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Don Prisutto al premio Cidu: punto nascite chiuso per occultare malformati

AUGUSTA – “Ci hanno tolto il punto nascite, molto probabilmente per un motivo: siccome era uno dei centri utilizzati per un’indagine speciale riguardo le malformazioni congenite, forse pensando di cancellarlo avrebbero risolto il problema e dire che ad Augusta non nascono più bambini malformati“. Don Palmiro Prisutto glielo dice chiaro in faccia a Roberto Speranza, quando il 10 dicembre sale sul palco dell’Ara Pacis di Roma per ritirare il premio Cidu 2021. La consegna del riconoscimento, assegnato dal Comitato interministeriale a quanti si sono distinti nei diritti umani, è occasione per l’ex arciprete di invitare direttamente il ministro della Salute a visitare la città. Perché “stranamente non ci sono istituzioni che vogliono essere presenti: la gente protesta, fa petizioni, ma tutte queste cose tante volte cadono nel vuoto mentre il territorio avrebbe bisogno di una presenza”. L’appello del prete ambientalista è subito “condiviso e rilanciato” da Pippo Zappulla. Il segretario regionale di Art1 si “fa carico di promuovere la visita ministeriale, in questa area così densa di tematiche ambientali”. Riprendendo così il filo di un programma avviato alla fine del 2019, quando il suo leader nazionale arrivato al governo doveva arrivare per assicurare il potenziamento della rete ospedaliera siracusana. Tutto poi andato a pallino per la pandemia.

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Padre Palmiro: ad Augusta finora solo riconoscimenti di crisi ambientale ma nessuna soluzione ai problemi.

sopra, copertina e seguenti: don Palmiro Prisutto riceve il premio Cidu 2021 (foto da Youtube).

In un certo senso è lo stesso Speranza a “incastrarsi” per rimettere in agenda il tour in provincia di Siracusa, quando sale a ritirare il suo premio prima del sacerdote. Sottolineando che la consegna avviene proprio “nella giornata mondiale dei diritti umani“, il ministro parla di diritto alla salute come diritto universale che dovremmo provare a garantire in ogni angolo del mondo, patrimonio fondamentale dei valori essenziali della nostra umanità”. Padre Palmiro non può restare ad ascoltare le belle intenzioni ministeriali per il pianeta, senza ricordare subito che proprio in casa c’è un grave problema ancora da risolvere. “Io provengo da Augusta, un nome che talvolta sentiamo al telegiornale perché è sede di un grande porto: intorno purtroppo esiste un grande polo petrolchimico che in questi 70 anni ha creato grossi problemi”, premette il prete. E’ premiato per la categoria attivisti, e di conseguenza si comporta arrivando al punto senza giri di parole:“Pur avendo avuto delle dichiarazioni importanti come zona ad alto rischio di crisi ambientale o di area Sin, ora non possiamo dire che questo territorio abbia avuto – oltre che il riconoscimento – la soluzione a questi problemi”.

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Cerimonia in diretta sul canale Youtube della Farnesina, l’ex arciprete: nel 2000 malformati al 5 per cento.

Nella diretta streaming sul canale Youtube della Farnesina, Don Prisutto dice che “se mai vengono fatti i complimenti per aver ricevuto questo premio, io vorrei fare un altro genere di complimenti in futuro: a chi riuscirà a far sì che nel territorio di Augusta non ci sia più inquinamento“. Il prete ambientalista chiede esplicitamente “che il diritto a nascere venga un’altra volta riaffermato”. Non si tratta solo di reintrodurre un servizio ospedaliero soppresso per risparmiare sulla pelle delle gestanti, né di assicurare quello che Zappulla definisce “un diritto alla rappresentanza demografica valido su tutto il territorio nazionale”. Ciò che padre Palmiro chiede all’illustre platea di governanti, fra cui siede pure la commissaria europea Dunja Mijetovic, è di riaprire l’osservatorio costituito dal punto nascite al Muscatello. Dove un primario di Pediatria passato alla storia della ricerca epidemiologica, alla fine del secolo scorso scoprì un boom di malformazioni neonatali nelle famiglie residenti intorno il Petrolchimico. “In realtà si è avuto anche un picco del 5/6 per cento nell’anno 2000″, puntualizza don Prisutto. A quel medico pioniere, Giacinto Franco, la precedente amministrazione ha dedicato l’aula consiliare. La stessa dove conduceva le sue battaglie per la salute fin dentro l’istituzione Comune.

