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Brucoli si mobilita per difendere il fiordo di Nessuno

Ultimo aggiornamento martedì, 2 Marzo, 2021   21:18

BRUCOLI – Da quel fiordo di Brucoli è passata la Storia, dice con fondate ragioni un cartello di associazioni locali. Che si sono mobilitate quando questo preistorico approdo ha iniziato a trasformarsi in una “storiaccia”. I cui protagonisti sono un nuovo pontile galleggiante e la sua recinzione con le “carte in regola”, in grado di impedire la vista del paesaggio modellato dal Porcaria quando era ancora un fiume impetuoso. L’Associazione beni comuni, il Comitato cittadino, e il coordinamento spontaneo “residenti contrade limitrofe” hanno chiamato a raccolta i giornalisti. Il 9 luglio terranno una conferenza stampa nel salone parrocchiale della frazione, per chiedere all’amministrazione comunale di Augusta di salvare definitivamente una delle più belle cartoline siciliane.

Il Coordinamento: no a privatizzare la spiaggetta.

Vogliono che il Comune non si limiti a fermare i lavori per alcuni vizi nell’iter autorizzativo, ma faccia revocare quella “strana” concessione su un’area già dichiarata di notevole interesse paesaggistico. Perché quelle pareti di roccia calcarea che videro arrivare le navi greche coi fondatori di Megara Hiblea, e forse addirittura lo stesso Ulisse nella sua omerica Odissea, adesso vedranno nascere un comprensorio nautico “esclusivo”. Che occuperà la spiaggetta “Rinella” e la terrazza rocciosa affacciata sul fiordo, rendendole inaccessibili dopo secoli di pubblica fruizione.

Il fiordo citato da Tucidide come approdo dei megaresi.

I megaresi, 2.800 anni fa, sbarcarono alla foce del Pantakias, nella città sicula conosciuta come Trotilon. Il racconto dello storico ellenico Tucidide aggiunge inoltre che i nuovi arrivati vennero prima invitati a trasferirsi nella vicina Leontini, per poi esserne scacciati. E finire la loro peregrinazione sul golfo che oggi si spartiscono petroliere e cannoniere. Dove tirarono sù un abitato urbanisticamente all’avanguardia, realizzato adottando uno dei primissimi piani regolatori della storia. Lezione poi velocemente dimenticata, come tutte le norme di tutela e di buonsenso che costellano questa storia “a ritroso” del fiordo brucolano.

LIBRI DA NON PERDERE

“Società di lentinesi e carlentinesi proprietaria aree”.

I nuovi “colonizzatori” stavolta arrivano da Occidente, e non portano nessuna nuova civiltà. A conquistare quel lembo di terra affacciato sull’imboccatura del porto naturale, dove lo Ionio si confonde e mescola con il Pantakia-Porcaria, è una società. Con uno di quei paradossali corsi e ricorsi che la storia riserva – secondo quanto fa sapere il portavoce del coordinamento brucolano, Francesco Ruggero – la comporrebbero investitori lentinesi e carlentinesi. Che hanno messo in campo una falange di autorizzazioni ottenute dalla Regione, col beneplacito della triade di commissari prefettizi spedita da Roma per salvare Augusta dalla mafia.

I primi nulla osta al pontile dai commissari-prefettizi.

Di mafiosi infiltrati nelle stanze del Palazzo di città, tuttora nulla si sa di definitivo. Sono invece rimaste nero su bianco “l’autorizzazione per recintare la parte del terreno limitrofa a via Canale che dalle giostre arriva fino alla Rinella, nonché l’autorizzazione di recintare l’ingresso che porta alla spiaggetta e all’uso esclusivo della stessa”. Nulla osta ottenuti con l’assenso della “troika governativa” al Comune, e di una Soprintendenza che ha sorvolato un po’ sugli studi del suo fondatore Paolo Orsi. Che in quelle caverne affacciate sul fiordo scoprì antichissime tombe sicule, poi trasformate in abitazione sotto i bizantini.

“La recinzione della balza già negata nel Seicento”.

La balza rocciosa soprastante la parete archeologica rischia di essere interdetta, dopo secoli di uso pubblico. Non è la prima volta che accade. Racconta Ruggero, geometra ed ex consigliere comunale dipietrista, che “alla fine del Seicento, per il libero accesso sul quel terreno che permette di scendere ai sottostanti attracchi, ci fu un contenzioso fra i feudatari e i pescatori: i brucolani ebbero la meglio”. In epoche di nobili e servi della gleba, a questi venne riconosciuto il diritto di accedere dove attraccavano le barche da millenni, senza sottostare a una nuova servitù di passaggio. Nella contemporanea era dell’uno vale uno, le “carte” lo mettono in dubbio.

