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Muscatello rebus: 5 associazioni scrivono ai sindaci, Art1 cerca Speranza

Ultimo aggiornamento mercoledì, 3 Marzo, 2021   14:02

AUGUSTA – Ora il Muscatello è nelle mani di Roberto Speranza. A portare la pratica ospedale di Augusta sui tavoli del ministero della Salute, ci sta nuovamente pensando la segreteria regionale di Articolouno. Che di fronte ai preoccupanti silenzi della Regione sul ripristino dei reparti smantellati, sta tornando alla carica col suo leader nazionale per l’iter sui provvedimenti per i presidi nei Siti di interesse nazionale. Una corsia privilegiata avviata alla fine dello scorso anno, che però si era interrotta bruscamente con l’irrompere dell’emergenza Coronavirus. Adesso i “compagni” siciliani vogliono far ripartire il governo anche in quella direzione, in modo da aggirare i traccheggi dell’assessorato regionale sulla dismissione dei Covid-center. Che il calo costante dei ricoveri sta rendendo più utili ai “maneggi” della politica palermitana, che alla gestione dell’epidemia. A dare notizia su questo nuovo fronte di battaglia in favore di una struttura a supporto del Petrolchimico, è stato Giancarlo Triberio. Il consigliere ha portato il suo sostegno al simbolico sit-in che 5 associazioni di cittadinanza attiva hanno tenuto il 26 maggio davanti i cancelli del nosocomio, proprio per illustrare ai giornalisti il contenuto di una lettera alle Istituzioni sulle peculiari necessità sanitarie della popolazione nell’area Sin. Interpellato sull’inattesa presenza a margine di un’iniziativa nata senza sigle di partito, ha raccontato dei passi compiuti nel partito per riallacciare i fili di un’iniziativa che ora potrebbe essere l’ultima spiaggia.

Triberio rivela: il partito preme il ministro sull’ospedale.

“Per quanto sia capogruppo del Centrosinistra, essendo all’opposizione posso fare relativamente poco come amministratore comunale”, premette Triberio. Aggiungendo di “poter invece fare qualcosa in più come dirigente di Art1. Perciò, quando dall’assessorato regionale alla Salute non è arrivata alcuna data sul ritorno di Chirurgia e Medicina al Muscatello, nonostante i loro posti letto riconvertiti al Covid sono rimasti vuoti per giorni, ho subito attivato la dirigenza del partito”. Insieme al segretario regionale Pippo Zappulla, già deputato nazionale del collegio, aveva anche tenuto una conferenza stampa a Siracusa sulla questione ospedali Sin. Anticipando una visita di Speranza ad Augusta per fine gennaio, che il Coronavirus ha poi fatto dimenticare. “Da Roma intanto erano arrivati segnali positivi sulla nostra proposta di scorporare i presidi ospedalieri nelle aree Sin, dagli standard penalizzanti previsti nei piani regionali”, assicura il consigliere, raccontando del Patto per la Salute approvato a inizio anno. Nel quale era previsto, “per alcune tipologie di ambiti assistenziali”, un allentamento dei vincoli stringenti introdotti col decreto 2015. Sulla stampa del Nord, il ministro aveva annunciato che dentro la revisione c’era la possibilità di riaprire alcuni punti nascita, che poi era una delle richieste fatte per il Muscatello“, dice il consigliere. Senza però sbilanciarsi oltre sulle prospettive di questi contatti fra segreterie e ministero, perché solo un parlamentare assillante e onnipresente nei corridoi romani, può fare previsioni affidabili su come si comporteranno nei Palazzi.

PER APPROFONDIRE: Augusta ha Speranza, ministro in visita a fine gennaio e ok a Pediatria

Lettera-appello a Comuni e Regione da 5 associazioni.

Sopra, da sinistra: Maria Carmela Giannone (Tds) e Cinzia Di Modica (Stop veleni).
Copertina, primo da destra: Calogero Vicario (Ona) nel sit in delle associazioni.

