere jr all’Ars, Napoli: il deputato fa comodo a tutti

AUGUSTA – “Dove eravamo rimasti”. Pietro Forestiere inizia citando Enzo Tortora, il 7 settembre a Palazzo San Biagio, per presentare la sua candidatura-rivincita all’Assemblea siciliana. Dopo il voltafaccia del partito regionale nella mancata corsa a sindaco di Augusta, in quelle amministrative 2020 dove non ci fu nemmeno una lista col simbolo, stavolta la storica nomenklatura Fdi si mostra compatta intorno al giovane dirigente nazionale. E dopo averne praticamente imposto la collocazione in lista, bloccando la cannibalizzazione tentata dalla stella cometa di Luca Cannata, ora si gioca tutte le carte per portarlo a Palazzo dei Normanni. Così nell’auditorium comunale sono calati a dare manforte sia il coordinatore provinciale Giuseppe Napoli, che il vicecoordinatore regionale Salvo Sallemi. Il quale essendo candidato all’uninominale Senato per il destra-centro, piuttosto che per racimolare preferenze a una coalizione lanciata dall’inerzia, sembra arrivato per portare acqua al mulino dell’augustano. Nel definirlo “uno della prima ora”, c’è il condensato di una sponsorizzazione sostenuta dall’intero direttivo provinciale alla vigilia di Ferragosto, quando sembrava che dal treno di Giorgia Meloni volessero far scendere chi ci viaggiava fin da quando aveva carrozze a scartamento ridotto “del 1,9 per cento”. A fine serata Sallemi scriverà un post dove si parla di “bella emozione” riguardo la “platea entusiasta”, ma soprattutto si puntualizza che “il partito ha premiato chi è sempre stato dalla stessa parte“.

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Inzolia: progetto trasversale, parla la sua attività di editore equidistante e imparziale.

Puccio Forestiere e Enzo Inzolia.
copertina, da sinistra: Pietro Forestiere, Salvo Sallemi, Marco Failla.

La sala dedicata a don Paolo Liggeri, sopravvissuto ai campi di concentramento nazi-fascisti, non è al massimo della capienza. Ma i vecchi Fratelli d’italia ci sono tutti, anche nel nuovo corso in camicia chiara. Il tributo al passato nostalgico è solo il rituale inno nazionale, cantato prima di iniziare i lavori. Poi il coordinatore cittadino Enzo Inzolia parla di progetto trasversale“. Portando a esempio l’attività imprenditoriale del trentottenne editore della Gazzetta augustana, definita “comunicazione equidistante e imparziale”. Certo, mancano i volti a sorpresa in platea, necessari a misurare l’andamento nella borsa delle potenziali preferenze. Spiccano solo due protagonisti dell’ultimo congresso Pd cittadino, defilati ma non troppo, presenti anche se chiacchierati di attuali simpatie per il Mpa. Ma non significa necessariamente che scarseggino le possibili “Opa” elettorali; anzi, stavolta l’adunata oceanica servirebbe relativamente. Perché il vero messaggio a elettori, e capi-elettori, è un altro: se dopo mezzo secolo qualcuno ce la può fare ad arrivare a Palermo partendo dalla Porta Spagnola, questi è il primogenito dell’ex deputato Puccio. In grado di sfruttare la scia dei sondaggi, e l’alchimia delle doppie candidature che fa diventare vincente chi arriva secondo nella lista per l’Ars, dietro l’onnipresente Cannata. Così il vero programma elettorale è un appello tacito alla lungimiranza, piuttosto che il solito bouquet di promesse ecumeniche.

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“Prima battaglia sul depuratore”, ma su Pietro l’incognita ruggini di ex Msi col padre Puccio.

Pietro Forestiere.