“Decreto del 2008 vieta attività diportistiche nel canale”.

Quei 14 mila metri quadrati che si snodano intatti lungo la parete est del porto-canale, dopo secolari passaggi ereditari sono finiti ai discendenti di una delle più illustri famiglie augustane. “I quali 7 anni fa hanno iniziato la pratica per recintarne almeno una parte, ma si vocifera che la estenderanno su tutto, appellandosi a una legge regionale del 1985”. Hanno successo nonostante un decreto del 2008, fa notare il portavoce del coordinamento“vieti attività portuali e nautico-diportistiche che comportino lo sfruttamento del canale e turbino l’ecosistema canale-fascia costiera-torrente Porcaria”.

La spiaggettta Rinella sarà recintata perché il pontile galleggiante sorgerà davanti.
Copertina, l’ingresso fiordo di Brucoli non potrà più essere fotografato da quel punto.

“Eredi di nobili augustani venduto tutto un anno fa”.

La recinzione di un terreno da destinare a parcheggio riservato, nonché della spiaggetta fruita liberamente da secoli, serve proprio a “supporto” di un approdo mobile che in teoria non dovrebbe nemmeno starci. E che la decaduta famiglia nobiliare non intende nemmeno fare. Perché, “un anno fa ha venduto tutto alla società che intende realizzare il pontile galleggiante”. La quale si è subito fatta rilasciare la prescritta autorizzazione finale dal Comune, per la recinzione in conci calcarei. E nessuno all’ufficio tecnico ha alzato gli occhi dalle “carte”, formalmente in regola con tanto di decreto regionale, per obiettare sul reale impatto sociale e paesaggistico.

Legambiente al fianco del Coordinamento brucolani.

Invece l’obiezione l’hanno sollevata eccome i brucolani, sostenuti da Legambiente. Così anche l’amministrazione comunale, nonostante la declinazione legalistica della versione 5 Stellesi è dovuta accorgere che la #legalità formale poteva trasformarsi in ingiustizia sostanziale. O almeno, in una severa punizione elettorale. Specialmente se il movimento trasversale residenti-ambientalisti sostenuto dal parroco si fosse presentato alle porte della Procura, con esiti imprevedibili.

Dietrofront del Comune, ma solo temporaneo.

Il Comune ha preso atto della protesta e sospeso subito l’autorizzazione che aveva concessa senza obiettare alcunché. per rivedere meglio tutta la pratica. Sollecitato da Legambiente“impedire in ogni modo e definitivamente che si stravolga quel suggestivo tratto di costa in spregio al Piano paesaggistico, alle necessità di tutelare le note e ben visibili emergenze archeologiche e naturalistiche ivi esistenti, al diritto di accesso al mare e, non ultimo, alla conservazione dei luoghi del cuore“.

Il 9 luglio conferenza stampa in parrocchia.

Quel documento ambientalista porta la data del 7 giugno. Un mese dopo, il coordinamento di associazioni e residenti della frazione turistica scende nuovamente sul piede di guerra con un conferenza stampa. Nel frattempo si è dimessa l’assessora all’Urbanistica Adriana Commendatore, ingegnera augustana con radici familiari nel Lentinese. Al suo posto è stato nominato Andrea Sansone, ingegnere vittoriese di origine e modicano di adozione. Al quale ora gli augustani dovranno far capire perché far dichiarare “quell’area patrimonio dell’identità demologica brucolana”.

L’arrivo dello scaltro Nessuno e la “pitriata” omerica.

LA NOTA – Forse è di quel fiordo che Omero cantava nel verso 87 del libro decimo dell’Odissea (nella traduzione di Aurelio Privitera per Mondadori) dove Ulisse, appena scacciato dall’isola di Eolo, racconta:“Quando arrivammo nel celebre porto, intorno a cui s’alza scoscesa la roccia ininterrottamente ai due lati, e coste sporgenti si allungano opposte tra di loro all’imbocco – è angusta l’entrata – i compagni arrestarono tutte le navi veloci a virare. Erano dunque ormeggiate all’interno del porto incavato, vicine: in esso non s’alza mai l’onda, né molto né poco, e intorno era chiara bonaccia”. Quell’incursione dello scaltro Nessuno conquistatore di Troia, si concluse con la fuga precipitosa sotto una leggendaria “pitriata” dagli abitanti del posto.

Il millenario porto-canale, una descrizione nell’Odissea appare tutt’oggi tagliata su misura.
Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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