Se Triberio si è rivolto al “suo” ministro per interposta segreteria, molto più diretti sono stati il Tds, l’Ona, Stop veleni, Difesa del cittadino e Comitati ambientali melillesi. Il 25 maggio hanno inviato una pec ai sindaci di Siracusa, Augusta, Priolo, Melilli, Floridia e Solarino, oltre che all’Asp e alla Regione, per ricordare a tutti che il Muscatello è una “struttura di riferimento della Zona industriale“. E che pertanto “attualmente appare di rilevantissima necessità e bisogno per la comunità locale e di tutta la provincia; si pensi ad esempio alla circostanza che esso sia Centro di riferimento regionale per la cura e la diagnosi anche precoce delle patologie asbesto correlate”. Un ospedale “irrinunciabile, che va implementato e giammai depotenziato come in questi anni è avvenuto”. La lettera parla di “accrescerne l’offerta sanitaria, incentivarla, implementarne l’organigramma includendo figure mediche altamente specializzate nella diagnosi e prevenzione delle patologie tumorali più diffuse nell’area (pneumologia, oncoematologia, oncologia) e far sì che il nosocomio assurga realisticamente a centro di riferimento per la provincia riducendo il fenomeno con numeri da record della migrazione sanitaria siciliana”. Una richiesta avanzata anche “in riferimento alle Linee guida dell’Istituto superiore di Sanità, considerata l’ubicazione e le caratteristiche”.

Vicario, Ona: rispettosi emergenza, ma ora ci sentono.

Insomma, fra indirizzi ministeriali su ospedali solo Covid e rispetto degli standard di sicurezza sanitaria per l’hinterland petrolchimico, ce n’è abbastanza perché la Regione “restituisca” il Muscatello. Invece Palermo tace, alimentando i peggiori timori su un ulteriore declassamento. Ora le associazioni iniziano a farsi sentire, dopo il disciplinato silenzio osservato quando si moltiplicavano gli allarmi su un destino annunciato. “Siamo stati rispettosi del momento di emergenza”, spiega Calogero Vicario, portavoce dell’Ona. Che dopo aver visto il Centro amianto inaugurato in pompa magna dallo stesso governatore Nello Musumeci, non ha poi potuto osservarne la sua piena entrata in funzione. Quello che invece il Tds ha potuto perfettamente vedere in queste ultime settimane, invece, lo spiega ai cronisti Maria Carmela Giannone:“C’è chi è finito ricoverato ad Avola, perché Medicina non c’è più”. Ora, insieme agli altri firmatari, chiede di “verificare con urgenza il rispetto delle disposizioni normative, nel timore di uno stravolgimento definitivo della struttura ospedaliera che negli anni ha subito già importanti dismissione di reparti”. Il coordinamento delle associazioni garbatamente scrive che “si insiste per il ripristino dei reparti dismessi, e per l’implementazione della struttura ospedaliera in maniera consona alle rappresentate urgenti ed improcrastinabili necessità del territorio”. Forse non è più il tempo di alzare la voce, oppure non è il momento. O, più semplicemente, anche i più battaglieri hanno capito che sarebbe inutile senza la politica. Specialmente dopo che sembra averli lasciati soli proprio quella che li accompagnava.

I consiglieri 5 Stelle donano un carrello ospedaliero.

Il carrello ospedaliero donato dal gruppo consiliare 5S.

Nelle marce e nei sit-in per l’ospedale, i 5 Stelle non erano mancati mai. Anche stavolta c’erano, ma si sono mantenuti davanti l’ingresso del vecchio padiglione, a riguardosa distanza dai vecchi compagni di marcia. Per uno di quei casi che fanno azzeccare 13 al Totocalcio, infatti, il gruppo consiliare 5S ha scelto lo stesso giorno e la stessa ora per donare al Muscatello un “carrello attrezzato multifunzionale”. Lo avevano acquistato, “1.500 euro più Iva”, su indicazione degli stessi sanitari. In un comunicato chiariscono che “a livello nazionale e regionale, i nostri portavoce con le loro donazioni milionarie hanno sostenuto su diversi fronti alcune carenze strutturali della sanità italiana. Allo stesso modo, con le nostre modeste forze, anche noi consiglieri comunali vogliamo sentirci parte attiva di questa macchina che è la solidarietà“. Spiegano che, “nel nostro piccolo, con questa donazione vogliamo dimostrare il sostegno di tutta la comunità al personale del nostro ospedale“. E sottolineano come sia “stato importante lasciare un segnale materiale della politica che taglia i suoi privilegi, per restituirli alla comunità”. Che poi, a ben vedere, non è che un consigliere goda di particolari “privilegi”. Nè tantomeno che una sanità “Pantalone” abbia bisogno di togliere esigui gettoni di presenza a comuni bilanci familiari. Ma se l’elettore comunque potrebbe apprezzare il gesto, è l’Asp che sembra non considerarlo adeguatamente. Perché un’ora e 10 minuti dopo l’appuntamento fissato per la cerimonia, il gotha dei grillini era ancora ad aspettare qualcuno cui consegnare il dono. Magari sperando di averci almeno preso, quando avevano scritto “ci aspettiamo a breve la riapertura dei reparti temporaneamente spostati, sospesi o in attesa di ultimazione”.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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