Infatti l’intervento programmatico del protagonista è stringato, focalizzato soprattutto sulla questione ambientale. “La prima battaglia che porterò avanti è sul depuratore cittadino, la cui mancanza non è più tollerabile”, dice Forestiere. Poi si impegna pure a potenziare le strutture dell’Arpa, dotandole di personale e mezzi necessari “a dare risposte certe in tempo reale” in caso di potenziale disastro ambientale, come la nube nera che ha avvolto la zona industriale durante l’incendio alla Ecomac. Il cuore dell’intervento però restano le sottolineature: una dirigenza Fdi che “si è formata nel culto della comunità“; che “a Palermo è dove si fanno gli interessi della comunità locale“. Il “vinciamo insieme” conclusivo sintetizza un ragionamento lapalissiano in teoria, ma un po’ meno nella pratica politica locale. Dove alla vecchia abitudine di cercare sempre un papa straniero, si aggiunge spesso e volentieri la rivalsa fine a sé stessa, partorita da passate e mai sopite ruggini. Per il candidato più accreditato di seggio, diventa paradossalmente il primo banco di prova farsi accettare come erede di una comune radice politica, piuttosto che continuatore di una vecchia faida fra gli epigoni del Movimento sociale.

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Il nuovo corso elettorale moderato Fdi e “una storia iniziata 77 anni fa accendendo la Fiamma”.

Giuseppe Napoli.

Un’ombra, quella del Msi, che Forestiere junior sta molto attento a non evocare in alcun modo. Ci pensa invece Napoli a proiettargliela, prima arrivando a San Biagio indossando una t-shirt blu scura quasi nera, e poi con un intervento che in pochi minuti riporta a galla il passato. Parla di “Pietro sempre uomo di Destra“, e successivamente lo lega a “una storia iniziata 77 anni fa accendendo la Fiamma“. Proprio quella rimproverata al fondatore Giorgio Almirante come simbolo di neo-fascismo, già ai tempi del Pci e ora pure dal Pd, che il coordinatore provinciale Fdi definisce Partito democratico che non ha niente di democratico”. Bollandolo inoltre come “costruttore di fake news“, e tacciandolo di “toni aggressivi perché ha paura di perdere”. Alla personale rilettura del quadro politico non sfugge nemmeno Mario Draghi: che non è caduto per la sfiducia arrivata dagli alleati di Lega e Forza italia, aggregatisi per l’occasione ai 5 Stelle. Bensì, il presidente del consiglio “ha abbandonato la nave dopo non essere riuscito a farsi eleggere presidente della Repubblica“.

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Bilancio negativo di Musumeci contro sondaggi in salita, Failla: il 26 festeggeremo Forestiere.

Anche sul tema Ars, Napoli va per le spicce. “Avere nel proprio Comune un deputato regionale fa comodo a tutti”, dice. Esternando un ragionamento che probabilmente deve essere stato fatto anche a Palazzo di città, visto che sono cessate di botto le voci su suggerimenti ai propri elettori orientati verso Fratelli d’italia, a votare un “cugino” di fuori piuttosto che il “fratello” locale. Comunque, la foga tribunizia tradisce il coordinatore provinciale, che si lascia sfuggire come “in questo territorio c’è bisogno di tanto”. Poi si ricorda che per 5 anni la Sicilia è stata governata dal loro candidato senatore Nello Musumeci, e aggiusta il tiro aggiungendo che col presidente sottratto al giudizio elettorale sul bis, “si è già cominciato”. In cerca di un appiglio per rimettersi in equilibrio, si aggrappa sul sicuro:“Potenziare la sanità“. Ma questa è stata tenuta da un fedelissimo del governatore, Ruggero Razza, ora significativamente rispedito alla professione privata. Così, per raddrizzare la sbandata su un bilancio amministrativo che involontariamente sta certificando al negativo, aggiunge che l’assistenza sanitaria deve essere “un punto focale di qualsiasi schieramento“. Comunque poco importa alla platea. Il clima non è quello della tensione competitiva, ma della paziente attesa di sbrigare la necessità burocratica dell’election day. Gli dà voce il coordinatore provinciale dei giovani, Marco Failla, quando mette da parte la scaramanzia e proclama che “il 26 festeggeremo l’elezione di Forestiere”.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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