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Brucoli village apre il cancello al padel del Comune: parliamo stessa lingua

AUGUSTA – Venti milioni di euro in nuovi investimenti, e “un’amministrazione comunale con cui finalmente c’è forte collaborazione“. A vedere rosa per il futuro turistico di Augusta è Giampiero Marotta, general manager del Brucoli village. Che per i 50 anni del villaggio vacanze disteso sul promontorio della Gisira, denso di suggestioni paesaggistiche e archeologiche, ha aperto le porte del suo resort al patrono San Domenico. In quel campo si giocherà la finale del torneo di padel, che il Comune ha organizzato per le manifestazioni patronali 2022. Un appuntamento presentato il 19 maggio a Palazzo di città, insieme alle società sportive che hanno collaborato gratuitamente con l’assessore allo Sport, Angelo Pasqua. E fra gli imprenditori sportivi è spuntato a sorpresa il direttore della struttura turistica, che negli anni Settanta fece sbarcare la Valtur nella frazione marinara, proiettandola nel gotha dei viaggi in Sicilia. Una presenza “extra-sportiva” che gli amministratori hanno sapientemente valorizzato, perché dopo mezzo secolo ci sarà un’altra rivoluzione copernicana su quella scogliera all’ingresso del porto-canale, in grado di portare il grande business Usa in un pezzo pregiato del territorio.

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Blackstone compra l’ex Valtur, 20 milioni per le nuove suite grandi come mini-appartamenti.

Giampiero Marotta con Angelo Pasqua.
copertina, il Brucoli village all’ingresso del fiordo.

Il fiordo che per primi avvistarono i marinai greci partiti per fondare colonie, ora è entrato nell’orizzonte dei finanzieri americani in cerca di buoni affari. Dallo scorso dicembre il fondo Blackstone è subentrato alla vecchia proprietà palermitana, rimasta socio di minoranza e gestore operativo. L’obiettivo è di mutare radicalmente il volto del Brucoli village, finora riservato alle vacanze tutto compreso. “Diventerà un resort di lusso a 5 stelle”, spiega Marotta. La trasformazione sarà radicale anche sotto il profilo strutturale. “Dagli attuali 1.200 posti si scenderà a 900 ospiti”, dice ancora il manager. Puntualizzando, a esplicita domanda, “che non ci saranno nuove costruzioni”. In sostanza, la capienza ridotta di un quarto dovrebbe servire ad allargare le stanze, che si trasformeranno in suite ampie come un mini appartamento. Con tanto di anticamera, grande come il salotto-cucina delle case-vacanza in vendita nei residence. Un’idea che era pure circolata, quando la Valtur era stata costretta a lasciare la gestione del villaggio per scadenza del contratto, e quel mercato immobiliare era in salita. Poi la proprietà palermitana l’ha usato per i pacchetti della costola Aeroviaggi, operatore leader nel turismo siciliano con la Francia.

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Joint venture Insulae con la spagnola Hpi, i palermitani di Aeroviaggi mantengono la gestione.

“Attualmente sono francesi il 70 per cento degli ospiti”, aggiunge il direttore, da 6 anni alla guida del Brucoli village. Che nell’ultimo anno ha visto il parziale ritorno del marchio Valtur, riesumato dopo il clamoroso fallimento che lo aveva visto sparire dai cataloghi delle agenzie. A farlo affondare, come accaduto ad altri blasonati tour operator specializzati in all inclusive, era stata la politica immobiliare sui villaggi. Alcuni trasformati in multiproprietà, altri in residence, poi travolti da cause e debiti. Un errore che i Mangia di Palermo non hanno fatto, tenendo in esercizio alberghiero pure le strutture di Selinunte e Pollina. Con la pandemia che ha falcidiato i bilanci del settore turismo, gli squali di Wall street si sono messi a caccia d’occasioni. Per Blackstone è stato il momento di sbarcare in Sicilia e Sardegna, tramite la controllata spagnola Hotel investment partners, che finora si era allargata solo in Grecia e Portogallo. Mangia’s e Hip hanno messo in piedi la Insulae, dove sono confluiti anche i villaggi sardi di Marmorata, Budoni e Santa Teresa di Gallura. Il comunicato della joint venture, datato 17 dicembre 2021, parla di una partnership con 85 milioni di euro di investimento”. E che la famiglia palermitana “mantiene la gestione di tutte le strutture alberghiere, e un ruolo di azionista di riferimento“.

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Mangia’s soci al 25 per cento, investimenti Usa per 6 villaggi saliti in 4 mesi da 85 a 100 milioni.

Il cancello contestato della Gisira.

Secondo un reportage del Sole 24Ore pubblicato ad aprile, tuttavia, i siciliani hanno solo il 25 per cento della società. Mentre il restante 75 per cento fa capo sostanzialmente agli americani. Inoltre gli investimenti nei 6 villaggi sono stati aumentati a 100 milioni di euro, tanto che i Mangia pensano di sbarcare in borsa fra un paio di anni. “A Brucoli i lavori partiranno a ottobre”, annuncia Marotta. Rassicurato dal fatto che “con l’amministrazione comunale parliamo la stessa lingua“. Mentre “negli anni passati abbiamo avuto incontri con gli amministratori, ma non c’è mai stata possibilità di collaborazione“. Il riferimento sembra riguardare anche l’ordinanza per la rimozione del cancello, sulla strada che porta al fiordo e al santuario dell’Adonai, chiuso dopo secoli di libero uso pubblico “perché sono venuti a scaricare amianto fin sotto la recinzione del resort”. Il direttore racconta che la proprietà palermitana “ha vinto la causa contro il Comune al tribunale di Catania, riconoscendo il nostro diritto di chiudere”. Tuttavia assicura che il varco “resterà aperto, nell’ottica di una maggiore compenetrazione col territorio”.

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Marotta, general manager:”Augustano il 65 per cento del personale”. Ma contratti scesi a 1 mese.

Una osmosi con la città, sperimentata “con i buoni pasto distribuiti durante la pandemia“, su indicazioni dei servizi sociali. L’interazione con l’economia locale si concretizza “nel servizio navetta col centro di Augusta”, favorito dal ponte previsto sul Porcaria, facile a straripare isolando la Gisira. Ma è soprattutto sulla politica occupazionale, che Marotta pone l’accenno. “E’ da sottolineare che il 65 per cento del personale sia composto da augustani, e il 15 per cento arrivi dalla provincia“, aggiunge il general manager. Attualmente nel villaggio “lavorano 190 impiegati“, che in alta stagione “salgono a 350“. Livelli occupazionali da media industria, che “l’ingresso nel segmento premium e il passaggio da all inclusive a b&b dovrebbe mantenere inalterati. Considerate le esigenze nel servizio richiesto dalla clientela luxury, da soddisfare con la nuova spa in costruzione e il ristorante stellato “aperto anche al pubblico esterno”. Resta solo il punto interrogativo sui contratti di lavoro, che dal precedente tempo determinato di 6 mesi, per alcune categorie pare sia passato al rinnovo mese per mese.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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