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Cgil Augusta: portato dalle donne il peso della crisi causata dall’epidemia

AUGUSTA – Sono le donne a portare il peso maggiore della crisi economica causata dalla pandemia. E’ il dato che emerge dal report di fine anno 2020, presentato il 28 dicembre dalla Camera del lavoro di Augusta. Secondo l’osservatorio empirico dei fenomeni sociali costituito dai patronati Cgil, dopo i lockdown sono aumentate del 20 per cento le domande per accedere al reddito di cittadinanza. Un incremento che sarebbe quasi interamente ascrivibile a donne senza occupazione, per le quali sarebbero venute meno anche le possibilità di lavorare come collaboratrici domestiche. Potrebbe essere invece diretta conseguenza della disoccupazione maschile nelle famiglie monoreddito, il boom di richieste femminili per lavorare con mansioni ausiliarie nelle scuole. E’ infatti quasi triplicato il numero delle aspiranti al ruolo di personale Ata, che si sono presentate al servizio di consulenza e assistenza allestito negli uffici di via Megara. A far sospettare una diretta correlazione fra questo picco statistico di genere e la perdita del lavoro da parte del capofamiglia, è il forte innalzamento dell’età media delle candidate.

Boom femminile per mansioni “che non interessavano”.

“Alcune richieste sono arrivate anche da ultra quarantenni”, conferma Lorena Crisci, a margine della tradizionale conferenza stampa organizzata dalla Cgil. La segretaria della Camera del lavoro è insegnante di lungo corso nelle scuole cittadine, e non ha bisogno di accurati elaborati statistici per notare come “c’è un’improvvisa richiesta di svolgere mansioni che negli anni scorsi non interessavano chi ha superata una certa età”. Correttamente, la dirigente sindacale precisa che si tratta di stime solo orientative, raccolte sul campo della quotidianità. Rimandando ogni valutazione statisticamente attendibile ai dati in corso di elaborazione dall’Ufficio studi del sindacato. Tuttavia, lunghi anni dietro lo sportello del patronato, permettono a Lucia Errante di confermare le “sensazioni” della collega sindacalista. Sulla sua scrivania ora protetta dal plexiglass anti-droplet, “rispetto lo scorso anno è più o meno passato lo stesso numero di richieste per l’indennità di disoccupazione“. Questo tuttavia “può significare che non ci sono stati maggiori licenziamenti semplicemente perché non esistevano proprio i posti di lavoro da perdere”.

Boom pure per i patronati, ora è attesa per dati ufficiali.

Lorena Crisci

Crisci ed Errante ribadiscono che si tratta di considerazioni basate, al momento, più sull’esperienza nel campo che su indagini statistiche con tutti i crismi. Sui dati empirici, inoltre, incide la crescita esponenziale dei patronati in città. Se ai servizi assistenziali offerti dalla Camera del lavoro prima si rivolgeva la maggior parte dell’utenza, per cui le sue statistiche si avvicinavano molto al dato reale, adesso “lo stesso numero di richieste per la disoccupazionepuò non riflettere significativamente l’entità del fenomeno. E’ molto più attendibile, invece, correlare il crollo del lavoro precario all’impennata di presenze femminili negli sportelli Cgil. “Gli uffici hanno continuato a garantire i soliti servizi, nonostante le enormi difficoltà imposte dalle misure anti-Covid“, sottolinea Crisci.

Crisci: lo sforzo di Inca, Caf, Spi, Auser e Flc per i servizi.

“Come sempre ci teniamo a sottolineare il grande lavoro svolto da tutto il personale Inca e Caf, per le attività che ha saputo offrire anche in un periodo di crisi sociale e sanitaria“, recita il comunicato dato alla stampa. Il documento tuttavia si è dimenticato di ricordare che il sindacato, nei momenti più critici per la reperibilità dei dispositivi di protezione“aveva anche messo a disposizione le mascherine per chi veniva e ne era sprovvisto”. Alla Camera del lavoro inoltre “piace menzionare le attività svolte dallo Spi; insieme all’associazione Auser, anche in periodo di lockdown, si sono prodigati per migliorare la qualità della vita agli anziani“. Talvolta con gesti semplici ma densi di significato “come il telefono argento, dove quotidianamente una coppia anziana chiama solo per avere una voce amichevole con cui parlare”, racconta Crisci. Altre volte i volontari del sindacato sono andati persino oltre l’ordinaria amministrazione, “come l’attività motoria che in presenza si svolgeva 2 volte a settimana, mentre offerta necessariamente online è salita a 3″. Alla Cgil sono inoltre “orgogliosi di aver mantenuto l’impegno per le consulenze Flc comparto scuola”, la cui attività ha fatto emergere l’improvvisa aspirazione delle madri di famiglia a diventare bidelle, probabilmente per portare a casa quel pane che ormai arriva con grande difficoltà.

Agenda 2021: porto, ospedale e bonifiche.

Il report 2020 della Camera del lavoro contiene anche un’agenda per il 2021. Alla nuova amministrazione comunale, “la quale intanto ci ha subito ascoltati mentre prima dovevamo aspettare a lungo per farci ricevere”, Crisci chiede che “una volta spente le luminarie si proceda immediatamente a risolvere il problema del pozzo alla Villa, e a bonificare le discariche di amianto sparse nelle contrade residenziali”. Il documento firmato dalla segretaria Cgil propone inoltre “la creazione di uno sportello dedicato e preferenziale, che possa valutare velocemente le richieste del superbonus del 110 per cento sulle ristrutturazioni edilizie“. Il sindacato tiene pure d’occhio la questione del centro Covid al Muscatello, “perché la nostra preoccupazione è stata e resta il pericolo di un declassamento della struttura. Altro tema cruciale è quello del porto commerciale: preoccupa l’esclusione dal Piano regionale per la ripresa e la resilienza“. Infine, la decisione di Lukoil di non far ripartire alcuni impianti dopo la fermata per manutenzione, ha fatto nascere “il timore che possa rappresentare l’inizio di un effetto domino“. La conferenza stampa finisce con gli auguri di rito, che stavolta però non auspicano il rituale “felice anno nuovo”. Ma più concretamente sperano “che le vaccinazioni possano restituirci al più presto quella normalità di cui abbiamo tanto bisogno”.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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