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De Luca si affida allo chef per cucinare Augusta: Bertoni in lista Ars

AUGUSTA – Augusta ha il suo primo candidato all’Assemblea siciliana. “Il coraggio di metterci la faccia” nella difficile corsa alle regionali lo rivendica testualmente Marco Bertoni, punto riferimento in città dell’aspirante governatore Cateno De Luca. Il quale, racconta il candidato augustano, lo ha “fortemente voluto” proprio nella lista col suo nome e l’appellativo sindaco di Sicilia“. Non sarà l’unica che il vulcanico ex primo cittadino di Messina metterà in campo, ma “certamente è quella che più richiama il progetto politico del probabile presidente”. Una puntualizzazione che vuole sottintendere le chance di elezione all’Ars, per un outsider ripescato dalla politica degli anni Novanta. Quando per due volte fu eletto in consiglio comunale, nelle liste del Partito popolare italiano, a sostegno del sindaco Pippo Gulino. Dopo quell’esperienza, l’ex consigliere della frazione di Brucoli è rimasto incollato agli ambienti politici, ma senza giocare in prima linea. Alle ultime regionali si era speso parecchio per Nichi Paci, che aveva sfiorato il seggio nonostante la ventata 5 Stelle. Poi ha tentato il ritorno da protagonista alle amministrative del 2020, accreditandosi per una sindacatura coi gilet arancioni, poi rientrata per sostenere nuovamente l’ex primo cittadino degli esordi. Ora arriva l’opportunità di centrare il colpaccio con l’istrionico messinese, che ha sponsorizzato quando ancora veniva considerato dalle coalizioni “serie” come un personaggio folkloristico, piuttosto che un insidioso concorrente a Palazzo d’Orleans.

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“Cateno folkloristico? Un errore di valutazione cui ero caduto anch’io, invece è molto preparato”.

sopra e copertina: Cateno De Luca con Marco Bertoni.

“Un errore di valutazione in cui anch’io ero caduto, fino a quando non ho avuto modo di frequentarlo e scoprire che è molto preparato”, racconta Bertoni. Che si era dato subito da fare per portare ad Augusta lo scaltro De Luca, e allargarne il comitato elettorale. Operazione sostanzialmente fallita riguardo l’arruolamento di ceto politico, che ha preferito nicchiare in attesa degli eventi, fino a quando questi non sono precipitati in un election day con le politiche cha ha spiazzato tutti. Anche la base non sembra essersi ampliata granché, “perché la gente ormai è diffidente della politica e dei politicanti“. Ma anche se pochi vogliono metterci la faccia, soprattutto fuori dai social, il candidato augustano è comunque sicuro che molti sono invece disposti a dare il voto silenzioso sulla scheda. Specialmente quelli “delusi” dal candidato scelto in extremis dalla segreterie, dopo i veti incrociati che hanno dilaniato soprattutto il centrodestra. “E l’unico che si candida presidente contro la Banda Bassotti che ha governato la Sicilia“, spiega il quarantanovenne aspirante all’Ars. Già coordinatore cittadino della Protezione civile e attualmente occupato come chef in una struttura turistica brucolana.

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“A Siracusa un seggio sicuro anche col peggiore risultato dei sondaggi, mi bastano 2.500 voti”.

Bertoni col vertice dei gilet arancioni per la candidatura a sindaco 2020 poi ritirata per sostenere Gulino.

Bertoni ci crede seriamente in quel seggio a Palazzo dei Normanni. “Con la legge elettorale vigente, se De Luca vince prende il premio di maggioranza. Se invece dovesse confermarsi la peggiore della previsioni, che lo dà al 16 per cento, prenderebbe sicuramente un seggio nelle tre città metropolitane e nel Siracusano“. Il candidato di Augusta però quella ambita poltrona se la dovrà contendere con l’avolese Mariano Ferro, storico leader dei Forconi, temibili numericamente anche se da diverso tempo arrugginiti. “Mi bastano fra i mille e i 1.500 voti in città, perché altri mille potrei ottenerli fra Pachino e Portopalo, dove ho molti amici avendo lavorato per anni nella zona di San Lorenzo“. Una cifra elettorale che altrove farebbe desistere chiunque, ma che nella compagnia di “sCateno” è considerata sufficiente, contando sull’effetto traino del leader. Considerato in grado di convogliare quel voto di protesta che fece le fortune del movimento di Beppe Grillo, e ora cerca un’alternativa a quel comico. Ma se il “sindaco di Sicilia” punta a scavalcare i tradizionali apparati di raccolta del consenso, pescando laddove nemmeno i sondaggisti arrivano, cosa diversa è per i candidati all’Ars. Nella cucina del brucolano servono ingredienti per condire la minestra elettorale. L’unico fornitore disposto a riempire la dispensa sembrava essere Ciccio La Ferla. Che dopo la polemica rottura con l’amministrazione per giocare da battitore libero, non ha remore a sperimentare nuove strade più consone al suo temperamento sanguigno. Ma l’abboccamento non deve essere andato a buon fine, perché il consigliere d’opposizione ha seccamente smentito. Pure gli altri colleghi d’aula restano sulle loro.

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Niente appoggio da consiglieri e sindaco, punta sui delusi Fdi e sulle ambizioni di Forestiere jr.

“Sono vicino a Noi per augusta, ma rispetto la loro scelta federativa con la Lega“, dice Bertoni. Tradotto in cifre, non potrà contare sui due consiglieri di riferimento che ha aiutato a eleggere, Salvo Serra e Maria Grazia Patti. Così come non conta nemmeno sul sindaco Giuseppe Di Mare, “del quale sono e resto buon amico, perciò non voglio metterlo in difficoltà con la maggioranza arcobaleno che lo sostiene”. Il candidato di Brucoli comunque non dispera che, quando le liste si chiudono e la roulette inizia a girare, più di qualche eletto in consiglio – e parecchi primi dei non eletti – si facciano due conti su De Luca. “Il mio presidente non rappresenta alcun partito, perciò le porte sono aperte a tutti”, dice l’aspirante onorevole regionale. Che oltre alle simpatie personali e ai sondaggi favorevoli all’ex sindaco messinese, conta sul fattore campanile. Al punto da aver “avvisato il leader che alle politiche potrei votare per un augustano, anche se presente in liste diverse dalle nostre”. Dichiarazioni che fanno sospettare più un appoggio a Pietro Forestiere, se Giorgia Meloni dovesse schierarlo alla Camera, che al senatore grillino Pino Pisani. Fra l’altro l’elettorato Fdi potrebbe facilmente essere tentato dal voto disgiunto per la presidenza della Sicilia, dopo la guerra subita dagli alleati sul “loro” Nello Musumeci, unico governatore a cui è stato ostinatamente negato un legittimo bis. “Di Augusta non ci sono altre candidature, salvo qualche eventuale presenza di mera testimonianza, e questa città deve avere un suo deputato all’Ars”, dice lo chef di Brucoli. Che forse non sa cucinare nei corridoi dei Palazzi, ma fra i fornelli di un ristorante almeno se la cava alla grande.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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