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Il prestigioso riconoscimento governativo rilancia la mozione 5 Stelle per la benemerenza cittadina.

Pino Pisani con l’ex arciprete (foto da Fb).

Per il prete ambientalista, che ha portato la questione Augusta all’attenzione dei media di tutto il mondo, è invece attesa il conferimento della benemerenza cittadina. “Ha il mio pieno apprezzamento e convinto sostegno la mozione presentata dal gruppo 5 Stelle, affinché venga dato un riconoscimento pubblico a don Palmiro Prisutto”, aveva già scritto Pino Pisani dopo la notizia del premio Cidu. Il senatore augustano presenzia alla cerimonia romana dove è protagonista un concittadino che, “al di là delle vicissitudini vissute con la gerarchia ecclesiale“, aveva definito come “un uomo che si è speso tantissimo per la comunità di Augusta e di tutto il comprensorio dell’area industriale“. Il dibattito a San Biagio era saltato prima di arrivare al punto, per mancanza di numero legale. Dopo il commosso discorso dell’ex arciprete all’Ara Pacis, diventato di fatto ambasciatore della città per le problematiche legate alla tutela della salute, il tema sollevato dal parlamentare grillino si riproporrà con più forza. Nonostante l’intuibile coloritura politica d’opposizione, infatti, c’è la propensione dell’attuale amministrazione a concedere premi e cittadinanza onoraria a chi si è adoperato per la comunità locale. “Un riconoscimento da parte della Città potrebbe rappresentare un segnale forte per una pacificazione anche all’interno della Chiesa augustana, che non ha certo vissuto in questi ultimi mesi un bel periodo. Auspico che l’intero consiglio comunale faccia propria la mozione, sarebbe davvero un bel momento per tutti”.

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L’ex arciprete: salus populi suprema lex, ma vera malattia è la rassegnazione al ricatto occupazionale.

Impacciato nell’inedito clergyman grigio chiaro, don Prisutto racconta alla platea che “nel porto di Augusta c’è un’antica fortificazione spagnola su cui è murata una lapide fatta solo da 4 parole, che possiamo dire anticipa la Costituzione italiana: salus populi suprema lex. Più che fondamentale, la salute è suprema. Questo è ciò che mi ha spinto a scendere in campo, per tutelare un diritto del territorio in cui vivo”. Ora la crisi economica da pandemia rischia di indebolire la presa di coscienza collettiva. Una deriva che questo prete, più presente in strada che in sagrestia, tocca con mano. “Potrei dire c’è un’altra malattia che sta imperversando, ed è la malattia della rassegnazione. Quando senti un giovane di 18 anni o un lavoratore del Petrolchimico, o il figlio dire sia meglio morire di cancro che di fame, a questo punto credo bisognerebbe fare una rieducazione ai diritti: perché non è possibile accettare questa logica”. Poco prima Benedetto Della Vedova aveva parlato di “diritti umani che vanno non solo riconosciuti, ma resi esigibili”. Ma il sottosegretario agli Esteri e cooperazione dovrà poi fare i conti con un sacerdote che vuole risultati. “I miei complimenti saranno fatti a chi riuscirà a tutelare e coniugare il diritto al lavoro e il diritto alla salute. Su questo ad Augusta vorremmo davvero una risposta: che si possa lavorare, che si possa lavorare per vivere, e che il diritto alla salute sia rispettato dalla nascita sino al termine della vita naturale”.

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La lapide del Forte Victoria.
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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